DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Parlare oggi della fondazione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista, avvenuta a Livorno nel gennaio 1921, non può rappresentare per noi né un mero momento celebrativo né un rituale commemorativo. Celebrazioni e commemorazioni sono oggi appannaggio della borghesia e dei partiti opportunisti che hanno sempre colto in queste “ricorrenze” l’occasione per svuotare il contenuto di fondamentali passaggi storici, allo scopo di trasformarli in icone inoffensive cui rendere omaggio formale, per esorcizzarne - con la portata storica - la valenza futura. Quello che ci proponiamo, non potendo essere questa l’occasione per svolgere una completa esposizione della dottrina marxista richiamando le più significative dimostrazioni dei risultati critici cui è pervenuta, è di ribadire alcuni risultati massimi della critica marxista insieme a quei chiodi fondamentali battuti e ribattuti dall’esperienza storica nel programma rivoluzionario del proletariato.

 

 

L’ideologia

 

Uno dei più importanti risultati a cui ci conduce tutto il sistema di critica storica del marxismo è il superamento e la demolizione teorica dell’ideologia borghese. Risulta evidente la totale infondatezza della portante tesi democratica secondo la quale la rivoluzione borghese, creando la libertà e l’eguaglianza politica dei cittadini nel sistema rappresentativo elettorale e parlamentare, avrebbe posto le basi di un ulteriore e indefinito sviluppo pacifico delle società umane escludendo, per il futuro, altre crisi rivoluzionarie e altre guerre civili. Il totalitarismo in economia, legato ai processi di concentrazione e centralizzazione del capitale che si accompagnano all’accumulazione capitalistica, produce necessariamente il totalitarismo politico sia che si travesta da democrazia elettiva, il suo involucro più ruffiano, o che sia costretto a un regime istituzionalmente dittatoriale .

La lotta di classe

L’esauriente critica economica e storica dei primi grandi classici del marxismo perviene alla constatazione di una lotta tra le classi in cui tuttora la società borghese è divisa in conseguenza della natura dei suoi stessi rapporti di produzione. Tale lotta, dai primi tentativi di ribellione della classe oppressa, tende necessariamente ad allargarsi fino a trasformarsi in un sempre più vasto conflitto per il rivoluzionamento di tutto il sistema dei rapporti sociali e produttivi.

Lo Stato

Allo stesso tempo si è dimostrato come l’apparato democratico dello Stato corrisponda al regime e all’epoca storica capitalistica, sorga per l ’affermazione dei rapporti economici capitalistici e agisca solo e unicamente in funzione della loro conservazione, come ricorda il nostro testo “Il ciclo storico del dominio politico della borghesia ” riprodotto a pagina 7 di questo giornale.

La democrazia

Posto che in tutta la teoria marxista risulta ampiamente dimostrato il modo in cui si formano le coscienze dei singoli e delle collettività, e l’azione della volontà umana come risultato in ultima analisi delle cause determinanti che discendono dai rapporti economici, neghiamo assolutamente che l’interesse di classe del proletariato, in concreto la sua necessità di superare, distruggendole, le istituzioni del regime capitalistico, possa trovare una via di affermazione decisiva nel meccanismo delle rappresentanze democratiche borghesi , che di quelle istituzioni è parte integrante.

