DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

(Protokoll, pagg. 435-457 e Compte-rendu, pagg. 447-449)

Le obiezioni del compagno Lenin alle tesi da me presentate e ai miei argo­menti, sollevano questioni di grande interesse, che non intendo qui nemmeno sfio­rare e che si riallacciano al problema generale della tattica marxista.

Senza dubbio, gli avvenimenti parlamentari e le crisi ministeriali sono in stretto rapporto con lo sviluppo della rivoluzione e la crisi dell’ordinamento bor­ghese. Ma, per giungere a stabilire le forme di intervento negli avvenimenti dell’azione politica proletaria, bisogna rifarsi a considerazioni di metodo dell’ordine di quelle che, già prima della guerra, portarono la sinistra marxista del movimento socialista internazionale ad escludere la partecipazione ministeriale e l'appoggio par­lamentare ai ministeri borghesi, benché questi siano senza dubbio dei mezzi per intervenire nello sviluppo degli avvenimenti.

É la necessità stessa dell’unificazione delle forze rivoluzionarie del proleta­riato e della loro organizzazione nel senso dell’obiettivo finale del comunismo, che impone una tattica basata su certe regole generali di azione, anche se apparente­mente troppo semplici e troppo poco elastiche.

Penso che la nostra attuale missione storica ci detti una nuova e ben precisa tattica, cioè il rifiuto della partecipazione parlamentare, che non è più un mezzo per influire sugli avvenimenti in senso rivoluzionario.

L'argomento che si deve risolvere il problema pratico di un'azione parlamen­tare comunista rigorosamente disciplinata dal partito perché, in periodo post-rivo­luzionario, bisognerà sapere e potere organizzare istituzioni di ogni sorta con materiale umano tratto da ambienti borghesi e semiborghesi, potrebb'essere invoca­to allo stesso titolo per sostenere l'utilità di avere dei ministri socialisti in regi­me di dominazione borghese.

Ma non è il momento di approfondire questo tema e io mi limito a dichia­rare che mantengo le mie idee sulla questione che ci occupa. Sono più che mai convinto che l'Internazionale comunista non riuscirà a concretare un'azione che sia nello stesso tempo parlamentare e veramente rivoluzionaria.

Infine, poiché si è riconosciuto che le tesi da me proposte poggiano su princìpi puramente marxisti e non hanno nulla in comune con gli argomenti anar­chici e sindacalisti contro il parlamentarismo, spero che siano votare soltanto dai compagni antiparlamentari che le accettano in blocco e nel loro spirito, condivi­dendo le considerazioni marxiste che ne formano la base.

 

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