DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi!
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Strangolati dallo Stato d'Israele, martoriati da un quotidiano stillicidio di vessazioni e omicidi, inchiodati in un vicolo cieco di vane promesse nazionali da tutte le borghesie arabe della regione (compresa quella palestinese), vittime sacrificali di tutte le manovre diplomatiche più o meno sotterranee degli Stati occidentali e medio-orientali, i proletari e le proletarie palestinesi della striscia di Gaza stanno per subire l'ennesimo sanguinario macello, dopo quelli – forse lontani ma mai dimenticati con rabbia e orrore – di Tell Al-Zataar (in Libano, agosto 1976) e di Sabra e Chatila (ancora in Libano, settembre 1982), e dei molti che seguirono. Altre centinaia e migliaia di morti palestinesi (uomini, donne, bambini, vecchi) si andranno così ad aggiungere al martirio subito ogni giorno, fin da quel disgraziato anno 1948, in cui le potenze uscite vincitrici dal Secondo massacro mondiale facevano del neonato Stato d'Israele il gendarme armato di un'area troppo “sensibile” (per usare un termine tanto caro alla geopolitica di oggi) per i loro reciproci interessi economici ed equilibri politico-strategici.
Francia. Dopo le rivolte nelle banlieues, che fare?
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- Categoria: n. 04, settembre-ottobre 2023
Le vicende relative alle rivolte sprigionatesi nelle banlieues francesi tra fine giugno e inizi luglio scorsi, dopo l’assassinio a sangue freddo da parte degli sbirri di un giovane proletario nelle strade di Nanterre, sono abbastanza note perché si debba tornare a farne la cronaca: non basta infatti accumulare cifre, notizie dell'ultim'ora, nomi, ed episodi, per capire quanto andava succedendo.
Ci sembra che sia molto più utile, ai fini di una valutazione politica che serva al futuro, soffermarci su alcuni punti che a nostro parere sono significativi.
Guerra e lotta di classe (I) Miserie dell’odierno “marxismo occidentale”
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- Categoria: n. 04, settembre-ottobre 2023
Nell'articolo pubblicato sul numero scorso di questo giornale (“USA: La Signora è da buttare”), abbiamo esposto le ragioni che ci inducono ad auspicare il crollo dell'imperialismo americano, crollo di cui oggi si cominciano a intravedere le possibilità reali in conseguenza dell'andamento della guerra in Ucraina, dei notevoli mutamenti nel quadro internazionale, dell'evolvere della critica situazione interna agli Stati Uniti. L'auspicio, che trova fondamento nei nostri testi degli anni ’50 e nelle valutazioni della Sinistra Comunista sulle due guerre mondiali, diventa finalmente attuale, e con esso si ripropone la questione del complesso rapporto tra guerra e lotta di classe. Auspicare la sconfitta di uno dei contendenti in uno scontro tra concentramenti di potenza non significa per noi aderire in alcun modo alla crociata dei suoi avversari, ma intravedere le possibilità che le nuove condizioni prodotte da quella sconfitta riservano alla lotta di classe – lotta che resta al centro delle dinamiche capitalistiche e solo fattore in grado di demolire l'assetto della società presente e aprire la strada a quella futura.
Il lungo lavoro che ci attende
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- Categoria: n. 04, settembre-ottobre 2023
Per quello che ci dice, la sequenza di avvenimenti che ha caratterizzato la prima metà di questo 2023 va considerata e compresa nel suo insieme, senza isolare le singole componenti.
Dopo la grande fiammata della rivolta delle giovani proletarie e dei giovani proletari d’Iran nell’autunno del 2022, che ha mostrato quanto sia arduo per lo Stato – braccio armato della classe dominante – contenere la rabbia degli sfruttati, nei primi mesi di quest’anno un’ondata di agitazioni sindacali ha investito la Gran Bretagna, toccando molti settori del mondo del lavoro. Trascorso poco tempo, in Francia sono dilagate, per parecchie settimane, le partecipate mobilitazioni contro la riforma delle pensioni. Nel frattempo, forti agitazioni hanno percorso il mondo del lavoro tedesco. E per il momento possiamo fermarci qui.
