DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Il Soviet», anno III, nr. 22 del 5.IX.1920)

 

I deliberati del Congresso di Mosca concordano pienamente con quanto la nostra frazione ha sempre sostenuto sulla necessità di creare un partito veramente comunista, sulle funzioni e la costituzione di questo partito e sui suoi rapporti colla III Internazionale. Così pure concordano perfettamente con quanto da noi è stato sostenuto sulla questione dei soviet, facendo implicitamente giustizia som­maria del deliberato, da noi combattuto, del PSI di costruirli fin da ora; deliberato ridotto dopo il Consiglio Nazionale di Milano alla minima espressione del soviet monocomunale sperimentale, a sua volta tacitamente messo a dormire. L'unica divergenza è sulla questione del parlamentarismo.

La tesi votata a Mosca ribadisce come premessa il concetto fondamentale che il parlamentarismo è un sistema di governo borghese, che non può costituire la forma dello stato proletario, che non può essere conquistato dal di dentro ma spezzato insieme con gli altri organi congeneri e locali per essere sostituiti dai soviet centrali e locali ecc. Questa valutazione del parlamentarismo risponde preci­samente a quanto al riguardo ha costantemente sostenuto la nostra frazione, la quale ha tenacemente insistito perché essa fosse accettata anche dalla maggioranza del partito. Al Congresso di Bologna la differenza tra noi e la maggioranza vinci­trice su questo punto cardinale fu, che noi volevamo che quanti non accettassero questa concezione programmatica uscissero dal partito, e in tal senso votammo; essa si limitò a fare al riguardo una affermazione verbale e votò per la permanenza nel partito di coloro che non accettavano il programma. Noi eravamo con Mosca nella parola e nell’atto, gli altri... predicavano bene e razzolavano male.

La tesi di Mosca rileva giustamente che il metodo fondamentale della lotta contro il potere politico della borghesia è quello dell’azione di massa che si trasforma in lotta armata, come sempre abbiamo sostenuto noi, e relega l'azione parlamentare ad essere subordinata agli scopi dell’azione extraparlamentare, consi­derando la tribuna parlamentare come uno dei punti di appoggio, ossia una posi­zione legale che il partito, che dirige le azioni di massa ovvero la lotta armata, deve costituire alle spalle del proletariato in lotta. Ciò è profondamente diverso e avverso a quanto ha fatto, prima e dopo Bologna, il PSI, il cui epicentro è restato sempre e unicamente l'azione parlamentare, che domina e guida tutta la lotta politica. L'azione illegale era ed è ignota (prima di Bologna era proprio ripudiata e lo è ancora da moltissimi iscritti): eppure, essa è uno dei capisaldi della tesi di Mosca ed è non piccola parte di quell’azione extraparlamentare cui dovrebbe essere collegata in forma subordinata l'azione parlamentare per utilizzare in tal senso l'immunità parlamentare. Ridotta in questi termini ristretti, l'azione parlamentare, va da sé, perde notevolmente di importanza, e la questione dell’uso del parlamento si restringe in limiti assai modesti. É vero che i comunisti hanno guardato sempre così la questione, né potevano far diversamente, data la premessa da cui partivano che il parlamentarismo è un sistema di governo borghese; ma non così la intendeva il PSI, e non solo i socialdemocratici ma anche moltissimi dei cosiddetti massimalisti.

La nostra accanita, tenace lotta in seno ad esso, fino a sentire la necessità di costituire una frazione astensionista per agire con maggiore energia e concordia di movimenti, che era ed è ispirata dalla convinzione che la lotta politica, ossia la lotta per la conquista del potere, è fuori dell’azione parlamentare, tende alla finalità di portare l'attività del partito verso la sua vera meta. Costringere il partito a ridurre nei termini voluti da Mosca l'azione parlamentare e ad accettar di discutere la questione del parlamentarismo dal punto di vista da cui sempre l'abbiamo considerata, e cioè: quanto e fino a che punto possa essere utilizzata la funzione parlamentare ai fini dell’azione rivoluzionaria, è per noi grande vittoria. Noi non abbiamo affermato che la lotta politica potesse caratterizzarsi con una questione di attitudine verso il parlamentarismo, né abbiamo sostenuto la negazione assoluta ed ingenua della partecipazione elettorale. Nel programma presentato a Bologna abbiamo ben distinto il periodo prerivoluzionario, in cui si utilizza il parlamento per fare opera di critica e propaganda, da quello rivoluzionario, l'attuale, in cui il proletariato insorge per abbattere lo stato borghese; alla quale azione nessun efficace contributo può essere portato mediante la funzione parlamentare. L'esperienza del domani, quando in base ai deliberati di Mosca tutti i partiti aderenti alla III Internazionale, resi veramente comunisti dopo essersi sbarazzati dei vari ingombri che contengono, adopereranno la tattica parlamentare, dirà se sia errato o no il nostro punto di vista.

