DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

 

(Da "Il Socialista" del 19 novembre 1914)

 

Possiamo ammettere che il Partito socialista non abbia unanime pensiero sulla questione della guerra - ma è certissimo che l'operato dell'ex direttore dell'"Avanti!" non riscuote l'approvazione che di un numero veramente esiguo di compagni. L'uscita del nuovo giornale quotidiano fondato da Mussolini viene commentata da tutti i settimanali socialisti in termini di recisa condanna, e deplorata da'tutti i compagni, anche se proclivi al precedente atteggiamento del Mussolini riguardo alla neutralità italiana.

La coscienza collettiva del Partito è contro questo tentativo ingíustificato e inopportuno. Misera cosa le adesioni che il "Popolo d'Italia' pu,ù citare. La grande maggioranza dei socialisti non nasconde il proprio dispiacere, anzi la propria indignazione. Sarà la voce del domenicanismo protervo degli idioti e degli imbecilli, o non piuttosto l'espressione di una coscienza superiore e piú salda delle valutazioni personali dei sapienti? Ormai la storia è vecchia: tutti quelli che ci lasciano in un modo o nell'altro ritengono di portar via entro la propria scatola cranica tutto il fosforo pensante di cui disponeva il partito, e distribuiscono ai rimasti patenti di idiotismo e di cretinaggine collettiva! Ma noi, modesti anonimi atomi della vita di questo partito, siamo orgogliosi della sua saldezza e felici di vederlo magnificamente libero dal piú vero e infecondo dogmatismo: quello che consiste nel feticismo personale.

Ed il Partito, dopo di aver espresso il suo rimpianto per l'allontanamento di un compagno che aveva compiuto reali sacrifici, ha ora il diritto pieno di biasimare senza eufemismi l'ultimo gesto. Quale necessità e quale diritto aveva il cittadino Mussolini, venuto in dissenso con la maggioranza del suo partito, di creargli un contraltare? La discussione piú vasta e piú ampia, l'ospitalità alle opinioni piú disparate, nessuno pensava a limitarla. Mussolini poteva servirsi dell' "Avanti!," ma, perdio, è il caso di chiedere ricordando e parafrasando una frase del Mussolini d'altri tempi: Era Mussolini che serviva al giornale del partito, o il giornale che serviva a Mussolini?

Ed il gran pubblico si sarebbe forse interessato della opinione personale di lui se egli non fosse stato per due anni alla direzione dell"'Avanti!"? Se il partito non è una vetrina per gli "uomini illustri," a qual titolo Mussolini si costruisce ora una apposita "vetrina" ad uso personale?

A parte il merito della questione, noi ricordiamo ai socialisti ed ai lavoratori d'Italia che essi hanno il loro giornale di battaglia nel nostro glorioso "Avanti!," che tutti abbiamo il dovere di difendere da qualunque attacco.

La creazione di un giornale quotidiano, che si esibisce ad usurpame il compito, ha per conseguenza la possibilità di diminuire la floridezza e la efficienza dell'organo del partito. Non dobbiamo guardare ad altro.

Boicottiamo il giornale di Mussolini!

Viva l' "Avanti!" Viva il socialismo!


 

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