DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

VIVA LA LOTTA DEI LAVORATORI CHRONOPOST!  UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO! 

Le vicende della lotta dei “Sans-papiers”, lavoratori senza documenti ufficiali di lavoro, di Chronopost (subappaltatore dell’impresa pubblica o semi-pubblica La Poste) meritano di essere conosciute, perché sono un esempio e un incoraggiamento per tutti i proletari. Bisogna sapere che la Posta, “patron-voyou” (padrone-canaglia) come tanti altri, usa molto (ma questo succede anche in numerose imprese pubbliche e semi-pubbliche: in particolare, quelle dei trasporti pubblici parigini RATP) il sistema dell’appalto, subappalto e sub-subappalto, che gli permette di sfuggire alle proprie responsabilità e impiegare, in tutta legalità ma con salari di miseria (600 euro al mese) e, in nome della sacrosanta redditività orari estenuanti e non compatibili con quelli dei trasporti pubblici, lavoratori “illegali” perché “senza documenti” ufficiali. 


Questi lavoratori evidentemente non hanno diritto alle “protezioni” che lo Stato-provvidenza francese distribuisce ancora (ma non eternamente!) nel campo delle pensioni, della salute pubblica, ecc.: e appunto perciò si sono battuti e si battono come dei leoni! Dopo un primo saggio dal giugno 2019 al gennaio 2020, che aveva permesso la regolarizzazione di un piccolo numero di persone, lo sciopero ha ripreso più di due anni fa e non è affatto finito. Questo è un esempio e un incoraggiamento per tutti i lavoratori, con documenti o senza documenti, immigrati o no, perché dopo questa lunga lotta, condotta con metodi classisti unificanti (lo sciopero con picchetti rafforzati da lavoratori solidali, con o senza « documenti » ) e con parole d’ordine per niente “egoiste” ma decise e generali (“I documenti! Per chi? Per tutti! Quando? Adesso!”), i Chronopost hanno ottenuto un’altra sia pure modesta vittoria dopo la regolarizzazione parziale del 2019, con la multa inflitta alla Posta (che essi riceveranno) per “appalto di manodopera” e “lavoro nero” ma soprattutto con la soddisfazione di battersi “tous ensamble!”,  “tutti insieme!”, come scandivano le manifestazioni, nonostante la minaccia permanente della repressione che grava sui “senza documenti”: la “duplice pena” (prigionia nei CRA, carceri speciali per gli stranieri), e poi la famigerata OQTF (Obbligo di lasciare il territorio francese). 
La lotta ha conosciuto un bellissimo e significativo acme il 18 dicembre (ricorrenza della manifestazione annuale d’appoggio ai migranti), quando i Chronopost hanno sfilato numerosissimi e nelle prime file, nella folla di dimostranti partita dalla Piazza della Repubblica verso i popolari quartieri est di Parigi: niente a che vedere con le “giornate d’azione-inazione”, organizzate una volta ogni tanto, dai grandi sindacati ufficiali. Questi ultimi erano completamente assenti, sostituiti da sindacati più piccoli, ma ben più combattivi (Solidaires, Sud PTT), mischiati nella folla di inorganizzati bianchi e soprattutto neri. Dappertutto, la gioia, le congratulazioni, gli slogan ritmati dai tamburi e dalle danze consuete nelle dimostrazioni del proletariato giovane, venuto dalle ex-colonie, che si sveglia (e quale risveglio!) alla lotta.

Come diceva il nostro Marx, “il capitalismo produce i propri becchini”… Perciò, alla parola d’ordine dei Chronopost, presa in prestito dai Moschettieri di Dumas (“Uno per tutti, tutti per uno!”), ci piace intrecciare quella ben più battagliera e generale del comunismo: “I proletari non hanno patria. Proletari di tutto il mondo, unitevi!”.

18 dicembre 2023

***

CONTRO I FALSI DEI, PREPARAZIONE RIVOLUZIONARIA

« Se Dio non esiste, tutto è permesso », proclamava, quasi due secoli fa, il grande scrittore, ma anche reazionario matricolato, Dostoievsky, e oggi ancora l’opinione borghese, inclusa quella laica,  ripete unanimemente: « Il Dio Capitalismo è immortale, ai lavoratori rimane consolarsi con l’oppio de popolo ! ». Agli uni e agli altri i rivoluzionari rispondono con Marx: « Il Capitalismo produce i propri becchini !»

Infatti, se è vero che la classe dominante borghese, sostenuta dalle religioni di ogni genere, dal cattolicesimo in Occidente (Polonia! Stati Uniti! America Latina !) fino alla religione musulmana e al giudaismo nel Medio Oriente, ma anche alla… laicità nell’Europa del centro-Nord, regna con sempre maggiore tracotanza, in Europa ancora le lotte dei proletari attorno agli immigrati « sans papiers » (cioè « senza riserve », vera definizione dei proletari), dimostrano che, anche se sono per il momento minoritari, non intendono lasciarsi attaccare senza difendersi: « Che cosa vogliamo? I documenti! Per chi ? Per tutti ! Quando ? Adesso! ». Queste rivendicazioni vanno oltre la difesa delle Pensioni, molto più popolare e in parte sostenuta dai Sindacati, presso i lavoratori che hanno dei « diritti » e sono dunque in parte « protetti ». Esse vanno oltre, perché qui è ancora più chiaro che non si tratta di ottenere delle « garanzie » (d’altronde sempre fragili ed effimere), ma di affermare che tutti i lavoratori, francesi o stranieri, con documenti o senza, sono fratelli e formano una medesima classe internazionale.

