DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

 

Il Soviet», n. 31 del 27-7-1919)

 

Anche questo articolo si riferisce allo sciopero generale per la Russia e l'Ungheria che, malgrado la politica non seria del Partito, aveva avuto un effetto che non poteva chiamarsi fallimento.

È ripetuta la critica ai socialisti francesi ed inglesi, è riaffermata la necessità che ovunque le forze rivoluzionarie sappiano separarsi dai traditoti socialdemocratici.

 

 

 

Lo sciopero generale in Italia non è fallito. È riuscito dappertutto, in alcune zone è stato imponente.

Ha avuto carattere dimostrativo, perché tali erano i propositi del Partito Socialista: i vari Colaianni possono a lor posta fingersi che si sia trattato di un tentativo abortito di rivoluzione; ma i fatti sono fatti, e i lettori conoscono i risultati del convegno di Bologna che unanime scartò l'idea dello sciopero insurrezionale, e nel quale il rappresentante del nostro movimento, che pure nel Partito figura all'estrema sinistra, sostenne apertamente la inopportunità, l'impossibilità dell'azione ad oltranza.

Napoli non ha risposto nemmeno colla dimostrazione, e ce ne occupiamo altrove.

Tuttavia la nostra azione dimostrativa ha costretto l'avversario a tale sciupio di forze e logorio di nervi, da lasciarlo alquanto debilitato.

La borghesia potrà credere che siamo rimasti indeboliti anche noi: su ciò risponderanno non lontani eventi.

* * *

Lo sciopero non é stato internazionale: ciò è vero nei riguardi degli inglesi e dei francesi - ma non è vero nei riguardi del proletariato rivoluzionario austriaco e tedesco, a cui siamo tanto più vicini.

Noi abbiamo seguito con disciplina i deliberati della Direzione, ma molto prima avevamo fatto da queste colonne delle ampie riserve sulla preparazione internazionale del movimento, riserve che saremmo tentati di riprodurre testualmente, tanto appaiono oggi giustificate.

Fondamento del metodo massimalista è che non vi può essere collaborazione nell'azione tra correnti politiche che hanno programmi diversi. Collaborando coi socialisti francesi ed inglesi, che fanno parte di quella seconda Internazionale da cui ci siamo staccati per incompatibilità di programmi, e giustificandosi colla pretesa utilità di azione comune, la nostra Direzione ha fatto senza accorgersene una grave concessione al metodo riformista secondo il quale «il fine è nulla, il movimento è tutto».

I francesi e gli inglesi volevano protestare per le ragioni che noi svolgemmo contro la pace imperialista di Versailles, noi dimostrare a favore delle repubbliche comuniste: lo sciopero sarebbe stato internazionale di fatto ma non nel suo contenuto politico. Con Longuet e Macdonald si trovò a Roma un compromesso che, come sempre, non ha conciliato l'inconciliabile, non è riuscito ad impedire che le divergenze teoriche non si traducessero in divergenze insanabili dell’azione.

I francesi, visto che noi davamo al movimento un significato bolscevico ben diverso dalla stentata solidarietà da loro concessa alla Russia solo in nome di una applicazione del diritto borghese di autodecisione, si sono ritirati.

Noi siamo rimasti soli, paralizzati dalla defezione, e abbiamo visto svalutare lo stesso significato del nostro movimento. (Infatti la stampa borghese parla ancora di sciopero contro il trattato di Versailles e mostra credere che noi ci scaldassimo anche per la questione di Fiume, mentre noi, se credessimo muoverci per protestare contro la pace imperialista, lo faremmo non certo perché l'Italia ha ottenuto troppo poco, ma perché anche essa ha arraffato già troppo).

In conclusione abbiamo oggi un valido argomento di più a favore del vero metodo intransigente, e quando d'ora innanzi cercheremo all'estero degli alleati, li cercheremo tra i lavoratori comunisti aderenti con noi alla III Internazionale, e mai al di fuori di questo campo.

Chi non è con noi è contro di noi!

Con una bussola tanto sicura, non bisognava smarrirsi!

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.