DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Rispetto e solidarietà per Alfredo Cospito, che si sta battendo contro una delle più raffinate e atroci forme di repressione di cui si mostra capace lo Stato democratico della borghesia italiana.

La sua vicenda politico-giudiziaria è solo la punta dell'iceberg di quel che la dittatura della borghesia sta preparando, e ha sempre preparato, per affrontare e reprimere lo scontro sociale che la crisi economica genera lentamente ma inevitabilmente. Lo fa, alternando storicamente (come le si conviene!) le forme complementari del fascismo e della democrazia, che solo reazionari in malafede possono spacciare per “contrapposte”.

Senza nascondere le differenze teoriche, organizzative, programmatiche, strategiche e tattiche che ci dividono, noi appoggiamo comunque la lotta sua e dei suoi compagni. Una lotta che fa parte della battaglia contro la repressione giudiziaria e poliziesca dei primi (purtroppo ancora minoritari e deboli, seppure determinati e combattivi) movimenti di resistenza economica e sociale contro gli effetti della crisi, contro la devastazione ambientale, contro le migrazioni e le guerre del capitale...

La repressione poliziesca si farà sempre più violenta: botte, legnate, vessazioni, come abbiamo già subito negli scioperi e nelle mobilitazioni di tutti questi anni (“Genova 2001” ne è stato il grazioso anticipo!); e sarà sempre più appoggiata e sorretta dalla repressione giudiziaria, con provvedimenti amministrativi, estensione dei reati associativi, legislazioni emergenziali... E ciò finché i rapporti di forza tra la nostra classe, vittima dello sfruttamento capitalista, e l'impersonale classe borghese non cominceranno a cambiare, permettendoci un'attiva difesa per rompere infine il monopolio della violenza dello Stato borghese.

Alfredo non è solo, come non sono sole le giovani proletarie in Iran e così come non devono essere lasciati soli i proletari russi, ucraini, palestinesi, e tutti gli altri prigionieri degli Stati che li massacrano nelle guerre del capitale, in Africa come in Asia.

Alfredo e tutti noi non saremo soli, nella misura in cui sapremo batterci oggi per moltiplicare, intensificare, estendere movimenti di resistenza sociale, economica, ambientale, contro tutte le molteplici forme dell'oppressione capitalista: per prepararci ad abbatterle e continuare a combattere per sradicare un modo di produzione assassino.

 

Toccano uno, toccano tutti!

7/1/2023

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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