Bolla Numero Uno
La borsa di Wall Street sembra inarrestabile: venerdì 2 agosto 2013 ha raggiunto, per l’ennesima volta, il suo record storico, spingendo l’indice S&P500 sopra la vetta dei 1700 punti. Del resto, l’economia statunitense continua a mostrare segnali incoraggianti: così ci dicono gli illustri economisti sulle pagine dei giornali. Poi, però, sotto i colpi della crisi economica e davanti alla realtà materiale del mercato capitalistico, devono correggere il tiro: allora ammettono che uno dei motivi di crescita della Borsa è legato agli utili che le aziende registrano, spesso superiori alle previsioni degli addetti ai lavori – e, dato che la Borsa si muove sulle attese, chi supera le previsioni vince.
Ma, perché la cosa funzioni, gli utili devono corrispondere alla verità. E, in un mercato malato di sovrapproduzione di merci e quindi con difficoltà nel vendere, le bugie hanno le gambe corte. Una dimostrazione? Nell’ottobre 2012, si pensava che i profitti sarebbero cresciuti mediamente del 12% nel 2013, mentre le ultime previsioni si sono ridimensionate a un ben più modesto 6,7%. E’ chiaro che la Borsa, in queste condizioni, subirà le conseguenze: rischio bolla. (dati dal Sole – 24 Ore del 4 agosto 2013).
Bolla Numero Due
Negli USA, sono quasi 40 milioni gli studenti che si trovano in difficoltà nell’onorare i debiti contratti per completare gli studi: vale a dire, quasi mille miliardi, stando alle stime della Federal Reserve nel suo rapporto trimestrale di agosto 2013 sulle finanze delle famiglie. E il debito per l’istruzione si è ormai trasformato in crisi carica di rischi, secondo per dimensioni solo ai mutui per la casa che furono al centro del collasso del 2008 e cresce tutt’ora a ritmi vertiginosi. In dieci anni è salito del 300% e di otto miliardi negli ultimi tre mesi (giugno-luglio e agosto 2013).
L’impatto sull’economia americana di questo “peso”, che agli attuali ritmi supererà i duemila miliardi entro il 2015, sarà esplosivo. La necessità d’intervenire ha cominciato a far breccia nel mondo politico: il presidente Barack Obama ha promesso investimenti per l’istruzione, ma, di fronte a una aperta crisi economica come quella odierna, ciò non può bastare. Il “sogno americano” annaspa in un mare di debiti: terreno ideale per lo scoppio di una bolla. (Sole – 24 Ore, 18 agosto 2013).
Partito Comunista Internazionale