Chi ha visto e udito nelle visite  « a porta a porta » nei foyers rivendicare i « papiers » nella lingua del colonizzatore e in quelle dell’ex-colonizzato diventato proletario, chi ha udito tutti gli inquilini dei foyers, accompagnati dai loro « Solidali », maledire la stessa legge Darmanin, ha sentito immediatamente quello che significa la fraternità di classe.  Nessun bisogno di una lezione sulla « Unione Sacra » che nelle due prime grandi carneficine mondiali giustificò il massacro dei lavoratori, chiamati a sostenere ognuno la “propria » borghesia. Ed è stato immediatamente capace, anche senza capire il francese, di comprendere e  applicare il motto che Marx lanciava alla testa della borghesia del 1848: « I proletari non hanno patria: Proletari di tutti i paesi unitevi ! »

Questo motto è particolarmente attuale oggi, mentre dappertutto, specie nella Francia imperialista, dominano il nazionalismo, lo sciovinismo, il razzismo… tutti strumenti di propaganda volti a preparare e giustificare una terza carneficina mondiale. Attraverso tutte le lotte parziali, rafforziamo l’unificazione del proletariato che prepara, con il partito internazionale di classe, la rivoluzione che la finirà con la causa di tutti quegli orrori: il Capitalismo !

***

AL DI LÀ DELLA LEGGE DARMANIN, RINFORZARE IL PARTITO RIVOLUZIONARIO

Dopo mesi di un lavoro accanito per renderlo sempre più efficace e scellerato, il progetto di legge Darmanin è finalmente caduto in acqua senza essere stato nemmeno discusso in Parlamento, e poco è mancato che il ministro lo raggiungesse nello stesso pantano, se Macron non lo avesse ripescato all’ultimo momento proibendogli di dare le proprie dimissioni. Immediatamente, l’intera classe politica di « sinistra » si è affrettata a salutare l’evento, nel quale ha visto uno « schiaffo morale » inflitto al capo degli sbirri di Francia.

La nostra interpretazione è completamente diversa. Prima di tutto sono la destra e l’estrema destra che l’hanno lanciato, il famoso « schiaffo », e poi,  se i lavoratori non ci mettono lo zampino,  il progetto dovrebbe essere ancora inasprito, per continuare a sforzarsi di paralizzare e terrorizzare il proletariato, accanendosi sulla sua frazione più esposta,  quella dei « sans-papiers ». La storia non è fatta dalle piccole avventure e misere astuzie del gioco parlamentare. La borghesia ha sempre usato, contro il proletariato, due armi essenziali: la forza e la furbizia. La forza, che va fino all’uso del terrore (fascista o democratico) comprende tutto un armamentario legislativo (di cui la Legge Darmanin è solo una parte) e tutta una serie di armi repressive, dai CRA (carceri speciali, particolarmente disgustose, riservate agli stranieri) alle famigerate OQTF (obblighi di lasciare il territorio francese, cioè l’espulsione), che completano la « duplice pena » riservata ai pretesi « delinquenti”, i « senza documenti ».  E la furbizia è quella che si serve in grande stile della menzogna, per abbindolare i francesi, e specialmente i proletari, cercando di aizzarli contro i loro fratelli di classe stranieri, e così  dividerli e dunque indebolirli!. E’il “fascista” Le Pen (il padre) che ha inventato la formula immortale, destinata a scaricare la responsabilità della disoccupazione sull’immigrazione: « Un milione di  senza lavoro = un milione di immigrati! », e dunque a suggerire la soluzione « miracolo »: per risolvere il problema della disoccupazione, basta ridurre l’immigrazione!

Alla forza borghese il proletariato deve opporre (e oppone) la SUA forza: il numero, unificato e rafforzato con la lotta. Alle menzogne borghesi, oppone la SUA verità! E vedendo al di là della Legge Darmanin, si ostina a rivendicare appunto le parole d’ordine unificatrici: « Documenti per tutti! » La legge Darmanin può essere ulteriormente inasprita, o potrà finire nella pattumiera della storia, e la lotta contro di essa è solo un’episodio di una battaglia ben più lunga e ampia, la cui principale vittoria dovrà essere, come nelle parole di Marx, « l’unione crescente dei lavoratori ». La legge Darmanin sarà necessariamente seguita da altre dello stesso conio: e ciò continuerà fin quando esisterà la causa dell’oppressione: il capitalismo. Perciò l’arma essenziale, indispensabile, del proletariato, è il partito rivoluzionario, strumento non solo delle sue battaglie parziali e immediate, ma insieme effetto e causa della sua unificazione. Oltrepassando i limiti di tempo e di spazio, il partito rivoluzionario trae la sua forza non solo dalla sua esperienza presente e dalle lezioni che ne ricava, ma da un programma che è il condensato di tutte le lotte passate, e ciò a livello internazionale. Dunque, è un lungo ed entusiasmante cammino quello che ci attende!

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.