DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Su di un mondo ed una società in dissoluzione incombe la sinistra ala di un vampiro che addormenta la sua vittima e poi senza che sangue fuoriesca la uccide: il Compromesso.

Ancora una volta vedremo il Compromesso, non la Guerra e nemmeno la Rivoluzione, perchè la storia ha fatto sì che il patto infame giochi tra gli Stati e tra le Classi, per la durata ancora lunga dell'immenso Inganno che si chiama Mosca.

La nostra posizione di antipacifisti ci chiami ancora una volta la vecchia e onorevole accusa di settari. Lenin, ci si griderà, vi aveva insegnato che alla rivoluzione può servire il compromesso.

La posizione di Lenin era rivoluzionaria e dialettica, ma l'odio nostro al compromesso è metafisico. Egli sostenne che alla causa della rivoluzione poteva servire anche il metodo del compromesso, che nella sua concezione concedeva, in dati casi,  di guadagnare il tempo utile per infliggere nel cuore del nemico la punta inesorabile dell' aggressione. Egli insegnò per chi seppe essere a quell'altezza che oltre un certo limite e ciclo cortissimo, che con lui vedevamo venire nel 1918-21, il compromesso conduceva come nel 1914 nella palude mortifera della controrivoluzione. Contro di Lui e contro tutti noi che studiavamo la linea fatale, la storia passò quel limite e la rivoluzione fu uccisa.

Oggi la formula universale dei politicanti per l'applicazione al Medio Oriente in fiamme è chiara, ed è degna di un'operazione di bassa polizia: un Alto Commissariato Internazionale combinato in sostanza tra i due grossi mostri: Stati Uniti e Russia, che permetta ai due di continuare l'ipocrisia della loro agitazione. Per i primi l'avvio a libere elezioni, per i secondi la decisione spontanea delle masse, che sono due versioni della stessa infamia. E' come quando un ministro degli Interni scioglie un'amministrazione democratica (!) locale e le sostituisce un funzionario del centro con tutti i poteri.

E' la Russia che proclama che questo atto di dispotismo  deve essere irrogato da una ristretta «riunione al vertice» ad alto livello, di quattro o cinque Grandi del Mondo.

Una volta ancora la forma di organizzazione non si lega stabilmente ad un contenuto storico. La riunione dei pochissimi big ricetta per la Pace?

Sarà ancora una volta ricetta utile al compromesso. Ma i giovani non ricordano che nel 1939 fu ricetta per la Guerra a Monaco. Egli è che la Guerra e la Pace non dipendono né dai vertici, né dalla base (come nella propaganda russa) delle masse popolari che la guerra non vogliono. La guerra non la vuole nessuno, gli apici meno delle basi. Ma non fermerà per sempre la guerra nessuna coscienza di pace, bensì la Guerra sociale contro il Capitalismo.

Da Cristo i rivoluzionari sanno che l'umanità non avanza con la Pace ma nella lotta: non sono venuto a portarvi la pace, ma la guerra!

A Monaco i grandi erano quattro: Hitler, Mussolini, Chamberlain e Laval. Laval fu giudicato fascista, Chamberlain ombrellaio, gli altri due finirono uccisi. Il Benito si crogiolava come interprete perchè solo sapeva le quattro lingue, e nessun funzionario era nella sala del sinedrio. Egli inoltre si assunse invano la veste di angelo della pace e credette -ingenuo! - di poter fermare da quella stanza la marcia della seconda guerra imperialista.

L'Italia ne restò fuori, come nella prima, circa dieci mesi. Il genero Ciano fu mandato a fare il discorso pacifista alla Camera. Ma alla fine i tedeschi imposero al suocero di fucilarlo perchè voleva trattare la pace ad ovest.

L'ultima idea geniale inutile di Benito fu l'intesa tra Hitler e Stalin, per cui nel 1944 era troppo tardi.

Si trattava di tre vertici tutti detestabili. Ma in una tale prospettiva poteva forse prevedersi un mondo diverso e meno schifoso di quello di oggi, e che forse si vedrà un giorno come passerella al mondo comunista, dai traditori gettato lontano.

La distruzione della culla del Capitale. l'Inghilterra - ma insieme della dorata bara di esso, su cui un giorno i becchini, che Carlo Marx evocò, faranno cadere il pesante coperchio: gli Stati Uniti d'America.

 

Partito Comunista Internazionale
(
il programma comunista, n. 15, 4-25 agosto 1958)


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