DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Pubblichiamo il comunicato che abbiamo diffuso il 30 gennaio u.s. in seguito all’arresto del coordinatore nazionale del Si.Cobas, sulla base di un’evidente montatura di padronato e “forze dell’ordine”.

Ora che sono stati chiariti molti aspetti relativi all'arresto, con l’accusa di estorsione, del coordinatore nazionale S.I. Cobas durante una trattativa sindacale a Modena (in particolare, per quanto riguarda ruolo e identità del personaggio che materialmente intasca la busta e che non appartiene al S.I. Cobas, ma, su indicazione dell’azienda Levoni, ha svolto funzioni di intermediazione), appare sempre più evidente la miserabile montatura padronal-poliziesca messa in piedi per screditare l'organizzazione. La reazione dei lavoratori iscritti è stata forte e immediata, con il blocco totale dei luoghi di lavoro e nel vergognoso silenzio o – peggio – la presa di distanza degli altri cosiddetti sindacatini di base (e lasciamo stare tutto il veleno sputato dai sindacati tricolore, parte integrante del potere borghese). In realtà, da parecchi mesi, con il contributo sempre tempestivo dei mezzi di disinformazione nazionale, è in atto una vera campagna intimidatoria contro questo sindacato di base, che – come scrivevamo a caldo nel comunicato prontamente diffuso il 27/1 – “pur fra mille contraddizioni, ha saputo organizzare, attraverso lotte decise e radicali, i settori più sfruttati di un proletariato, immigrato e non, tradito dalle grandi centrali sindacali”. Le lotte combattive dei facchini e dei lavoratori dei macelli e delle carni, sottoposti a uno sfruttamento bestiale, con condizioni di lavoro orribili, paghe da fame, continui ricatti da parte del padronato e delle cooperative, provocazioni di “forze dell'ordine” e magistratura, sono state, sono tuttora e devono continuare a essere, per vigore e compattezza, un vero insegnamento classista per un proletariato che, in larga misura, subisce ancora, senza quasi reagire, i colpi della crisi economica e dell'attacco di Stato e padronato. E’ questa combattività che, al di là delle sigle, noi salutiamo con entusiasmo.

Ma i lavoratori devono stare in guardia: montature come questa, e ben peggiori di questa (la classe dominante ha una lunga esperienza in materia!), verranno di nuovo messe in atto, per fiaccare la loro determinazione nel difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro. E' necessario e urgente mantenere alta la mobilitazione, uscire da qualunque “ghetto categoriale”, estendere e rafforzare sul territorio il fronte delle lotte, consolidare le proprie organizzazioni di base in modo da neutralizzare infiltrazioni e provocazioni, e soprattutto continuare a colpire il padronato (sia esso individuale, statale o “cooperativo”) là dove è più sensibile: il profitto. Scioperi compatti senza limitazioni di luogo e durata, blocco delle merci in entrata e in uscita, strutture organizzative capaci di farsi carico di tutte le questioni relative alla condizione proletaria e di assicurare la continuità dell'organizzazione, costituzione di una vera, solida e stabile “cassa di sciopero” con gestione trasparente e realmente in grado di sostenere economicamente i lavoratori in lotta, immediata e concreta solidarietà classista a chiunque venga colpito (“l'attacco a uno è un attacco a tutti” è da sempre una parola d'ordine del proletariato e deve tornare a risuonare con forza): questi debbono essere gli obiettivi di qualunque organismo di difesa delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari.

Come sempre, senza “sposare” questa o quella organizzazione di base, ma decisi – nei limiti delle nostre forze – a difendere, promuovere e indirizzare le lotte, noi comunisti internazionalisti siamo e saremo a fianco dei lavoratori.

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

 

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