DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Si concorda che a nome di tutta la Delegazione il comp. Bordiga possa ufficialmente e ufficiosamente far presente alla Commissione per la questione italiana che la Commissione stessa non riunisca massimalisti e comunisti insieme prima che il Congresso abbia deliberato la riammissione del PSI nell’Internazionale.

Bordiga propone che un italiano parli sul Comma “Cinque anni di rivoluzione” sfruttando l’atteggiamento di Serrati nei riguardi della stretta di mano di Cicerin al re. Gramsci ricorda di far risaltare pure l’atteggiamento socialista nei riguardi della Nuova Politica Economica. Il comp. Marabini viene designato come oratore.

Graziadei (sulla questione agraria): Varga ha invitato ogni delegazione ad esporre il programma agrario del proprio Partito non solo nella parte che riguarda la questione dopo la dittatura, ma anche per quella inerente al periodo precedente. Noi abbiamo deciso di estrarre dalle nostre tesi la parte riguardante il movimento dei contadini prima della dittatura aggiungendovi qualche cenno statistico sulle principali categorie della classe dei lavoratori dei campi. Gramsci avverte che il problema agrario oggi non si può disgiungere dal fenomeno fascista, col quale noi dovremo fare i conti per molto tempo, forse fino all’avvento della dittatura.

Riunione del 13 al Cremlino di tutta la Delegazione italiana (prima della riunione con la Commissione per la questione italiana)

Presenti: Bordiga, Tasca, Azzario, Peluso, D’Onofrio, Gorelli, Bombacci, Graziadei, Germanetto, Longo, Lunedei, Presutti, Gramsci, Tresso, Scoccimarro, De Meo, Ravera, Vota, Caretto, Natangelo.

Bordiga comunica che i membri della Delegazione possono avere rapporti con compagni italiani e russi non delegati solo attraverso l’ufficio della Delegazione o i nostri incaricati permanenti a Mosca. Comunica l’incidente avvenuto stamani col Vax (Tasca dà spiegazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate dai compagni). I compagni Gramsci e Tresso avevano avuto l’impressione che il Vax fosse superfluo, ma non avevano espresso con chicchessia questo pensiero. Legge una dichiarazione che farà pervenire al Presidium del Congresso.

Bordiga comunica di aver fatto delle pratiche perché i lavori del Congresso si svolgano con minore intervallo di tempo fra una seduta e l’altra; finora non si sono potute trattare le varie questioni che ci interessano, per cui si tratterà ora la più urgente: la questione italiana. Si era chiesto di non cominciare i lavori della Commissione prima di avere avuto informazioni dirette dall’Italia. A ciò però non si arriverà. È bene trattare prima il procedimento da seguirsi. Vi sono due questioni: una, pro e contro la fusione; l’altra, come dovrà avvenire la fusione. Si dovrà dare però inizialmente un’ampia informazione sui precedenti della questione. Si proporrà di fare questo rapporto all’inizio della riunione. Al rapporto della maggioranza la minoranza farà seguire tutte le osservazioni e le correzioni che crede. Gramsci può utilmente riferire su una prima parte, Bordiga su una seconda, ed eventualmente il corriere atteso sulla situazione creata dal fascismo. Tasca e Gramsci sono del parere che questo rapporto sia scritto e diffuso, ogni discorso venga ampiamente resocontato, poi rivisto, corretto e diffuso. Gramsci: essendovi due Commissioni il rapporto scritto si può fare per la Grande Commissione. Graziadei dice che con la Piccola Commissione si faccia un semplice rapporto orale: in vista della riunione con la Grande Commissione si preparino due rapporti scritti: uno per la maggioranza e uno per la minoranza. Azzario dice che si stabilisca il punto fin dove maggioranza e minoranza possono concordare. Arcuno crede inutile questa discussione preliminare perché non è utile porre dei limiti alla discussione, che deve essere la più ampia possibile. Bordiga: questa discussione non può essere esclusa a priori; per ora attendiamo.

Tasca: Comunque si veda il problema della fusione, per me la garanzia fondamentale è che maggioranza e minoranza possano trovare una possibilità di azione comune al fine di impedire che gli elementi con cui verremo a contatto possano prendere una prevalenza e inserirsi nel corpo del Partito comunista. La maggioranza tenga presente questa nostra buona intenzione.

Maggioranza e minoranza si riuniscono ciascuna per conto proprio.

Bordiga informa sul punto di vista del C.C. sulla questione italiana e come deve funzionare la Delegazione. La minoranza era sorta per altri motivi ma tutto faceva credere che anche su questa questione si mettesse contro il C.C. Si decise di lasciar libera la minoranza di dare mandato preciso alla maggioranza. Su alcune questioni però è stato dato mandato di fiducia alla Delegazione (maggioranza) e noi ci riuniremo quando ne sia il caso (La questione Caretto viene risolta in presenza di tutta la Delegazione. Caretto declina il mandato del C.C. di sostenere nel Congresso la linea politica tracciata dalla Centrale).

Il C.C. si è occupato della tattica, del programma, del movimento sindacale, della questione socialista: ha stabilito che sul primo punto si parli contro le tesi dell’Internazionale, sul secondo si concordi con Bucharin nel senso che l’Internazionale deve avere un programma breve, teorico, di principio, generale, e uno particolare per ogni singolo Paese. Per l’ultima questione: Opposizione di principio alla fusione e sostenere il criterio della domanda personale di iscrizione. Prospettata la possibilità che il Congresso ci dia torto, si fu d’accordo di essere disciplinati alla maggioranza. Sulla questione se si doveva poi scendere a trattare delle modalità della fusione, l’Esecutivo era del parere che non si dovesse discutere; compagni della Centrale mossero delle osservazioni a questo riguardo, per cui si concordò di dare per ciò mandato di fiducia alla maggioranza. Ora, in più, si presenta la nuova situazione creatasi in Italia. Essa può dare argomenti pro e contro la fusione. Ma per pronunciarsi in proposito occorrono dati più precisi che ci porterà il corriere. Si decide di trattare sommariamente la questione: la maggioranza deve sempre trattare la fusione o no?

Azzario. Data la situazione, e per altre considerazioni, sono d’avviso che si debba partecipare a tutte le trattative successive quando si fosse battuti sulla questione della fusione, e che si debba fin d’ora accordarsi per quanto è possibile con la minoranza. Natangelo propone di non parlare della questione prima che arrivi il corriere. Bordiga: Non sono dell’opinione di Azzario sulla questione, ma propongo che sia trattata dopo scambiate le prime vedute nella Commissione. Questa proposta è accettata.

Bordiga dice che verrà lasciata libertà alla minoranza, e che la maggioranza designerà di volta in volta i propri oratori. Gramsci: Le Commissioni cercheranno di esaurire tutti gli argomenti per ridurre al minimo la discussione al Congresso. Noi invece dobbiamo cercare di risollevarla. La maggioranza della Delegazione è impegnata a votare a seconda della maggioranza di essa.

Bordiga: Non dobbiamo tollerare che i socialisti critichino il partito comunista. Al caso noi usciremo dal Congresso. Lunedei propone invece di insorgere contro l’oratore e di non uscire.

Viene accettata la proposta Bordiga dopo alcune spiegazioni.

 

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