DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Il 19 ottobre u.s., s’è svolta a Cagliari una manifestazione regionale organizzata dai sindacati confederali e dagli enti di formazione professionale, che hanno chiamato i lavoratori a protestare contro il governo regionale, chiedendo in particolare il rifinanziamento del settore: una vertenza che interessa 2700 lavoratori. Il governatore Soru è stato l’oggetto dei loro strali. La Regione a sua volta denuncia la poca chiarezza e le furberie degli Enti – corsi fantasma, bilanci gonfiati, enti controllati dai sindacati… Come sempre sono i lavoratori, stretti in questa morsa, a pagare le conseguenze: precarizzazione, 500 licenziati, stipendi in arretrato, nessuna certezza per il futuro.

La lotta, al solito, nonostante i toni duri di facciata, viene imbrigliata nella pratica della concertazione e sembra seguire il copione già scritto: dopo la manifestazione- farsa, i lavoratori vengono condotti alle porte dei palazzi istituzionali e qui si ha la benevolenza di concedere loro un tavolo di trattative; i sindacati presentano la cosa come una conquista e si procede a un accordo al ribasso, alle concessioni minime possibili per impedire l’esplosione delle tensioni sociali. Nel caso particolare, 254 lavoratori ottengono l’impegno della Regione a garantire l’accompagnamento alla pensione, altri 250 potranno entrare nella pubblica amministrazione, ma i fondi che dovrebbero coprire gli stipendi sono ancora incerti, e comunque si tratterebbe di contratti temporanei. Per tutti gli altri: “arrangiatevi!” Naturalmente, sindacati, enti di formazione e Regione non si sono espressi in questo modo, ma i lavoratori hanno già sperimentato i risultati della concertazione. A seguito della precedente vertenza del 2004, identica a quella in corso, si è avuto un aumento delle ore lavorate e della precarizzazione di contro a una diminuzione dello stipendio. E anche questa esperienza ha contribuito al finale a sorpresa della manifestazione. Dopo la prassi appena descritta, infatti, i sindacati si preoccupano di rimandare tutti a casa, buoni e tranquilli. Ma questa volta la rabbia dei lavoratori ha dato luogo a un’inaspettata esplosione di collera: una ventina di lavoratori aspettano il governatore, circondano l’automobile su cui si trova, la prendono a calci, costringono Soru a scendere dall’auto, lo strattonano, gli rifilano qualche calcio, gli urlano in faccia la propria disperazione. A questo punto, naturalmente, tutti – sindacati, partiti d’opposizione ed enti di formazione, che fino ad allora avevano lanciato accuse molto dure – indietreggiano davanti alla rabbia dei lavoratori e fanno quadrato con la maggioranza. E’ un coro unanime di solidarietà con il governatore, di condanna senza appello della violenza, a difesa della democrazia e della pace sociale, con tutte le armi della retorica più bieca: “Vigliacca aggressione”, “condannare e isolare i violenti”, “atto di stupidità, non giustificabile”.

Due commenti in particolare ci sembrano eloquenti. Il primo, del segretario regionale CISL: “Si tratta di un gesto di pochi facinorosi che non hanno niente a che vedere con la storia, le tradizioni e la cultura del movimento sindacale del nostro paese”, involontaria ammissione di sottomissione al capitale. Il secondo, sulla prima pagina de L’Unione Sarda del 20 ottobre 2006: “La disoccupazione, la cassa integrazione, i licenziamenti che ogni giorno si aggiungono ad una lista già infinita, hanno portato la Sardegna ad un altissimo livello di esasperazione. Stare senza lavoro è la mazzata più pesante che possa arrivare nella vita di uomini e donne, di migliaia di famiglie. Slogan, cartelli: tutto lecito, tutto legittimo. Quello che invece non è lecito né legittimo è che la protesta diventi violenza. Chi ha ragione deve usare tutti i mezzi democratici per far valere i propri diritti”. I nostri nemici pretendono dunque di indicarci le armi con cui è “legittimo” combatterli: l’appello ai diritti democratici, gli slogan e i cartelli, le sfilate che sembrano sempre più dei cortei funebri... Ai lavoratori, che nei fatti hanno dimostrato quanto può valere la pace sociale di fronte all’autentica disperazione, noi invece diciamo che, se anche prendere a calci Soru (o chi per lui) può essere fonte di una certa soddisfazione, tale soddisfazione oggi è purtroppo solo personale e momentanea. Quella sana rabbia, quel sano odio, quell’energia e quella voglia di lottare vanno rivolte a un obiettivo più importante e concreto: l’organizzazione e l’unità dei proletari, la riconquista dei metodi e degli obiettivi della lotta di classe, nell’abbandono una volta per tutte dei paralizzanti pregiudizi democratici e legalitari, al fine di riuscire a difendere con decisione le proprie condizioni di vita e di lavoro, e soprattutto al fine di soddisfare i propri interessi di classe, immediati e storici. E tutto ciò non è questione di diritto democratico, ma di forza messa in campo!
Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°01 - 2007)
INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.