DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Delegazione del partito a Mosca

 

Roma, 5 agosto 1922

 

Cari compagni,

il C.E. è impressionato dalla vostra inattività. Se non riceveremo entro il più breve termine soddisfacenti spiegazioni e una relazione sul vostro lavoro, ci riserviamo di far rientrare telegraficamente quelli tra voi che non sono strettamente indispensabili, non essendo giusto che si trascorrano costà mesi e mesi nell’ozio mentre qui i comunisti lavorano e combattono con non lievi sacrifizii di ogni natura.

Nemmeno ci è riuscito, con grande disappunto, di conoscere se è vero che Gramsci non è in buone condizioni di salute, e di avere sue ampie notizie. Dal ritorno di Bordiga NON UN RIGO è da voi pervenuto. Vorreste dire in quali occupazioni passate il tempo che vi devono pur lasciare libero le ben note distrazioni di codesto ambiente? Sappiate che nel nostro partito non si intende tollerare forma alcuna di leggerezza o di strafottenza.

Vi uniamo copia di un rapporto al Comintern, e il testo dei telegrammi internazionali che vi abbiamo rimesso per via ordinaria, tradotti m opportunamente cifrati. Confermateci l’arrivo e la interpretazione da parte vostra di tali dispacci. Ci auguriamo che abbiate voglia e capacità di servirvi dei noti sistemi di comunicazione concordati con Bordiga, pur non essendo costretti a farne uso tanto spesso quanto noi, esposti alle carezze dirette del sistema e del potere borghese.

Saluti comunisti.

 

Alla delegazione del partito a Mosca

 

Roma, 6 agosto 1922

 

Cari compagni,

Sempre più ci viene fatto di chiederci a quale scopo abbiamo a Mosca una nostra rappresentazione politica incaricata di mantenere le direttive del nostro partito e di illuminare la politica italiana del Comintern con i dati della situazione.

Abbiamo avuto copia del telegramma del Comintern a Lazzari, ed esso ci trova profondamente avversi. Voi non avete dunque fatto nulla per sostenere il nostro punto di vista? Non avete espresso un diverso parere? Dobbiamo pensarlo, se nulla avete trovato opportuno comunicarci.

Nel nostro rapporto sulla quistione del partito socialista italiano, di cui abbiamo mandato copia, sperando che l’avreste letto... nei ritagli di tempo, esprimevamo il nostro punto di vista sull’argomento.

Il manifesto ai lavoratori italiani sul congresso socialista non era malvagio, ma questo telegramma a Lazzari (destinato alla pubblicazione?) è un vero colmo.

Noi constatiamo che l’intervento dell’Internazionale nelle cose italiane si fa solo quando occorre caricare il nostro partito di critiche assurde e da orecchianti, oppure in quanto riguarda gli affari del P.S.I. in modo da porgere a questo dell’ossigeno estremista nei momenti in cui sta per essere fregato. L’ultimo movimento, ha moltiplicato la nostra importanza politica e ha effacé i socialisti: sfatato il collaborazionismo non resta che dare gli ultimi colpi al serratismo, ed ecco che si viene a valorizzarlo con l’invito ai terzinternazionalisti a sostenerlo se romperà con i riformisti, cioè se compirà la più insidiosa e disfattista delle sue manovre.

Compagni che sono alla destra del partito dichiarano che una politica di avvicinamento e poi di fusione coi massimalisti provocherebbe un vero esodo dal nostro partito: se noi scriviamo queste cose sembreremo dei ricattatori, e poi ci pare che si circondi di sfiducia tutto quello che dicono e fanno i comunisti, mentre si sorride a tutti gli scalzacani della politica italiana – che poi ci fregano regolarmente, noi e l’Internazionale – da Lazzari a D’Annunzio.

Starebbe a voi reagire a questo modo di fare e informarci a tempo dell’indirizzo che costa si adotta. Ma voi tacete: e... fate quel che non diremo per non lasciare certe cose agli atti del partito.

Date urgenti spiegazioni su tutto questo, e comunicate se intendete occuparvi del vostro mandato e sostenere le direttive del vostro partito, oppure vi considerate in viaggio di piacere, e siete indifferenti al crearsi di situazioni spiacevoli di contrasto tra noi e Mosca.

