DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Sta suscitando un certo fermento nella categoria insegnanti il disegno di legge governativo per la riforma dell'istruzione. In effetti, le molte novità che vi sono contenute costituiscono un passaggio decisivo verso lo smantellamento delle attuali garanzie di stabilità del posto di lavoro.

Per tutti i docenti di ruolo, al posto della titolarità su un istituto subentra la titolarità territoriale. In caso di domanda di trasferimento o perdita del posto per esubero, l'insegnante, per essere assunto in altra sede, dovrà sottoporsi a un colloquio col dirigente che, con piena discrezionalità, deciderà se accoglierlo nel suo team o no. Il Presidente del consiglio, che evidentemente si immagina l'istruzione come un torneo, ha paragonato i presidi agli allenatori di una squadra, in sintonia con l'idea coltivata da tempo di stilare una classifica tra scuole. Se il docente in questione non dovesse risultare gradito ad alcun mister, sarà a disposizione (in panchina?) per sostituire colleghi assenti su una rete di scuole.

Anche per il personale precario, a maggior ragione, l'assunzione sarà subordinata al placet del dirigente, previo l'inevitabile colloquio fantozziano. Lasciamo immaginare quante distorsioni può generare la chiamata diretta: favoritismi, clientelismi, ricatti, e chi più ne ha più ne metta. Il potere abnorme del dirigente si estenderà alla gestione discrezionale del fondo d'istituto, alla possibilità di licenziare i neoassunti nell’anno di prova, alla valutazione altrettanto discrezionale degli insegnanti "meritevoli" e non, sulla base di una schedatura dei "crediti formativi e professionali". Ai più "bravi" (o servizievoli?) andrà qualche incentivo fra qualche anno; agli altri, nulla, visto che di contratto, dopo anni di blocco, non se ne parla proprio.

Il disegno di legge prospetta invece un aggravio di orario non indifferente, con l'obbligo di recupero delle giornate di sospensione dell'attività didattica durante le vacanze estive, natalizie e pasquali. Delle tanto sbandierate assunzioni promesse (150.000, per altro in ottemperanza a un obbligo della Corte di Giustizia europea, pena una sostanziosa multa), ne sono rimaste, tra docenti e personale amministrativo, 40.000, sufficienti appena a coprire il turn over.

Le novità qui sommariamente descritte (e se ne aggiungeranno altre, perché il governo intende metter mano a tutta la normativa) sono in continuità con il percorso di aziendalizzazione della scuola in atto da decenni: ma rappresentano un punto di arrivo nel rafforzamento della struttura gerarchica e nel grado di subordinazione del lavoro dei docenti. Con il nuovo potere assunto dai dirigenti, alzare la testa sarà sempre più difficile, tanto più per una categoria spesso incline ad accogliere le decisioni dirigenziali senza troppe resistenze, bombardata per decenni da una propaganda meritocratica volta in realtà a differenziare e dividere, col risultato di demolire ogni capacità di difesa collettiva.

A questo disarmo, hanno contribuito in modo decisivo i sindacati "maggiormente rappresentativi", che hanno assecondato la politica dei vari governi, specie se "di sinistra", finalizzata alla privatizzazione progressiva e alla contrazione dei costi di gestione del sistema dell'istruzione. Viste le vivaci proteste all'annuncio del provvedimento, queste stesse organizzazioni non hanno potuto astenersi dall'indire uno sciopero, ma sappiamo che si apprestano a cogestire i cambiamenti (in peggio) come hanno sempre fatto. Da parte sua, l'attuale governicchio di servi zelanti del Capitale, confermando una sensibilità ai problemi dei lavoratori inversamente proporzionale a quella verso le banche e la grande industria, si dice intenzionato a procedere sulla via intrapresa, fregandosene delle reazioni. La vicenda conferma che la proletarizzazione avanza a grandi passi anche nel settore della scuola, e che anche per questi lavoratori si porrà ben presto la necessità di un'organizzazione di difesa degna di questo nome.

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)


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