Il Governo italiano è stato colpito da sgomento per l'esplicita accusa rivoltagli da Dayton, capo dell'ECA per l'Italia, il quale, riprendendo un vecchio motivo caro agli americani, ha incolpato i nostri bravi democratici di trascurare le possibilità di ripresa della produzione industriale nazionale, di non svolgere un'attiva politica degli investimenti e di pregiudicare così uno sforzo conseguente di riarmo.
Di fronte a un rimprovero tanto reciso non si è mancato di parlare di dimissioni del ministro responsabile, di revisione della politica degli investimenti, o, per converso, di gesti e manifestazioni di indipendenza del « libero » governo italiano. La crisi non è stata approfondita, per reciproca intesa, ma è rimasto il peso di una divergenza che ai nostri borghesi scotta.
Fatto è che i veri dispiaceri nascono sempre in famiglia, e le pretese e l'arroganza del tutelatore e paterno imperialismo americano incidono sugli interessi della nostra borghesia ben più crudelmente della brutalità, per ora solo potenziale, del nemico russo. Gli americani intendono rimettere in piedi l'Europa a loro vantaggio, vogliono avere un'organizzazione capitalistica europea elastica ed efficiente, capace di rappresentare un peso effettivo nel complesso dello schieramento internazionale, e a questo fine son disposti a sacrificare tutte le montature posticce, i falsi schemi, le costruzioni di cartapesta.
Ora per la società capitalistica italiana, parlare di concorrenza, di calcolo, di costi, di ripresa dinamica della produzione e del consumo, è come venire a mettere il toro nel negozio di chincaglieria. Se c'è appena un soffio di vento, la nostra borghesia crolla, e questo non vogliono capire gli americani, che parlano di espansione della produzione (e il mercato dove lo si trova?) e di utilizzo dei crediti congelati. I nostri bravi borghesi non riescono a capacitarsi come mai gli americani non condividano le loro perplessità, e per parte loro piatiscono venia, promettono di far meglio, e tergiversano.
Evidentemente, prima o poi si arriverà al redde rationem, e non è del tutto da escludere che il capitalismo americano metta all'incanto quello italico.