Il 3/2 si è tenuto l'ennesimo incontro sulla vertenza presso il Ministero del "made in Italy" e si è potuto capire che: 70 lavoratori dei 450 previsti in esubero si sono licenziati seguendo gli accordi del caso per chi volontariamente lasciava l'azienda; su eventuali compratori del sito produttivo non c'è ancora chiarezza ma solo voci: le ipotesi adesso parlano addirittura di 5 multinazionali interessate, ma non si riesce a capire se questi eventuali compratori manterranno una produzione di grandi motori o se si occuperanno di altro. Inoltre, notizia emersa proprio dall'incontro del 3/2, il gruppo Warstila, confermando lo spostamento della produzione in Finlandia, ha aperto alla possibilità di un massiccio investimento a Trieste per quello che concerne l'attività di ricerca e sviluppo (con il solito richiamo al green) che potrebbe diminuire il numero di lavoratori in esubero. Ma il tutto sta esattamente così: nel senso che quello che è dato a sapere alla comunità sono queste dichiarazioni ufficiali/ufficiose. Come riportato dagli organi di stampa, "i sindacati chiedono al governo di tenere monitorata la situazione". Punto.