DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

 

Lavoratori!

Le ricorrenti crisi economiche che si alternano a riprese ogni volta più deboli ci colpiscono in maniera sempre più dura. Per far fronte alle inderogabili esigenze del capitalismo in difficoltà, la borghesia attacca i nostri salari, le nostre condizioni di vita e di lavoro, le già esili e scadenti "garanzie" della previdenza e del welfare.

I padroni, grazie all'utilizzo della forza dello stato borghese e democratico, supremo strumento della vostra oppressione, e di tutti i suoi organi (parlamento, sindacati, preti, mass-media, partiti e associazioni pseudoproletarie, ecc.), ci tengono soggiogati e scaricano interamente su di noi i costi delle crisi. In questo modo, siamo costretti a lottare ogni giorno per la sopravvivenza, tra precariato, disoccupazione, carovita, aumento dell'orario di lavoro e dello sfruttamento, standard di sicurezza pessimi, peggioramento delle condizioni di vita in generale, licenziamenti di massa per salvaguardare i profitti e individuali per colpire i lavoratori più combattivi, repressione sbirresca e giudiziaria nel caso in cui qualcuno osi alzare la testa.

 

Lavoratori!
I padroni continuano a chiederci (ma, in realtà, ci impongono) sacrifici, promettendoci in cambio un miglioramento delle condizioni di vita che non verrà mai. Noi comunisti affermiamo, in base allo stato dell'economia mondiale, che ogni pur flebile accenno di ripresa dell'economia, così come è avvenuto negli ultimi decenni, verrà incamerato dal padronato sotto forma di profitti, mentre per noi proletari continuerà ad aumentare la stretta di salari sempre più miseri. Intanto la propaganda borghese lavora per imputare le conseguenze della crisi economica, come il crescente imputridimento sociale e il progressivo immiserimento delle masse proletarie - di cui la borghesia e il suo sistema economico sono i soli responsabili - a fattori che invece sono anch'essi effetti inevitabili dello sviluppo capitalistico, quali la criminalità e l'immigrazione, incoraggiando così il razzismo, le guerre tra poveri e le divisioni in seno al proletariato.
L'attuale situazione mondiale proseguirà su questa china a ritmi sempre più serrati, in un crescente aumento delle tensioni internazionali e dei conflitti locali e in un alternarsi di crisi economiche sempre più profonde e devastanti, che spingeranno gli Stati imperialisti ad armarsi fino ai denti. In questa fase di riarmo ci sarà un'ulteriore imposizione di pesanti sacrifici e ulteriori giri di vite polizieschi, secondo il vecchio motto “Lavorare e tacere”, coniato per “educare” i lavoratori all’obbedienza. Al termine di questo crescendo, i proletari di ogni
paese saranno spinti al massacro gli uni contro gli altri, schierati dietro le logore bandiere nazionali e sospinti dalla fanfara dei nazionalismi, già da anni in ripresa. La borghesia di ogni Stato impegnato nel conflitto dipingerà il nemico di turno come l'aggressore, crudele e disumano, e se stessa come l'aggredito, buono, umano e “dalla parte di dio”. Si assisterà cioè, su scala gigantesca, al solito balletto di menzogne che accompagna lo scoppio di ogni conflitto e che serve a celare l'unico, vero scopo di ogni guerra: i profitti
capitalistici.
Solo il proletariato internazionale potrà, spinto dagli eventi, evitare la catastrofe di una nuova guerra mondiale, ponendo fine all'infame civiltà borghese e allo sfruttamento da essa generato. Incalzata dal feroce attacco da parte del capitale, la nostra classe sarà infatti costretta a battersi per difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro, a darsi organizzazioni indipendenti dallo Stato borghese suo nemico, a superare tutte le proprie divisioni interne, comprendendo nella lotta che solo un fronte unito proletario può rispondere efficacemente all’offensiva del capitale. Noi comunisti indichiamo e indicheremo ai lavoratori la via della lotta di classe aperta, con i metodi e per gli obiettivi che gli sono propri da centocinquant'anni: sciopero generale a oltranza, senza preavviso e senza limiti di tempo e spazio; rifiuto organizzato di ogni discriminazione in base a età, sesso o nazionalità; riduzione drastica dell'orario di lavoro insieme a forti aumenti salariali, maggiori per le categorie peggio pagate; salario pieno a disoccupati, licenziati e immigrati; rifiuto organizzato di ogni forma di lavoro precario o in nero; lotta a ogni concertazione, compatibilità e sacrificio in nome dell’economia e degli interessi nazionali.
Giungerà poi il momento in cui la nostra classe comprenderà che la difesa delle proprie condizioni di vita e di lavoro non può bastare e che è indispensabile, anche per evitare il massacro, passare al contrattacco: dalla quotidiana guerriglia economica si passerà all’autentica guerra di classe, che è guerra politica per la conquista del potere. Questa lotta sarà attuabile solo sotto la guida di quell'organo specifico che è il partito di classe, l’unico capace, nel corso dei decenni e di fronte alla controrivoluzione democratica, nazifascista e stalinista, di mantenere fermi i principi che da sempre distinguono i comunisti da tutti gli altri: la lotta senza quartiere alla società del profitto e del capitale, l’internazionalismo, la necessità della violenta rottura rivoluzionaria e della presa del potere sotto la guida del partito comunista.

 

Lavoratori!
Solo un’autentica politica di classe, volta all’abbattimento del capitalismo, può rappresentare la via di uscita e risparmiare all’umanità gli orrori di una nuova guerra mondiale. Sappiamo che, contro questa politica, si scateneranno dapprima le eterne posizioni pacifiste, i “cortei antimperialisti”, le esortazioni alla pace sociale e poi la repressione militare e poliziesca. Ma abbiamo la certezza che il proletariato internazionale, stretto da un parte dall’incombere perenne della guerra, dall’altra dalle condizioni di vita sempre più insopportabili, saprà scegliere finalmente la strada giusta, indicata e rappresentata dal suo partito rivoluzionario: la liquidazione definitiva della società esistente.

 

 

 

Partito Comunista Internazionale

(Supplemento al n°6/2008 de "Il programma comunista")

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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