DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

(in francese)

 

Copia per Zinoviev

Copia per Gramsci

 

Roma, 23 agosto 1922

 

Cari compagni,

 

Abbiamo ricevuto la vostra lettera n. 1394 del 3 agosto, la lettera al nostro C.E. sulla questione del Congresso socialista, e la copia delle istruzioni ai vostri delegati al congresso eventuale dei socialisti antiriformisti.

Sapete già che non siamo d’accordo con il vostro atteggiamento. Sapete anche qual è il nostro spirito di disciplina, ma dovete permetterci di esprimere tutto il nostro rammarico per il fatto che non si tiene alcun conto delle opinioni del nostro partito nella soluzione delle questioni italiane, e, dobbiamo crederlo, neppure si tien conto delle informazioni e delle argomentazioni che noi esponiamo sulla base della nostra conoscenza delle questioni.

Nella lettera ai delegati si tronca la questione con questa semplice formula: va da sé che i timori dei compagni italiani non sono per nulla fondati... Poiché va da sé che il nostro punto di vista è falso, tanto varrebbe che facessimo a meno di comunicarvi le nostre opinioni. Esse sono così poco apprezzate che ci vengono attribuiti ragionamenti fantastici e si presenta la nostra divergenza di opinione come un’avversione personale verso Serrati o i serratiani, che ci “ipnotizzano”. Sarebbe troppo lungo ripetere che i nostri argomenti non hanno niente a che fare con ciò, e sono in rapporto all’insieme ben motivato delle nostre vedute sulla situazione italiana e i compiti del partito comunista.

Tuttavia non possiamo evitare di farvi alcune obiezioni: secondo le vostre istruzioni ai delegati – in contrasto col testo del Manifesto pubblico – la sola condizione che sarà posta ai massimalisti sarà quella di separarsi dai riformisti. Si può sapere che fine hanno fatto le 21 condizioni del II Congresso, o l’unica condizione: essere comunisti?

A fronte di questa condizione si deve promettere l’unificazione “leale” con il partito comunista, che si chiamerà P.C. unificato.

Ecco un punto assai grave. Rientra nei poteri statutari del C.E. dell’Internazionale prendere un simile impegno? Unificazione e cambiamento del nome sono per il partito questioni di ordine costituente, possono essere stabilite solo dal congresso del partito, e nessun altro organo, a nostro modo di vedere, ha il diritto di decidere.

Spieghiamoci: noi non chiediamo affatto che si faccia dell’ostruzionismo verso Serrati o chiunque altro. Noi chiediamo che non ci si impegni ad ammettere nella seziona italiana dell’I.C. alcun individuo al di fuori delle procedure statutarie normali. Sappiamo bene che non è questa la vostra opinione e che voi considerate il nostro partito come un sistema che è sempre allo stato di “nebulosa”, mentre a noi piace pensarlo come un sistema organicamente formato. Vogliamo soltanto dire che se ufficiosamente si volesse far intendere che la domanda personale di Serrati non sarà respinta, noi non avremmo in linea di principio nulla in contrario. Diciamo questo per ben fissare le ragioni del nostro disaccordo, e in via di ipotesi.

Naturalmente le nostre obiezioni rimarranno confinate nella nostra corrispondenza diretta: ufficialmente non diremo nulla contro la politica dell’I. C. Comprendiamo anche che voi avete il diritto di attendervi da noi una solidarietà spirituale completa e ci rendiamo conto che una situazione sempre più difficile si va determinando. Noi siamo sempre pronti ad obbedire a qualunque decisione politica che ci giungerà da voi. Il nostro Comitato Centrale è convocato per i primi di settembre per esaminare la situazione.

Alcune parole, ora, sulla situazione oggettiva. Non si sa quando si farà il Congresso socialista. Serrati tiene un atteggiamento di sinistra. Taluni riformisti dichiarano che bisogna rompere. E tuttavia molti altri fatti ci provano che si lavora per evitare qualunque scissione. Il linguaggio stesso di Serrati nasconde questa possibilità: non è stato consumato nessun peccato collaborazionista, non c’è ragione di ricorrere ad espulsioni.

Al Congresso, se lo si terrà, vi sarà una maggioranza anticollaborazionista, ma non vi sarà una maggioranza per l’espulsione dei riformisti. È ancora possibile che i problemi che noi consideriamo in maniera così diversa vengano rinviati, come a Milano. Riteniamo malgrado ciò che era divergenza tra il partito e l’I.C. mantenga un’importanza considerevole.

 

Saluti comunisti

p. Il Comitato Esecutivo

A. Bordiga

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.