DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

“La rivoluzione violenta è divenuta una necessità proprio perché le future esigenze della storia non possono trovare uno sbocco nell’apparato della democrazia parlamentare. Il borghese capitalista fa questo calcolo: ‘Dal momento che ho in mano le terre, le fabbriche, le officine, le banche; dal momento che possiedo i giornali, le università, le scuole; dal momento – e questo è ciò che più conta – che conservo il controllo dell’esercito, l’apparato della democrazia, comunque venga ricostruito, rimarrà obbediente alla mia volontà. Subordino spiritualmente ai miei interessi la piccola borghesia stupida, conservatrice priva di carattere, e la domino anche materialmente. Opprimo e opprimerò la sua immaginazione con le gigantesche dimensioni dei miei edifici, dei mie affari, dei miei progetti, e dei miei crimini. Per quando è insoddisfatta e protesta, ho creato una gran quantità di valvole di sicurezza e di parafulmini. Al momento giusto farò nascere partiti di opposizione, che spariranno domani, ma che oggi offrono alla piccola borghesia la possibilità di esprimere la sua indignazione senza alcun pericolo per il capitalismo. Manterrò le masse del popolo, col pretesto dell’educazione generale obbligatoria, sull’orlo della completa ignoranza, non offrendo loro nessuna opportunità di superare quel livello che i miei esperti di schiavitù spirituale considerano sicuro. Corromperò, ingannerò, e terrorizzerò gli elementi più privilegiati o i più arretrati del proletariato stesso. Impedirò così che l’avanguardia della classe operaia raggiunga le orecchie della maggioranza della classe operaia, e, d’altra parte, gli strumenti necessari della supremazia e del terrorismo rimarranno in mano mia’.

“A questo il proletario rivoluzionario risponde: ‘La prima condizione di salvezza è dunque quella di strappare dalle mani della borghesia gli strumenti di dominio. È inutile pensare di arrivare pacificamente al potere quando la borghesia ne ha in mano tutto l’apparato. Ancor più inutile pensare che il potere giunga da quella via che la borghesia stessa indica, e, nello stesso tempo, sbarra: la via della democrazia parlamentare. Esiste una sola via: impadronirsi del potere, strappando alla borghesia l’apparato materiale del governo. Indipendentemente dall’equilibrio superficiale delle forze nel parlamento, mi servirò, per l’amministrazione sociale, delle forze e delle risorse principali della produzione. Libererò la mente della piccola borghesia dalla sua ipnosi capitalista. Mostrerò loro in pratica che cosa significhi la produzione socialista. Allora anche le sezioni più arretrate, più ignoranti, o più terrorizzate della nazione mi sosterranno e, volontariamente e coscientemente, parteciperanno al lavoro della costruzione sociale’”.

 

 

 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°01 - 2008)
 
INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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