DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

In occasione del Primo Maggio, si è tenuto a Pioltello un corteo con assemblea promosso dal S.I. Cobas, dal Presidio permanente Esselunga di Pioltello, dal Coordinamento di lotta delle Cooperative della Logistica di Milano e Piacenza e da altre sigle, gruppi, centri sociali e organismi vari. L’iniziativa prosegue e allarga quella organizzata negli ultimi anni, una manifestazione alternativa rispetto ai due “grandi” appuntamenti ormai storici del Primo Maggio milanese: al mattino, il corteo ufficiale dei sindacati e partiti opportunisti (“Lotta coccardista” compresa) e al pomeriggio il May Day rave party dei sindacatini di base e dei centri sociali.

Diciamo subito che di questa manifestazione, che ha raccolto alcune centinaia di partecipanti (soprattutto lavoratori extracomunitari, protagonisti delle lotte recenti e ancora in corso nella logistica, di cui abbiamo ricordato l’importanza nei numeri scorsi di questo giornale), i media “di sinistra”, radiofonici o giornalistici, si sono ben guardati di dar notizia o di far la cronaca, ribadendo così il proprio carattere di autentiche mosche cocchiere dell’opportunismo. Ma questa non è certo una novità né una sorpresa.

Diciamo poi anche che, se l’iniziativa ha avuto l’indubbio carattere di una giusta e forte sottolineatura delle lotte condotte da questi autentici proletari, e della necessità della loro organizzazione ed estensione, molto lavoro va ancora fatto proprio in quest’ultimo senso, anche per evitare la tentazione di ghettizzarsi: è giusto abbandonare il centro di Milano al proprio destino, ma forse la scelta di Pioltello (quartiere dormitorio, sparpagliato, non facile da raggiungere) non è stata la più felice. D’altra parte, il Primo Maggio viene e va, i problemi restano. E i problemi sono quelli di operare nel senso che si diceva sopra: allargare e coordinare il fronte delle lotte, per arrivare, non a una banale sommatoria di sigle (quanti esperimenti fallimentari di questo tipo si sono susseguiti in passato!), ma a un coordinamento delle lotte sul territorio, nella prospettiva di creare (come abbiamo scritto nel nostro volantino per il Primo Maggio), intorno a contenuti e metodi classisti, organismi territoriali indipendenti di difesa economica e sociale, stabili e solidi nelle loro strutture, aperti a tutti i lavoratori, occupati, precari e disoccupati, che si facciano carico di tutte le necessità della lotta e della sopravvivenza dei proletari – dalle assemblee ai picchetti, dalle casse-sciopero ai problemi dell’alloggio e del caro-vita, alla risposta organizzata a crumiri, provocatori, aggressori e altra feccia del genere.

Solo così si può reagire sia alla rassegnazione sia all’autolesionismo. Lasciamo ai becchini della stampa, della radio e della televisione il compito di stilare réportages stomachevoli sui “suicidi da crisi” o di inneggiare allo spirito di sacrificio di chi, disperato e male indirizzato da sindacati farabutti, s’immola su tetti, torri, carro-ponti e tralicci. E lavoriamo con metodo all’organizzazione, estensione, direzione delle lotte, senza dimenticare chi nel mercato del lavoro entra ed esce o ne è stato espulso con poche prospettive di rientrarvi. Su questo piano, senza questioni di sigle o di gelosie territoriali, noi siamo pronti, come sempre e nei limiti delle nostre forze, a dare il nostro contributo. 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2012)

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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