DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Oggetto: Organizzazione e sezione agraria

A tutte le federazioni comuniste

Le prime risposte che i compagni segretari federali hanno dato alle nostre circolari n. 20 e 21 mostrano in evidenza che il P.C. non è restato scosso dagli ultimi avvenimenti politici. Noi desideriamo che al più presto il nostro partito sia in grado di riacquistare compiutamente la sua elasticità di movimento e la sua capacità di azione, di propaganda e di organizzazione, che deve portarlo a divenire il centro del movimento proletario in Italia.

Le prime disposizioni che abbiamo dato sulla necessità di creare col Raggruppamento l’inquadramento politico ordinario non possono essere interpretate in senso assoluto. Esse debbono avere rapida attuazione: ma è ovvio che là dove sia consentito ai nostri organi di funzionare legalmente, essi profitteranno senz’altro di una tale libertà. I brandelli di libertà che noi possiamo strappare allo Stato o che questo crede di concederci noi li afferriamo senza scrupoli: dall’uso buono che faremo della poca o molta libertà che oggi ci si concede deriveranno domani la capacità e la forza del partito a togliere tutta la libertà ai nemici del proletariato.

La triste situazione finanziaria in cui versa il partito ci ha impedito tanto di aiutare talune organizzazioni gravemente colpite, quanto di inviare presso tutte le federazioni nostri incaricati per un collegamento più stretto con la centrale di quanto non si possa ottenere epistolarmente. Gli avvenimenti hanno fatto sì che il proletariato e il nostro partito non fossero chiamati direttamente all’azione, onde il partito, dopo la proposta fatta a mezzo del Comitato Sindacale il 28 ottobre a tutte le grandi organizzazioni sindacali rosse di proclamare lo sciopero generale (proposta che, con la cessazione dello stato d’assedio, perdeva il suo valore), non ha avuto motivo di dare nei giorni dal 27 al 30 ottobre una parola d’ordine di azione. Una prima parola rassicurativa ai lavoratori fu data il 29 ottobre con un manifesto mandato anche alle federazioni e pubblicato in poche copie a Roma, col quale smentivamo l’infame voce fatta circolare che il partito comunista si sciogliesse. Le altre parole nostre sono d’ordine interno, e voi le conoscete.

Un manifesto proletariato italiano viene testé lanciato attraverso il Sindacato Rosso, la Compagna, l’Avanguardia, l’Ordine Nuovo (edizioni illegale) e vi verrà anche trasmesso per la distribuzione, dato che se ne tirano alcune centinaia di migliaia di copie. In esse è data una parola d’ordine alla massa dei lavoratori.

Intanto proponiamo una seconda riunione delle sinistre sindacali nella quale i nostri compagni prospetteranno talune necessità urgenti della difesa organizzativa classista. Dell’esito di tale riunione vi terremo informati. Vi sia di conforto sapere che il partito lavora normalmente. Abbiate fiducia nel nostro partito e raccomandate ai compagni che si mostrino, con le opere, degni di appartenervi.

Intanto ci occupiamo della stampa quotidiana.

Le autorità non ci rilasciano ancora la sede dell’Ordine Nuovo (dalla quale, pare, i proprietari ci sfrattano). Ma crediamo di poter vincere ogni difficoltà. A Torino si pubblica una edizione illegale e ridotta dell’Ordine Nuovo, che va a ruba.

A Trieste, dietro imposizione fascista, non fu pubblicato Il Lavoratore. Avremmo potuto opporci alla minaccia, ma certamente avremmo perduto un impianto del valore di oltre un milione di lire. Stiamo ora facendo passi per tornare alla pubblicazione. Il Comunista, che si pubblicava in una tipografia privata, non sappiamo se e quando potrà venire in luce. Il proprietario della tipografia si rifiuta di stamparlo. D’altro lato, il veto fascista non è stato tolto. Comunque, non appena l’Ordine Nuovo (che, riteniamo, sarà il primo tra i nostri quotidiani che riprenderà le pubblicazioni) vedrà la luce, lo invieremo alla maggior parte delle rivendite del Comunista. Anche perciò voi siete invitati fin d’ora a mandare recapiti sicuri, e di sicuri rivenditori, alla Amministrazione dell’Ordine Nuovo, scrivendo a Torino, via Arcivescovado, 3.

Amori con i massimalisti. I compagni tutti e gli organi di partito, politici e sindacali, siano diffidati dal prendere contatti con i massimalisti; contatti che non siano semplicemente quelli necessari per l’applicazione integrale delle disposizioni adottate dai convegni delle sinistre sindacali. Ogni voce fusionistica tra il P.C.I. e il P.S.I. deve ritenersi tendenziosa o – perlomeno – prematura. Noi manteniamo la nostra critica dura e curda al massimalismo.

Organizzazione dei comitati agrari locali [segue la riproduzione letterale della prima parte della circolare della Sezione agraria sull’argomento].

Gruppi comunisti sindacali nella federterra. La Sezione agraria assorbe le funzioni del Comitato Sindacale Nazionale Comunista della Federterra. I comitati comunisti della Federterra si mettano in comunicazione con la Sezione agraria.

Cooperative agricole. Le cooperative agricole che seguono le direttive comuniste diano la loro adesione alla Sezione agraria.

Questionario agrario. Le sezioni, le federazioni e i compagni che ricevettero il questionario agrario lo rimettano, attentamente riempito, alla Sezione agraria.

Per Il Comitato Esecutivo

(Firmato Grieco)

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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