Il Partito di classe

Le condizioni di vita del proletariato sanciscono la sua inferiorità intellettuale, culturale e politica, ma per quelle stesse condizioni di vita il proletariato è la classe chiamata a spingere innanzi la storia: quelle che qui si pongono come apparenti contraddizioni risultano invece alla luce della teoria marxista come i presupposti di una dialettica conclusione che assolutamente esclude che il proletariato possa agire come classe, con finalità generali e storiche, in un meccanismo maggioritario, e assegna la funzione di rappresentante della classe e del suo compito rivoluzionario a una minoranza di avanguardia, che dalla conoscenza precisa delle condizioni della lotta trae la volontà di indirizzare gli sforzi alla finalità rivoluzionaria del rovesciamento degli istituti capitalistici. Solo allora tutto il proletariato troverà soluzione al disagio materiale in cui vive, disagio che è strettamente collegato alla sua natura di merce e fonte di plusvalore per il capitale. È da qui che noi affermiamo la necessità di un Partito politico di classe, diverso da tutti gli altri partiti in quanto incostituzionale per definizione e nato non dalla meccanica del sistema elettorale borghese ma proprio da quelle forze sociali che tale meccanica tendono a distruggere e superare!

Teoria e tattica

Basandosi su questi risultati critici la teoria marxista perviene non solo alla previsione dello sviluppo che necessariamente dovrà presentare il processo storico della rivoluzione proletaria, ma anche a dettare le norme di azione della classe proletaria nel suo Partito, ponendo i primi dati e le soluzioni generali del vasto problema dei rapporti tra la teoria “che esamina, critica e prevede” e la tattica che da tali risultati trae le norme dell’azione di quella minoranza che dall’aver conosciuto le leggi della lotta passa a prepararne la vittoria!

L’organizzazione

Contro l’apparato statale borghese, che difende e protegge i rapporti dell’economia capitalista, il partito di classe raccoglie le forze proletarie, le unifica e le indirizza al rovesciamento violento del suo potere e della sua organizzazione di forze armate. La distruzione dell’impalcatura dello Stato borghese nella sua burocrazia, nel suo esercito, nella sua polizia, è condizione necessaria per la sostituzione con l’organizzazione armata dello Stato proletario teso a stabilire il tracciato dell’opera successiva di trasformazione dell’economia che richiederà un lungo periodo.

La dittatura del proletariato

Dunque, riassumendo le basi programmatiche del marxismo: organizzazione del proletariato in Partito politico di classe che lotta per l’abbattimento del potere politico borghese; organizzazione del proletariato in classe dominante; dittatura proletaria; intervento del potere proletario nei rapporti della produzione per realizzare la socializzazione dei mezzi e delle funzioni economiche, che condurrà alla sparizione delle classi e di ogni apparato statale di potere. Il potere borghese è in realtà una solida dittatura ammantata e protetta da una apparente eguaglianza di diritto di rappresentanza politica degli uomini di ogni classe: la borghesia non può porre il proletariato in una costituzionale condizione di inferiorità perché essa ha bisogno del proletariato. Il potere della classe proletaria sarà invece una palese e aperta dittatura; essa escluderà i membri della classe borghese da ogni ingerenza nella formazione degli istituti dello Stato: il proletariato tende a eliminare la borghesia e con essa l’esistenza stessa delle classi e delle dittature di classe. Proprio nell’atteggiamento di fronte allo stato capitalistico si riconosce il partito rivoluzionario da tutti i partiti operai legalitari e riformisti che operano nel movimento operaio con una vera e propria funzione di disarmo della classe proletaria, alimentando l’illusione che la difesa degli interessi economici immediati e il miglioramento dei rapporti sociali possano essere perseguiti mediante una collaborazione di classe e una pressione democratica e pacifica nei confronti dello Stato borghese .

