DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
Migranti: Lo schifo della politica borghese
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Sui corpi sofferenti dei migranti in fuga da miseria, guerre, disperazione, dilaga sempre più la fetida melma della politica borghese, miserabile espressione delle primarie esigenze di sopravvivenza di un modo di produzione in crisi strutturale. E’ una partita, quella che si gioca su quei corpi, che una volta di più porta alla luce l’“essenza” di quella politica: intrallazzi con questo o quel governo straniero o banda di avventurieri per assicurarsi teste di ponte economiche e strategiche (un esempio? i rapporti fra Italia e Libia, o fra Italia e Francia), dinamiche neanche troppo sotterranee di contrasti inter-imperialistici, con i migranti come insanguinata moneta di scambio (un esempio? i rapporti fra Germania e Turchia, tra USA e Messico), squallide manovre di bassa cucina tra fazioni borghesi in fibrillazione (campo in cui l’Italia vanta una lunga tradizione), braccio di ferro di questo o quel paese con l’“Europa”. E soprattutto, operazioni mediatico-ideologiche (“Prima gli italiani”, per non esser da meno ad “America First”), volte a mobilitare in senso anti-proletario, con il supporto della manovalanza mafiosa e fascista e un progressivo irrobustimento dello Stato-sbirro, ampi strati di piccola borghesia e aristocrazia operaia disilluse e incarognite: operazioni mirate ad arginare e controllare i sussulti di classe che potrebbero sprigionarsi sotto la pressione di una crisi che nessun governo borghese, di qualunque colore esso sia, è in grado di risolvere.
Il fascismo c’è già: si chiama democrazia (comunicato a proposito dei fatti di Piacenza)
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Quattro giorni dopo l’aggressione delle “forze dell’ordine” al corteo di lavoratori a Piacenza, il 10/2, ecco che fioccano gli arresti. Di fronte a questi fatti, non abbiamo che da ricordare quanto sempre sostenuto: fascismo e democrazia sono due forme del dominio borghese, e non sono in antitesi l’uno con l’altra.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’intensificazione delle azioni repressive nei confronti di lavoratori in lotta: cariche poliziesche ai picchetti, aggressioni da parte di squadracce di crumiri, agguati ai delegati, uso sempre più esplicito della magistratura e sapiente utilizzo di formazioni fasciste e naziste in funzione anti-proletaria… Ma fascisti, nazisti e altri patriottici idioti sono solo crudeli e pericolosi strumenti della dittatura democratica borghese, oggi tollerati o tenuti sotto controllo da quelle stesse istituzioni che in un domani di inasprimento delle lotte sociali li lasceranno scatenare contro ogni proletario in lotta.