DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Bordiga. Comunica che in serata vi sarà la riunione della Commissione per la questione italiana a cui forse parteciperanno i massimalisti. Egli ha protesta presso Zinoviev dell’intervento di questi. Zinoviev si è riservato di decidere in merito. Tratta del contegno che la delegazione deve tenere alla riunione.

Egli chiederà di parlare per primo per dimostrare: che il P.C. è il solo partito della classe operaia; che se Serrati è abbandonato dalla Internazionale sarà isolato. La delegazione dovrà mantenersi su questa linea fino a che il Congresso non abbia deciso la fusione. Dopo noi potremo discutere – se la maggioranza lo crede – sulle modalità di fusione. Personalmente Bordiga si dichiara contrario a scendere in trattative.

Scoccimarro. Dobbiamo stabilire un primo atteggiamento: quando l’Internazionale abbia deciso la fusione, noi come ci comporteremo? Agiremo contro o ci disinteresseremo? Se la delegazione italiana non partecipa alle trattative quale sarà la sua posizione? Secondo me è pericoloso che la fusione venga trattata dalla sola minoranza.

Sulle questioni poste dai compagni si discute lungamente. Le due correnti che si sono manifestate presentano le seguenti mozioni:

La maggioranza della Delegazione stabilisce di sostenere nella Commissione e nel Congresso, la tesi contraria alla fusione.

Di proporre alla Commissione di portare al Congresso la questione di massima prima di ogni dibattito sulle modalità della fusione.

Di esaminare solo dopo il voto di massima del Congresso la eventualità di discutere le modalità della fusione”.

Questa mozione è stata approvata da: Bordiga, Ravera, Longo, Peluso, De Meo, Scoccimarro, Natangelo, Giulianini, Tresso, Germanetto, D’Onofrio, Gorelli.

 

La maggioranza della Delegazione decide:

Di sostenere strenuamente in sede di commissione la opposizione alla fusione.

Se la fusione viene deliberata, di partecipare alla discussione sulle condizioni della fusione stessa.

Delle condizioni che la maggioranza dovrà porre si riserva di farne oggetto di una successiva discussione unitamente alla minoranza.

La discussione di commissione potrà essere abbandonata soltanto in sede di trattazione delle condizioni sulla fusione qualora la maggioranza non giudicasse sufficientemente tutelata la propria responsabilità politica dalle eventuali conclusioni della commissione.

In sede di Congresso si illustreranno le ragioni dell’opera delle tesi della maggioranza anche se si sarà raggiunto l’accordo sulle condizioni della fusione, e ciò per mettere bene in chiaro di fronte alla Internazionale le ragioni di principio che guidarono la polemica sulla fusione col P.C.I.

Il voto su questa mozione è impegnativo per tutta la maggioranza della delegazione”.

Questa mozione è stata approvata da Azzario e Marabini.

Arcuno non vota nessuna mozione.

Gli altri membri della maggioranza erano assenti dalla riunione.

 

 

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