La tesi di Mosca non esclude che possano essere praticati l'uscita dal parla­mento, il boicottaggio del parlamento, il boicottaggio delle elezioni; solo ritiene che ciò possa avvenire quando ci si trovi in una situazione che permetta l'imme­diato passaggio alla lotta armata.

Senza entrare in un esame dettagliato di queste varie azioni, che sono note­volmente diverse, e senza considerare la difficoltà non sempre facilmente superabile della valutazione della circostanza espressa nella tesi per la loro attuazione, rile­viamo che il boicottaggio attivo delle elezioni da noi proposto (intervento in esse senza candidato a scopo di propagandare con maggiore efficacia il carattere borghese del parlamentarismo, la sua incapacità nei rapporti della dittatura proletaria, e la necessità di abbatterlo) rientra precisamente in una delle azioni che la tesi di Mosca riconosce consigliabili.

Vi è forse una diversa valutazione del momento dell’utilità di esso. Dico forse perché noi eravamo sicuri di non essere seguiti dalla maggioranza e quindi sapevamo di avere anticipata la nostra affermazione non nel senso storico ma nel senso della sua accettazione e quindi della sua attuazione. Ciò non facemmo e non facciamo per il risibile proposito di apparire più rivoluzionari.

Ogni tendenza ha avuto sempre questo inizio: comincia dall’uno o dai pochi e poi cresce e si sviluppa se risponde ad un vero bisogno ed a una necessità del domani. Non è infantile pel solo fatto di essere in un determinato periodo del suo sviluppo seguita da scarso numero. Così ragionando, tutte le nuove idee sono state infantili. Quando al Congresso di Bologna chiedevamo che il partito divenisse di nome comunista, per consacrare definitivamente un cambiamento radicale di indirizzo, anche allora eravamo pochi e sapevamo di esserlo.

Così pure quando sostenevamo la incompatibilità nel suo seno dei destri e centristi. Vedremo nel prossimo Congresso, dopo i deliberati di Mosca, quale cammino avrà fatto dopo un anno la nostra tendenza. Così per l'astensionismo. L'avere sostenuto e sostenere l'astensionismo è servito e serve ad esercitare un potente svalutamento della funzione del parlamentarismo specie tra i massimalisti, a infondere nel partito e nelle masse il convincimento sempre crescente che il centro di gravità del movimento proletario è fuori del parlamento borghese ed a prepararli per l'ora in cui questo dovrà essere definitivamente spazzato via. Che per noi l'astensionismo non costituisca il fulcro fondamentale dell’azione comunista, lo si rileva dal fatto che non abbiamo voluto affrontare su di esso il distacco dal partito e che non volemmo accogliere la alleanza con quegli anti­parlamentari i quali, pel solo fatto di essere tali, non accettassero rigidamente il programma comunista. Alla conferenza di Firenze nella mozione votata dalla frazione dicevamo fra l'altro: «La frazione delibera di consacrare tutte le proprie forze alla costituzione in Italia del Partito comunista, sezione della III Interna­zionale, affermando che in questo partito, come nel seno della Internazionale mede­sima, la frazione sosterrà la incompatibilità della partecipazione elettorale ad orga­nismi borghesi ecc.». Da questa deliberazione risulta chiaro il nostro proposito fondamentale che è quello di formare un partito comunista, indispensabile organo per la lotta politica del proletariato, che abbia un programma positivo di azione, e non un partito fondato sopra una differenziazione negativa quale è l'astensionismo. Questo nostro proposito, avvalorato dai deliberati di Mosca, ci impone la più ener­gica attività ora che esso entra finalmente e definitivamente nella sua fase di at­tuazione. Noi continueremo a lavorare per cercare di divenire maggioranza nella Internazionale, il che, s’intende, prescinde assolutamente dal più rigoroso, di­sciplinato, incondizionato rispetto ai deliberati di essa, anche di quelli che non rispondono alle nostre intime convinzioni. Una ferrea disciplina è la principale forza dei partiti comunisti che di nome e di fatto siano veramente tali.

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.