DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Lo sgretolamento del Muro di Berlino era stato salutato dai “borghesi” e da tutto il loro esercito di ruffiani come il “sol dell'avvenire” (compreso quello, tanto caro all’opportunismo, che veniva cantato con accompagnamento di fisarmonica). Per costoro, tale sole doveva tornare a brillare con la caduta dell'Urss, ma soprattutto con la caduta del muro, “simbolo della divisione tra i popoli”. Ora, l'emblema non esiste più e la metafora del muro come separazione ha lasciato il posto a un “figurativo” abbraccio planetario: “Vogliamoci bene... tutti”. Poi, il tempo è passato: ben 27 anni ci separano da quella ubriacatura mediatica, fatta di picconi, ruspe e tanta gente che si abbracciava di qua e di là dall'ammasso di sassi e mattoni. E cosa ci resta, oggi, di quella gran festa?

Il “sol dell'avvenire” è sempre coperto da un cielo nuvoloso che non promette bel tempo: sovrasta una terra sempre più divisa tra ricchezza, per pochi, e fame, per molti: milioni di persone abbandonano le proprie terre per raggiungere l'Europa industrializzata, e l'Africa contribuisce non poco a questa migrazione.

Quale soluzione al “problema”? “Elementare, Watson”, direbbe Holmes, e (forse) continuerebbe: “Un muro. Si costruisce un muro per fermare tale flusso”. E così si è fatto. In data 8 settembre 2016, in giro per l’Europa, possiamo contare centinaia e centinaia di chilometri di muro e filo spinato:

Ungheria-Serbia: dopo il primo muro al confine con la Serbia, l'Ungheria ha annunciato una nuova barriera fortificata.

Ungheria-Croazia: la barriera ungherese è stata finita un anno fa.

Ungheria Romania: ad aprile, Budapest ha iniziato a sigillare il confine con la Romania.

Slovenia-Croazia: già un anno fa Lubiana ha costruito una barriera lungo il confine con la Croazia.

Bulgaria-Turchia: la costruzione di un muro per bloccare i flussi migratori provenienti dall'est è incominciata nel 2014.

Estonia-Russia: il via ai lavori è previsto nel 2018.

Macedonia-Grecia: la barriera macedone al confine passa vicino a Idomeni, l'immenso campo profughi greco.

Calais (Francia): il primo tratto di muro è stato completato nel giugno 2015, il nuovo tratto nuovo sarà un suo proseguimento, con un’altezza di quattro metri e una lunghezza di un chilometro.

Ora, quelli che hanno brindato e cantato al crollo del Muro di Berlino, che cosa dicono?

 

L'Africa contribuisce non poco a questa migrazione, dicevamo. La cosa ci riempie di meraviglia: ma come!? esperti e commentatori non cianciavano, fino a poco tempo fa, che l'Africa si stava, lentamente ma decisamente, avviando verso il progresso economico? Oggi, i dati che vengono diffusi parlano di un continente dove il Pil sta frenando in maniera drammatica.

A inizio 2015, l'Economist scommetteva che l'Africa avrebbe continuato a crescere nell'ordine del 5%, come nel 2014; da parte sua, l'Ocse, riconosceva uno sviluppo, per il 2015, del 3,4%, ma pronosticava, per il 2016 e per il 2017, un rilancio; a mettere ordine (?), arrivava poi il Fmi che fissava lo sviluppo per il 2016 al 3% e non si avventurava oltre il 4% per il 2017. Comunque, da qualsiasi parte si guardi il problema, resta la realtà che l'Africa non cresce. E poi c'è da ridere (o piangere, a seconda dei gusti) quando gli ideologi del “benessere capitalista” fondano le loro speranze nell'espansione della “classe media”, con un balzo dei consumi dagli 800 miliardi di dollari nel 2008 a oltre 1400 miliardi entro il 2020: obiettivo che sembra, oggi, alquanto remoto.

In questo scenario, non poteva mancare la finanza con una crescita sproporzionata del settore bancario che ha portato a una valanga di prestiti a imprese mai decollate. Per avere un quadro della situazione economica, riportiamo i dati relativi al PIL dei seguenti stati:

Angola: 2013, al 6,8%; 2014, al 4,8%; 2015, al 3,0%; nel 2016, sarà al 2,5% e nel 2017 al 2,7%.

Mali. 2013, al 2,3%; 2014, al 7,5%; 2015, al 6,1%; nel 2016, sarà al 5,0% e nel 2017 al 5,2%.

Mozambico. 2013, al 7,1%; 2014, al 7,4%; 2015, al 6,3%; nel 2016, sarà al 6,0% e nel 2017 al 6,8%.

Nigeria. 2013, al 5,4%; 2014, al 6,3%; 2015, al 2,7%; nel 2016 sarà del -1,8% e nel 2017 del 1,1%.

Tanzania. 2013, al 7,3%; 2014, al 7,0%; 2015, al 7,0%; nel 2016, sarà del 6,9% e nel 2017 al 6,8%.

Zambia. 2013, al 5,1%; 2014, al 5,0%; 2015, al 3,6%; nel 2016, sarà del 3,4% e nel 2017 al 4,8%.

Non facciamoci mancare niente: aggiungiamo che, entro il 2050, la popolazione africana raddoppierà… Hai voglia a costruire muri!

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.