DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Qualcuno dirà che è un po’ come sparare sulla Croce Rossa: ma tant’è... Ci riferiamo ad alcune perle colte su volantini distribuiti alla manifestazione della FIOM a Milano, il 9 ottobre u. s.

Prima perla, Socialismo Rivoluzionario. Questi nuovi “parroci di campagna” devono aver riscoperto un vecchio musical cristianuccio-pacifista in voga nei tardi anni ’60, “Viva la gente!” (“la gggente”, direbbero a Roma), perché tutto il loro volantino è pieno di questo... nuovo soggetto rivoluzionario. La crisi – ci spiegano – ha causato “la rovina di tanta gente”: ma loro hanno “fiducia nella nostra gente di scegliere bene e per il bene di tutti” e, lamentando l’“inimicizia” che c’è in giro (sfruttamento, razzismo, “morti bianche”), rivendicano la “vivibilità del lavoro” e il “diritto a vivere meglio”. Presi da questo afflato evangelico, si dimenticano (?) di dirci come arrivare a questo “paese dei Puffi”: ripresa della lotta di classe, partito rivoluzionario, presa del potere, dittatura proletaria? Per carità! “Vogliamo emergere come persone che lavorano, non come macchine che producono, quindi esseri umani che coltivano speranze, sogni e bisogni volti a cercare il bene comune per migliorare la propria vita. Vogliamo partire dalla comune umanità per accrescere e costruire la solidarietà, rompendo con le divisioni e le discriminazioni che sono presenti anche nelle nostre aziende”, ecc. ecc. Una nuvola d’incenso si sprigiona – miracolosamente – dal volantino, mentre risuonano le immortali parole del musical: “Viva la gente! la trovi ovunque vai/ viva la gente! simpatica più che mai!/ Se più gente guardasse alla gente con favor/ avremmo meno gente difficile/ e più gente di cuor”...

Seconda perla, i CARC – ovvero, per essere precisi, il “Partito dei CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo). Aderente alla Lista Comunista per il Blocco Popolare” (e scusate se è poco!). Altro giro, altro... “paese dei Puffi”! Con fiero cipiglio (e fedeli alla linea che da Proudhon porta a... Baffone), i CARC c’informano infatti che, per “uscire definitivamente [si badi: definitivamente] dalla crisi dei padroni”, occorrono “misure d’emergenza” – non, per carità!, la ripresa generalizzata della lotta di classe con l’intervento unificatore e direttivo del partito comunista, mirante alla preparazione rivoluzionaria, alla presa del potere, all’instaurazione della dittatura proletaria diretta dal partito, agli interventi dispotici nell’economia... Non sia mai! La loro ricetta è una sorta di “programma di transizione” (neo-trotzkisti e neo-stalinisti uniti nella lotta?), da affidare (udite! udite!) a un “governo di emergenza, un governo di Blocco Popolare” (formato da “organizzazioni popolari, sinistra sindacale, coordinamenti operai, comitati di lotta, collettivi studenteschi”, primo passo verso... “l’instaurazione del socialismo”), che si prefigga di (udite bene!): “assegnare a ogni azienda compiti produttivi secondo un piano nazionale [...], eliminare tutte quelle attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo e per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti [...], assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli le condizioni di vita necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società [...], distribuire i prodotti alle aziende, alle famiglie, agli individui e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, conosciuti e democraticamente decisi [...], stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi, iniziare a riorganizzare le altre relazioni e attività sociali in conformità alla nuova base produttiva”... Le aziende come nodo produttivo inaggirabile, la centralità dell’individuo e della nazione, gli “altri paesi” in coesistenza pacifica, il bene supremo della democrazia, e via sbavando, in una prospettiva che può vedere abbracciati ai CARC anche il presidente Obama e papa Ratzinger... Insomma, nel pentolone ci han messo di tutto un po’ – tranne il marxismo. E così, il Grande Puffo (il “governo di Blocco Popolare”, che non si capisce bene da dove verrà fuori: forse da una tornata elettorale “democraticamente decisa”?) potrà girare e rigirare il cucchiaio fin che vuole – ma il suo rimane pur sempre un minestrone rancido e indigesto!

 

 

 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°06 - 2009)

 

 

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