Che non si parli, ipocritamente, di “tragica fatalità”! La strage di Viareggio – la ventina di morti carbonizzati alla stazione dopo l’esplosione del merci che trasportava GPL, le decine di feriti gravi e gravissimi, le centinaia di senza tetto (fra cui molti immigrati) – è un bollettino di guerra. E, forse ancor più che nel recente “episodio” del terremoto dell’Aquila, risulta evidente la responsabilità prima e unica del capitale, delle leggi del suo modo di produzione: ridurre le spese inutili (la sostituzione di materiale vecchio o avariato!), tagliare sul personale e sulle attività non direttamente produttive (la manutenzione!), accelerare tutti i tempi (di verifica come di trasporto!) – in una parola, fregarsene altamente delle condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza della popolazione. Questa è la legge del profitto, resa ancor più cinica e spietata dalla crisi economica, dall’impossibilità per il capitale di auto-valorizzarsi con la necessaria velocità e intensità. La strage di Viareggio (al pari della tragedia dell’Aquila e dell’incessante stillicidio di “morti sul lavoro”) è un attentato terroristico: suoi mandanti ed esecutori sono il Capitale e il suo Stato. Altri “episodi” simili seguiranno, ne siamo certi: e non perché siamo macabre Cassandre, ma perché da più di centocinquanta anni sappiamo come funziona il capitalismo.
Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°04 - 2009)