Partito e classe

Al coronamento dei propri fini storici di classe il proletariato potrà giungere solo con l’apporto indispensabile del suo Partito rivoluzionario. Storicamente si sono presentate, e sappiamo che si ripresenteranno, tesi devianti, riconducibili a piatte e stiracchiate interpretazioni del marxismo, esaltanti la classe in organismi che istituzionalmente ne comprendono la totalità o la grande maggioranza più che nel Partito che ne raccoglie solo una parte. Al contrario, è tesi fondamentale della scienza marxista che la maggioranza della classe proletaria non possa accogliere ed esprimere la coscienza e la volontà dei compiti storici della classe se non quando le condizioni di inferiorità del suo tenore di vita fisico siano del tutto eliminate, ovvero quando già sarà in atto il comunismo. Fino a quel momento non solo la classe sarà rappresentata solo dal Partito, ma tutto il proletariato apparirà e agirà come classe solo e in quanto esprimerà dal suo seno tale Partito: il solo capace di critica e di coscienza storica, e dunque capace di volontà e di azione sul piano s t o r i c o . Nel suo cammino storico il Partito Comunista trascinerà, inquadrerà e dirigerà nella sua opera rivoluzionaria sempre più larghi strati della classe. Ciò accadrà a condizione e in quanto esso avrà mantenuto i suoi caratteri specifici, che lo differenziano da ogni altro organismo della compagine operaia: coscienza critica e teorica e decisione nell’azione; a ciò risulta indispensabile condizione l’omogeneità di vedute e di volontà nei suoi membri, omogeneità che in nessun altro organo proletario esiste né possiamo pretendere che esista. Tuttavia il Partito non trascura né tantomeno nega quegli organi proletari più larghi e immediati e ha una visione chiara dei rapporti tra la lotta del Partito per un programma “massimo” e le azioni di gruppi di operai per minime, contingenti e transitorie realizzazioni. Il Partito, senza accettare tali movimenti come fini a se stessi o alle proprie realizzazioni, li vede come veicoli o, giusta Lenin, “cinghie di trasmissione”, al fine di allargare il campo della lotta ed espandere la propria influenza conducendo un sempre maggior numero di proletari alla conclusione che occorre mirare a obiettivi più vasti e forgiarsi un organo di più alta potenzialità per sferrare l’attacco al cuore stesso del dominio capitalistico. Al Partito Comunista spetta il compito di raggiungere sempre più vasti strati della massa proletaria conducendoli sul terreno della lotta intransigente dell’azione rivoluzionaria, preparandoveli con armi ideali e materiali e, al tempo stesso, conservando al Partito il suo carattere di qualità che garantisca il successo di tale azione. Esso dovrà sempre evitare l’errore di credere di poter raggiungere le masse proletarie allargando le basi del Partito rivoluzionario in quantità, attenuando il carattere e il contenuto del Partito e della sua opera, che perdendo il loro carattere generale e massimale, vadano a combaciare con le manifestazioni frammentarie di limitati interessi, risolvendosi nel conseguire obiettivi immediati e contingenti a scapito del supremo risultato rivoluzionario . Tutto ciò scrissero Marx ed Engels nel Manifesto del Partito Comunista; questo venne riaffermato da Lenin nell’aspra critica restauratrice dell’originale programma rivoluzionario contro l’opportunismo della Seconda Internazionale e poi ribadito alla fondazione dell’Internazionale Comunista e, 80 anni fa, nell’atto di nascita del Partito Comunista d’Italia sezione dell’IC al congresso di Livorno; la stessa posizione di difesa a oltranza di quei principi si concentrò nella lotta titanica della sinistra contro la degenerazione dell’Internazionale, contro la teoria del socialismo in un solo paese e la controrivoluzione stalinista, nel rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali, durante questi anni di dura opera di restaurazione della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal policantesimo personalistico ed elettoralesco. Questa è la linea sulla quale si muove il piccolo Partito di oggi, nella consapevolezza che soltanto attraverso un lavoro di preparazione basato sugli insegnamenti storici delle battaglie ingaggiate dal movimento rivoluzionario, la classe proletaria potrà domani uscire vittoriosa dal colpo che necessariamente sferrerà contro la classe borghese e il suo apparato politico e militare di difesa. Sarà guidata in questa lotta solo dal suo Partito di classe e dal suo programma storico di emancipazione che nel Partito vive continuamente, lontani distanze siderali dai vuoti e autocelebranti atti fondanti e rifondanti dei partiti operai rinnegati di ogni tempo.

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°01 - 2001)

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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