DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

(Il Sindacato Rosso, 10 giugno 1922)

La compattezza e l’entusiasmo di cui danno prova gli scioperanti metallurgici della Lombardia, sono meravigliosi. Dopo aver affermato con una votazione plebiscitaria la loro irriducibile volontà di opporsi a qualsiasi diminuzione di salari, le maestranze hanno accolto l’ordine di sciopero fra acclamazioni di giubilo. Tutti gli stabilimenti in- teressati nella lotta sono stati disertati in massa; le poche ditte che avevano incettato personale fascista o crumiro, non ebbero maggior fortuna giacché anch’esse dovettero fermare per mancanza di lavoratori. L’entusiasmo della massa si manifesta soprattutto attraverso i numerosi comizi che i comitati locali d’agitazione convocano per tenerla informata sull’andamento della lotta. Tutti gli scioperanti vi partecipano portando in essi il loro spirito battagliero, i loro propositi, le loro idee. Per questo il loro entusiasmo è spontaneo, genuino, maturato di lunghissima esperienza e prodotto dalla coscienza della necessità della battaglia e dei mezzi a cui si deve ricorrere onde rendere sicura la vittoria. Perché questa massa così compatta, così decisa a battersi fino all’ultimo straccio da portare al Monte di Pietà è terribilmente aliena dalle tirate retoriche e dai pistolotti d’occasione. Essa non si lascia influenzare dai discorsi d’occasione, e non

appena si accorge che qualche oratore sta deviando nei viottoli dell’opportunismo e dell’incertezza, lo fischia sonorissimamente.

Questo fatto dimostra meglio di tutti gli arzigogoli che la massa ha una propria direttiva, e questa direttiva va diritta all’allargamento immediato dello sciopero, non solo a tutta la categoria metallurgica ma alla classe lavoratrice tutta intera.

Qualcuno afferma che gli scioperanti sono per l’azione generale solo perché subiscono l’influenza dei comunisti. Che i comunisti esercitino una grande influenza sulla massa non c’è dubbio; ma ciò è dovuto non all’etichetta che essi possono portare all’occhiello della giacca, ma al fatto che rispecchiano veramente quello che è il suo stato d’animo e quella che è la sua convinzione e la sua volontà. La massa ha già fatto amarissima esperienza della tattica caso per caso; e dallo studio che tutti i giorni fa della situazione, trae il convincimento che solo l’affasciamento di tutti gli sforzi e di tutte le energie della classe lavoratrice, può assicurarle la salvezza.

Contemporaneamente allo sciopero della Lombardia si svolgono p. e. le trattative a Torino dove il Commendatore Agnelli sta giocando tutta la sua abilità per convincere le masse ad entrare nel suo punto di vista; fra giorni si inizieranno le trattative nella Venezia Giulia; in Toscana si è pure in agitazione; nella Liguria il concordato è scaduto da due mesi e non si sa di dove incominciare per stipularne un altro; tutta la Fiom è in movimento, e la sconfitta in una località comprometterebbe senza dubbio la posizione di tutte le altre.

Oltre ai metallurgici vi sono altre importanti categorie che si vedono minacciate nelle loro conquiste: i contadini che passano di disfatta in disfatta, i muratori minacciati alla fronte dal padronato e alle spalle dai mandarini della FIOE [Federazione Italiana Operai Edili – NdR], non riescono a mantenere le posizioni; i chimici già taglieggiati gravissi- mamente sono ancora alle prese con i padroni; i lanieri non resistono ormai più alle imposizioni dei pescicani della lana; i cotonieri sono alla vigilia di un nuovo assalto; ferrovieri e tranvieri si trovano col coltello alle reni. Tutta la classe operaia è insomma investita dal padronato e si trova ad essere in lotta, senza che vi sia un tentativo di coordinare i suoi movimenti e senza che vi sia una parola d’ordine che le ispiri fiducia, senza che vi sia una guida.

Davanti ad una situazione simile, i cui pericoli sono immensi, gli operai tutti chiedono a gran voce l’azione generale. La fiducia nell’azione generale, o meglio la sfiducia nei movimenti limitati ai singoli gruppi, alle singole categorie o alle singole località, è giunta a tal segno che intere masse dichiarano di rinunciare alla lotta piuttosto che affrontare da sole le forze coalizzate del nemico. Che ciò sia un bene o un male non mette conto per ora di discutere: è un fatto, e dei fatti, anche dei meno graditi, è doveroso tener conto.

Onde evitare questo pericolo e allo scopo di esaminare la situazione generale della categoria, i metallurgici delle diverse località stanno chiedendo al Comitato Centrale della FIOM la convocazione del Convegno nazionale; analoga richiesta fu avanzata dai rappresentanti comunisti in seno al Comitato di agitazione lombardo. I comunisti possono avere dei dubbi (e li hanno effettivamente) sui possibili risultati di un’azione anche allargata ad una intera categoria, ma appunto per questo essi chiedono il con- vegno nazionale che sia reale e diretta emanazione delle masse perché decida il da farsi e perché esiga, eventualmente, delle serie garanzie dalla Confederazione del

Lavoro nel caso che un movimento generale fosse a maggioranza richiesto. Accetterà il CC della FIOM questa proposta? Convocherà il Convegno nazionale entro un tempo utile per un eventuale allargamento del campo d’azione? E’ quanto noi spe- riamo, ricordandogli di quali gravi responsabilità esso si caricherebbe qualora si op- ponesse alla unanime richiesta di tutti i suoi aderenti.

Per intanto, noi invitiamo gli scioperanti a rimaner ben saldi sul campo di battaglia, anche se la colpa dei dirigenti li abbandonasse soli nella lotta, anche se nessun’altra località dovesse essere chiamata in campo. Ormai la situazione è tale che solo lottando con le unghie e con i denti è possibile conseguire i risultati migliori.

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