WHAT DISTINGUISHES OUR PARTY: The political continuity which goes from Marx to Lenin, to the foundation of the Communist Party of Italy (Livorno, 1921); the struggle of the Communist Left against the degeneration of the Communist International, against the theory of „socialism in one country“, against the Stalinist counter-revolution; the rejection of the Popular Fronts and the Resistance Blocs; the difficult task of restoring the revolutionary doctrine and organization in close interrelationship with the working class, against all personal and electoral politics.

Stretto lembo di terra incastrato fra alti monti e profonde valli e tagliato da ripidi torrenti, Genova è una “citta martire" del capitalismo. Sul suo delicato equilibrio di città-confine fra terra e mare, che per secoli il lavoro umano ha conservato intatta, si è accanito, nell’ultimo 70ennio, l’“homo capitalisticus": la città è stata cementificata e la crescita continua del suo inurbamento ha spezzato definitivamente gli antichi equilibri. Anno dopo anno, Genova ha subito ferite profonde e così, a ogni temporale, la natura si è scontrata violentemente con i manufatti umani.
A Ferragosto, poi, la tragedia (annunciata): un immenso, cementoso, pericolante, contestato viadotto si è afflosciato su se stesso senza una causa scatenante se non la sua inadeguatezza dal punto di vista strutturale – più di 30 morti, che potevano anche essere centinaia se a cedere non fosse stata la parte centrale, sopra il torrente, ma i piloni laterali che da decenni incombono su interi isolati di alti palazzi popolari.

 

Ma questa tragedia rappresenta un’eccezione? uno svolto non prevedibile e non previsto? Naturalmente no! Lo stato del ponte Morandi era ben conosciuto e per decenni schiere di politici e politicanti di destra e di sinistra, nei governi locali come in quelli nazionali, hanno sottovalutato il problema: per "l'homo capitalisticus" la priorità non è la vita, ma il dividendo!
Da decenni, noi comunisti andiamo denunciando che questo fetido modo di produzione è causa di tragedie e di morti – morti che si calcolano in milioni e milioni, frutto dell'incapacità della borghesia, accecata dalla corsa ai potenziali profitti, di trovare un equilibrio con la natura. Che cosa succederà ora e a che rappresentazione teatrale di bassa lega saremo di nuovo costretti ad assistere lo ricordiamo con le parole che scrivemmo, nel 1963, in occasione di un’altra tragedia – quella del Vajont:

"Socialmente e politicamente ci separiamo da quanti chiedono, in nome dei morti che hanno rischiata la vita perché una società iniqua desse loro la sola civiltà che possa elargire, le tre procedure risibili.
"L'inchiesta amministrativa, disposta dai ministri che hanno le mani in pasta, e demandata a professori di università, ligi al sistema della responsabilità di settore, per cui si ha il diritto di non sapere ‘la materia degli altri’ in questo sistema burocratico, scolastico e carrieristico che ci affoga.
“L'inchiesta parlamentare, in cui un gruppo di gente di nessuna preparazione, di ideologie contrastanti, salvo quella della brama del successo e dell'arrivismo politico che è lo stesso dall'estrema destra all'estrema sinistra, studiano quello che non capiscono e poi fanno votare l'assemblea dei ‘politici’, ossia di quelli che per primi dovrebbero andare al macero per liberare la società umana.
“La magistratura, che sa il suo mestiere nell'applicare un codice inchiavardato nella tradizione e nell'ultima costituzione, buono per il ladruncolo di poche lire e per il funzionario che in questo caso, solo ad andare dentro, aveva reso pubblico ‘rubandolo’ un documento che indicava che il sospetto tecnico della diga era fondato ed antico.
“Tre gradi diversi di beffa, non per i morti, ma per i vivi che guardano ai partitacci e ai giornalacci di tutti i colori, e affogano nella incoscienza dei loro destini." 
(da “La leggenda del Piave”, Il programma comunista, n°20/1963).

Non abbiamo nulla da aggiungere. Torneremo ancora sull’ennesima tragedia. Chiudiamo con le parole che terminavano l'articolo citato:

"Prima di piegare a noi la natura, dovremo aver piegate le sinistre forze sociali che ci schiavizzano peggio di milioni di metri cubi di pietre sepolcrali, e che mettono il responso degli esperti di oggi sotto la condanna dei lauti compensi e dei profitti esosi. Dobbiamo arginare le frane non di acque e terra; ma di schifosissimo oro."

Segnaliamo di seguito a simpatizzanti e lettori la storica serie di articoli usciti sulla nostra stampa a commento di eventi simili, succedutisi nei primi decenni dell’italiota Repubblica post-fascista.

 

Piena e rotta della civilta borghese: http://www.internationalcommunistparty.org/index.php/it/…

Omicidio dei Morti: http://www.internationalcommunistparty.org/index.php/it/…

Politica e costruzione: http://www.internationalcommunistparty.org/…/452-politic…

Pubblica Utilità cuccagna privata: http://www.internationalcommunistparty.org/index.php/it/…

Specie umana e crosta terrestre: http://www.internationalcommunistparty.org/index.php/it/…

Spazio contro cemento: http://www.internationalcommunistparty.org/…/373-spazio-…

I nostri testi: Drammi gialli e sinistri della moderna decadenza sociale: http://www.internationalcommunistparty.org/…/1417-i-nost…

La Leggenda del Piave: http://www.internationalcommunistparty.org/…/1659-la-leg…

Esploratori del domani: http://www.internationalcommunistparty.org/index.php/it/…

Questa friabile penisola si disintegrerà sotto l'alluvione delle «leggi speciali» vane, equivoche e sterili: http://www.internationalcommunistparty.org/…/454-questa-…

 

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                                                                           (il programma comunista)

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