Cile 1973
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A cinquant’anni dalla tragedia cilena, riproponiamo due articoli usciti allora sulla nostra stampa: uno pochi giorni prima, l’altro pochi giorni dopo la caduta del governo Allende. Perché quegli insegnamenti non vadano dimenticati.
Francia: Mentre infuriava la rivolta...
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Nel mezzo della rivolta dei giovani proletari delle banlieues, che si trovavano a fronteggiare il fior fiore dell'apparato repressivo della “République Française”, un ingenuo e attempato manifestante reggeva un cartello con la scritta “Disarmare la polizia”.
Una richiesta metafisicamente assurda.
Lo Stato non è un ente preposto all'organizzazione del “bene collettivo”. È il “capitalista collettivo”, che esercita la dittatura della borghesia, anche garantendone il monopolio della violenza.
Otto marzo duemilaventitre
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Compagne, sorelle proletarie!
A un anno dalla normalizzazione dell'emergenza sanitaria innestata sulla crisi economica che è ben lontana (e impossibile!) a risolversi, le fanfare dell'ideologia e della pratica della borghesia imperante non hanno più il coraggio di blaterare che tutto non sarebbe stato più come prima! Anzi, tutto è tornato come e peggio di prima! A casa, sul lavoro, nei quartieri, le vostre (le nostre) condizioni di vita non fanno altro che peggiorare.
“Siamo tutti antifascisti!”... E allora?
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Uno degli slogan più ritmati nei cortei dei giovani che si affacciano alle prime manifestazioni di impegno sociale e politico recita “Siamo tutti antifascisti!”, senza altri attributi.
Per noi, vecchi combattenti per la preparazione rivoluzionaria della nostra classe, questo slogan ha un suono truffaldino.
Non possiamo dimenticare che l'antifascismo generico e democratico è stato uno degli strumenti con cui, durante gli ultimi concitati anni della seconda guerra mondiale, la socialdemocrazia e lo stalinismo hanno imprigionato la nostra classe nella nefasta unità interclassista del C.L.N., poi sfociata nella trappola della Costituente e della Repubblica Italiana – così come è servito in Spagna, nel 1936-1939, a strangolare ogni speranza di rivoluzione sociale.
Toccano uno, toccano tutti!
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Rispetto e solidarietà per Alfredo Cospito, che si sta battendo contro una delle più raffinate e atroci forme di repressione di cui si mostra capace lo Stato democratico della borghesia italiana.
La sua vicenda politico-giudiziaria è solo la punta dell'iceberg di quel che la dittatura della borghesia sta preparando, e ha sempre preparato, per affrontare e reprimere lo scontro sociale che la crisi economica genera lentamente ma inevitabilmente. Lo fa, alternando storicamente (come le si conviene!) le forme complementari del fascismo e della democrazia, che solo reazionari in malafede possono spacciare per “contrapposte”.
- Guerre, disastri, devastazioni ambientali, carovita e altre delizie del dominio borghese
- Primo maggio 2022. Contro le guerre del capitale, preparare il disfattismo rivoluzionario
- Repressione e provocazione: una storia infinita...
- Primavera di violenza e repressione
- Otto marzo duemilaventidue
- In Ucraina come in tutto il mondo, di fronte alla guerra imperialista la parola d’ordine proletaria torni a essere: disfattismo rivoluzionario contro tutte le borghesie e i loro Stati !
- Due pesi e due misure: come sempre
- Quaderno n°4 (nuova edizione 2021) Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
- Nostri lutti
- I morti e gli ammalati gridano vendetta. Borghesia, tu sia maledetta
- Peschiera Borromeo, frazione italiana di Minneapolis ?
- Venti di guerra soffiano nell'intero medio oriente (comunicato)
- A proposito di un'aggressione ai danni di un nostro simpatizzante e di una nostra compagna
- Cile: “Un nemico potente e implacabile...”
- Salvare il pianeta... Ma come?