DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Il Brasile, che doveva essere l'alfiere dei Brics (l'alleanza con la Cina, India, Russia e Sud Africa), già pronto a trionfare, ora è pronto ad esplodere. Il 2016 inizia sotto il segno allegro delle Olimpiadi che dispensa medaglie d'oro ai primi arrivati, ma per il Brasile il 2016 è un anno nero che dispensa medaglie di carbone: e la più nera va proprio al Brasile, seguito dall'Argentina e via via da tutti quei paesi legati all'economia carioca… E, perché no?, anche dal resto del mondo?

Anche per la Cina il 2016 si apre con grossi problemi economici che rasentano l'assurdo: deve smaltire tutta la produzione “natalizia”… Ma procediamo con calma. Europa e Usa hanno delocalizzato in Cina il Natale: abeti di plastica, palline colorate, ogni tipo di addobbo, giocattoli e persino le statuette del presepe. Ora, con la crisi dei consumi, nei paesi occidentali anche le spese per il “Natale” sono ridotte all'osso: con la conseguenza che la Cina si trova i magazzini strapieni di merce invenduta.

Che fare? Ecco la geniale pensata del Partito cinese: “Se l'occidente non compra, riciclare, tutto, in patria”. Ed ecco che le città cinesi si trasformano in mercatini natalizi, sullo “stile” dei paesi nordici (senza, per il momento, vin brulé e salsicce).

Fin qui la cosa può sembrare “normale”: è una manovra economica. Ma la cosa comica è che in Cina non esiste il culto del Natale: solo una piccola minoranza di cattolici è presente nel vasto territorio del Sol Levante…

Intanto, la Cina si sta armando di tecnologia militare e questo vuol dire, per il momento, meno soldati. Così, l'Esercito Popolare subisce una ristrutturazione: il primo ministro Xi Jinping ha annunciato che, entro il 2017, l'organico militare sarà ridotto del 13%, da 2,3 milioni a 2 milioni – un taglio di 300mila unità in due anni. Ora, la domanda d'obbligo è: “E che fine faranno tutti questi fanti messi in libertà?”. Niente paura: il “papà” Partito ha decretato che le aziende statali riservino il 5% dei posti ai militari disoccupati. Ma si tratta di aziende già in sofferenza, per di più inserite in un tessuto produttivo ormai sconvolto da una crisi strutturale, e il nuovo scossone all' economia cinese di inizio gennaio, dopo quello dell'agosto 2015 scorso, ne è la riprova: il 2016 si annuncia tempestoso. E non solo per la Cina, ma anche per tutti quei paesi che sono attaccati al carro economico del Dragone.

Buon anno, Capitale: s’avvicina il momento della resa dei conti…

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista)

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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