DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Si continua a morire nelle miniere di carbone...

29 minatori sono morti ai primi di aprile, nell’ennesima tragedia della Upper Big Branch, a cinquanta chilometri da Charleston, West Virginia – una miniera già segnata, negli ultimi anni, da un susseguirsi di incidenti mortali. I giornali ci spiegano che è “il peggior disastro minerario negli Stati Uniti dal 1984 a oggi”: ma, come ha ricordato giustamente qualcuno, la definizione ufficiale di “disastro” è, nel gergo cinico dell’ufficialità, “un incidente con almeno cinque vittime” – le morti singole a ripetizione e i tre morti in media al giorno a casa, per le conseguenze del lavoro in miniera, non fanno “disastro”. Certo è che il West Virginia, in quanto uno dei maggiori stati produttori di carbone negli USA, è al primo posto in questa tragica lista “ufficiale”: nel 2006, a Sago, 12 minatori persero la vita in seguito a un’esplosione di metano; e proprio nel West Virginia (a Monongah, nel 1907), si verificò una delle più grosse tragedie minerarie, la “Marcinelle americana” (con riferimento alla tragedia verificatasi in Belgio nel 1956): 425 morti, di cui 171 immigrati di origine italiana. Ma il West Virginia è anche famoso per le grandi lotte condotte dai minatori: nel 1920, ci fu il lungo e sanguinoso sciopero a Matewan; nel 1922, nel corso degli scontri fra minatori e milizie private delle compagnie, dovette intervenire addirittura l’aviazione militare; e più di recente, nello sciopero del 1984-85, la polizia privata aprì il fuoco sui minatori... I “musi neri” continuano a morire: ma hanno anche una tradizione di lotta aperta e generosa.

... e sulle piattaforme petrolifere

11 lavoratori della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon (British Petroleum) sono morti in seguito a un’esplosione, al largo della Louisiana. Il successivo disastro ambientale, che pare configurarsi come ancor peggiore di quello famoso dell’Exxon Valdez in Alaska (e di cui scriviamo in un altro articolo), ha oscurato – sui mezzi di informazione – quest’ennesima strage di lavoratori: una strage anch’essa molto comune, sulle numerose piattaforme petrolifere che punteggiano il mare al largo della costa della Louisiana e su cui operano proletari (immigrati recenti e non) provenienti da alcune delle zone più depresse degli Stati Uniti, soprattutto dopo le devastazioni compiute da uragani come quello del 2005, noto come “Katrina”. Il tributo di sangue dei proletari americani è altissimo: e anche questo verrà messo nel conto finale.


Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2010)

 

 

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