DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

A distanza di quasi trent’anni da quei cambiamenti istituzionali che in Russia certificavano l’implosione del cosiddetto “socialismo reale”, su- scitando stupore e sorpresa e le più fantastiche interpretazioni tra amici e sostenitori, critici e detrattori di quel regime, ripubblichiamo una parte dell’ampio lavoro svolto dal nostro partito sulla “questione russa”.

La nostra stampa dedicò infatti ampio spazio allo studio critico e demolitore dei fenomeni economici che coinvolsero (e sconvolsero) la Russia, negli ultimi cinquant’anni del secolo scorso. D’altronde, per noi comprendere, e soprattutto combattere, ciò che era successo e stava succe- dendo in quella Russia che, dopo aver visto la seconda vittoria della rivoluzione proletaria (dopo la Comune del 1871), conobbe  l’orrore della controrivoluzione, è stato di fondamentale importanza nell’ambito del più generale lavoro di restauro dell’organo rivoluzionario di classe. Identificare la struttura economica e sociale dello stato russo a partire dall’immediata, quasi istintiva, battaglia condotta dai nostri compagni al VI Esecutivo Allargato della Terza internazionale (1926), quando fu lanciato il tragico progetto della “costruzione del socialismo in un paese solo”, non è stato un lavoro né semplice né facile, e men che meno breve. Forte era infatti la tentazione di dare risposte ideologiche e sem- plicistiche (socialismo degenerato, o burocratico, capitalismo di Stato, una novità non prevista dal materialistico succedersi di modi di produzione e riproduzione…) e, quindi, lontane e opposte al metodo della critica dell’economia politica che impone a noi rivoluzionari di studiare e analizzare forze e forme di produzione, cioè i fenomeni economici, sociali e politici, che ci corrono sotto il naso, per quello che sono e non per quello che essi stessi attraverso la narrazione degli “intellettuali” che ne sono figli e complici raccontano.

Premessa indispensabile è dunque la riproposizione delle “Otto tesine sulla Russia” (1952) e del lungo lavoro “Perché la Russia non è socialista” (1970), poiché riassumono (e invitano alla sua “riappropriazione” le generazioni di militanti nati dopo quelle stesse battaglie nel più rigoroso ambiente e lavoro di Partito) la dura battaglia condensata nelle molte pagine di “Struttura economica e sociale della Russia d’oggi”, “Russia e rivoluzione nella teoria marxista”, “Dialogato con Stalin”, “Dialogato coi morti”, e di numerosi altri lavori.

Capire e combattere su questo fronte la controrivoluzione non solo ci ha permesso di denunciare e contrastare ogni altro “socialismo nazio- nale”, dal cosiddetto “socialismo autogestionario” (?) della defunta Ju- goslavia, passando per i “socialismi dal volto umano” boemi e slovacchi, e ancora per la rivolta nazionalista ungherese e la rivoluzione cinese con l’invenzione del marxismo-leninismo-pensiero-di-Mao, fino al ter- zomondismo di Che Guevara e Fidel Castro e alla tragica farsa del cosiddetto “socialismo del XXI secolo” dei “bolivariani”… Ci ha anche e soprattutto permesso di difendere e mantenere ben definiti gli obiettivi e i punti obbligati di passaggio del processo rivoluzionario: difendere cioè il comunismo nella sua caratteristica anti-utopistica di “movimento reale che cambia lo stato di cose esistenti”.

Questo nostro Quaderno, dunque, pur partendo da una battaglia particolare quella contro una delle più tossiche versioni della mistificazione nazionale borghese, cioè l’invenzione di una “patria socialista” che scioglie e annulla la nostra classe, il proletariato, nel popolo e nella nazione si rivela, a una lettura più attenta, la riaffermazione dei capisaldi programmatici dell’unico comunismo possibile.

Come tutti i nostri testi, anche questo è un proiettile che carica le armi imbracciate dai rivoluzionari per combattere il multiforme e mefitico nemico di classe borghese.

Maggio 2019

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.