DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

 

Proletari, compagni!

L’ennesimo omicidio sul lavoro è stato commesso stavolta alle acciaierie Thyssen-Krupp di Torino. Il reparto-lager n°5 è esploso e quattro nostri fratelli di classe sono stati uccisi, altri tre sono ustionati in modo grave, molti i feriti. Qualche ora dopo, i vecchi sciacalli politico-sindacali, accompagnati dai loro reggicoda di stampa e Tv, si sono precipitati a tessere un “cordone di sicurezza” per evitare che il nostro dolore diventi rabbia e per soffocare sul nascere il nostro odio di classe. In questo, la macchina del controllo sociale non ha bisogno di manutenzione: lavora in sicurezza! 

 

Proletari, compagni!

Chiamano “fatale incidente” quel che è avvenuto in un reparto conosciuto per il suo alto rischio, nel quale inostri compagni di lavoro stavano sgobbando da 12 ore (quattro ore di straordinario notturno: 200 facevanoil lavoro di 380) – un reparto d’una fabbrica in cui era assente ogni forma di manutenzione, mentre i ritmi dilavoro erano stati intensificati oltre misura per ottenere il massimo profitto. I tromboni sindacali, la fecciapolitica e il gazzettume di stampa e TV chiamano “fatale incidente” quello che colpisce, anno dopo anno, tramorti e feriti, sei o settemila di noi, una carneficina di cui si conosce molto bene l’obiettivo strategico: ilprofitto. Lo chiamano “fatale incidente” quei sindacati di regime, che hanno dichiarato per l’ennesima voltauno sciopero-burla, Chiamano “fatale incidente” le centinaia di migliaia di morti nelle miniere (105 solo ieriin Cina, per l’ennesima volta), nelle acciaierie, nella chimica, nell’edilizia, in ogni regione del mondo borghese. 

 

Proletari, compagni!

E’ giunto il momento di dire basta ai criminali e ai loro servi. Essi, consapevoli del fatto che una nostraspallata farebbe crollare il muro di menzogne, invocano a gran voce dal pulpito la legalità: sannoperfettamente che è una balla ritenere che nelle grandi imprese sarebbe garantita una maggiore sicurezzarispetto alle piccole, che è una balla distinguere tra fabbriche legali e illegali (lavoro nero e sommerso),perché la sicurezza nei luoghi di lavoro, in regime capitalista, è un costo che va sottratto al profitto. Essisanno che il profitto ha bisogno di flessibilità, di precarietà, di ritmi snervanti, di straordinario, di cottimo, diorari prolungati, di lavoro notturno, di disoccupazione e immigrazione, di donne e bambini costretti asgobbare in ambienti disumani e disumanizzanti. Ma proprio perché lo sanno, essi mobilitano grandi epiccoli servi di tutte le specie perché dicano idiozie: e possono farlo, pagandoli profumatamente in busta efuori busta. 

 

Proletari, compagni!

Basta con le patetiche dimostrazioni di cordoglio: solo i proletari possono seppellire i loro morti – con lalotta senza quartiere! Basta con gli “scioperi farsa” da parte di organizzazioni sindacali che stanno sul conto spese delle aziende e dello Stato. I nostri fratelli di classe, stritolati dalla macchina capitalistica, chiedono ben altro, e non da oggi: 

 

  • Sciopero generale ad oltranza e senza limiti di tempo
  • Blocco della produzione, della distribuzione e dei servizi
  • Riduzione drastica dell’orario di lavoro a parità di salario
  • No al lavoro straordinario, notturno, usurante, precario, flessibile, nero
  • No alla società del profitto, per la dittatura proletaria, per il comunismo                                                                            

                                                           

 

Partito Comunista Internazionle 

(Supplemento al n°1/2008 de " Il programma comunista")


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