DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Benevento. In questo lungo periodo di blocco obbligato, i compagni hanno continuato a diffondere i materiali di partito via Internet, così come hanno fatto con l'iniziativa su Facebook per il 1° Maggio cui abbiamo già accennato nel n.2-3/2020 di questo giornale. In particolare, il comunicato sui fatti di Minneapolis ha riscosso un discreto ascolto online. A questo proposito: il 6/6/20 si è tenuto un… “parcheggio” sotto la sede della ex-Prefettura di Benevento (accorpata ad Avellino), promosso dai due centri sociali della città, per protesta contro l’uccisione, per l’appunto a Minneapoli, di George Floyd (ma sarebbe più utile che tali manifestazioni si snodassero per la città così da allargare la “platea dei coinvolti”, invece di sostare “in parcheggio”, come sembrano prediligere questi organizzatori!). Vi hanno partecipato circa 100 persone, quasi tutti giovani, e, come sta accadendo in tutte le manifestazioni a Benevento, anche con la partecipazione convinta di gruppetti di migranti africani. I compagni, oltre al volantino del partito, sono intervenuti anche con un “appello” del Comitato di lotta per migliori condizioni di vita e di lavoro (entro il quale operano da tempo) sulle conseguenze che si stanno palesando nel post-blocco e che ancora una volta, quindi come sempre, stanno ulteriormente aggredendo le condizioni di vita e di lavoro del proletariato, oltre a ormai consistenti strati di mezze classi.

Berlino. Come abbiamo anticipato nel numero scorso di questo giornale (n.2-3/2020), anche a Berlino le restrizioni a proposito del Covid19 hanno ostacolato lo sviluppo del lavoro politico e per il momento non è stato possibile tenere incontri pubblici. Tuttavia, i compagni hanno sfruttato le rare possibilità di uscita per diffondere i nostri volantini. E’ stato il caso del corteo tenutosi il 20 giugno, a proposito degli affitti in aumento e per i progetti di “centri sociali” avanzati dalla cosiddetta “sinistra diffusa”, progetti che sempre più si scontrano con la situazione relativa al mercato delle abitazioni: vi hanno partecipato circa 500 manifestanti in Potsdamer Platz e i compagni hanno diffuso una versione ridotta dell´articolo “La carenza di alloggi: piaga sempre aperta del capitalismo”, che in italiano si può leggere per l’appunto nel n.2-3/2020 di questo giornale. Il testo ha suscitato molto interesse fra i partecipanti al corteo, aperti alla nostra critica.
Il 27 giugno, poi, alla Siegessäule vicino alla Brandenburger Tor, s’è svolta una manifestazione di Black Lives Matter, con circa 1.500 partecipanti. Gli organizzatori non erano gli stessi che il 6 giugno avevano dato vita a un altro corteo con almeno diecimila partecipanti – corteo che, pur con posizioni che, in questo genere di movimenti, spesso sono molto moraliste e superficiali, del tipo “democratico e antifascista”, almeno faceva riferimento, sia pure in modo non approfondito, alle condizioni di lavoro e a una vaga prospettiva di classe. In questo caso, la situazione era molto peggiore (o, per meglio dire: più chiara, per chi ha ancora illusioni circa i movimenti interclassisti e delle mezze-classi come elementi determinanti): alla presenza di rappresentanti americani dello schieramento democratico (siamo già in campagna elettorale?!), i contenuti dominanti della manifestazione finivano per essere gli slogan “Siamo tutti uguali” (in una società classista!) o “justice and peace” (ma una volta non era “no justice, no peace!”? bah!), oppure la celebrazione della “vittoria della libertà” targata RFT sulla RDT (?!), e – ciliegina finale! – “La libertà degli Stati Uniti vale per tutti”!... In questo ambiente, era ovvio avere problemi a diffondere le nostre posizioni e discutere con i partecipanti, ma uno dei rari presenti interessati alle nostre posizioni ha formulato bene la situazione: “I discorsi sono terribili, l’atmosfera è come quella del cimitero!”, poi ha preso qualche volantino perché non c’era “nient’altro di serio in questa manifestazione”!

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