Se poi vi avessero persuasi a quelle verità tattiche che noi per nostra limitatezza non intendiamo e a cui non ci adottiamo, vogliate almeno con la vostra eloquenza epistolare farci parte di tali lumi, per non lasciarci nell’oscurità e nell’errore. Ma in ogni caso, e qualunque opinione si abbia sul calcolo sublime della politica, occorre brandire una penna volgare e pestare su una macchina da scrivere, e dare un segno di vita al partito che costà vi ha delegati.

Saluti comunisti, e scusate lo stile dovuto al fatto che in questi giorni abbiamo per le mani certi c... probabilmente ben diversi da quelli di cui costà fassi [si fa] larghissimo impiego.

 

 

Delegazione del partito a Mosca

 

Roma, 25 agosto 1922

 

Cari compagni,

 

ecco nostre definizioni definitive in merito alla questione del P.S.I. Data la portata del dissenso, per cui dai rapporti con Maffi si arriva a quelli coi massimalisti, non è più il caso di manovrare e trattare per componimenti intermedi. Ritenete ritirata ogni vostra offerta a nome del partito, il quale dinanzi al fatto della lettera di istruzioni ai tre fenicotteri, ha preso posizione con la sua ultima lettera al Comintern.

Noi crediamo che il Congresso socialista riserverà una sorpresa ai compagni del Comintern. Fate intendere il nostro disappunto pel fatto che si vede il problema centrale nel congresso socialista e si mette ogni momenti in forse la nostra qualità di partito solidamente costituito, e si progettano rabberciamenti organizzativi, mentre ben altre sono le brucianti caratteristiche della situazione della lotta di classe in Italia e noi siamo in piena battaglia per salvare il movimento proletario, e nella stessa misura conquistarlo al partito e alla Internazionale. Si dà peso enorme alle offerte di Maffi, che non rappresenta nulla (i suoi aderenti saranno la metà di quelli annunziati da Chiarini, il quale in quanto al resto è veritiero) e si trascurano le nostre indicazioni e proposte sul da farsi nell’attuale momento veramente interessante. Si dimostra di non intendere nulla del problema dell’azione comunista in Italia: dopo gli avvenimenti di questi giorni noi ci confermiamo sempre più nel punto di vista tattico del nostro congresso di Roma, e vediamo come ogni altra attitudine condurrebbe al naufragio: si dimentica che abbiamo navigato finora e navighiamo tra le tempeste!...

Sulla questione specifica del P.S.I. ecco quanto: siamo contro per ragioni di principio e pratiche ad ogni noyautage anche “ufficioso” nel P.S.I. e non tratteremo né con i maffisti né con i serratisti, agli effetti del congresso socialista e di fusioni col nostro partito. Sul terreno sindacale e del fronte unico è un’altra cosa: ma trattare per entrare nella Internazionale no: si passa dalla porta e uno per uno.

Non decamperemo da questa tesi senza un congresso del nostro partito. In questo potremo anche accettare l’ordine di tacere e rinunziare a difendere il nostro punto di vista: al tempo stesso rinunzieremo definitivamente a restare alla testa di un partito che non vogliamo dirigere violando il dovere della disciplina, e che non possiamo infinitamente dirigere mentre si creano ogni giorno cause di debolezza alla dirittura continua e logica della azione nostra. La piccola minoranza del PCI, se pure non si ribellerà all’idea dei contatti spinti tanto a destra anche essa, potrà ereditare, con i suoi uomini che anche ultimamente hanno provato come non abbiano lo “stomaco di struzzo” che ci vuole a stare sulla passerella del comando durante certe bufere: parlo di sostegno di responsabilità morali, non di coraggio fisico, sul quale ci sarebbero anche degli aneddoti...

Ai tre emissarii faremo recise dichiarazioni: saremo al loro servizio per la tecnica, e basta. Invano abbiamo descritta la vera situazione del PSI. Aspettiamo: il tempo è galantuomo. Ma francamente il nostro scontento per le direttive che si pigliano è tale che, anche se lo sviluppo della situazione spezzerà i progetti da noi criticati, non si eliminerà un grave stato di disagio.

Una cosa può essere certa: che al IV congresso mondiale porteremo il partito così come è costituito è indirizzato. Poi si vedrà.

Considerate come confidenziale il “frasario” di questa. Dopo certi episodii di attività acceleratissima siamo abituati a procedere “a c... sfondato”.

 

Saluti cordiali.

 

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