DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Economia domestica

Mi trovai un giorno tra alcuni lavoratori e qualche “dirigente” che discutevano di economia. Si parlava di salario, di carovita, di inflazione, tutti argomenti che interessavano le loro vite. Ovviamente, c'era un grande malumore che rasentava la rabbia.

Qualcuno, che poi venne fuori non aveva di che lamentarsi della propria condizione, azzardò a chiedere a ognuno quanto guadagnasse .

Un vecchio pensionato che seguiva la discussione disse: “Finalmente una domanda sensata! Avete per caso frequentato la terza elementare ?”.

“Che c'entra?”, rispose chi aveva posto la domanda.

“E' che in terza elementare la maestra ci insegnò che guadagno è uguale a ricavo meno spese. Per esempio, io dalla pensione ricavo 1300 euro . Poi calcolo la spesa e vedo che a fine mese ho speso 1300 euro, chiaramente limitando le spese. Dunque, ricavo 1300 e spendo 1300: la differenza è 0. Deduco che ho guadagnato 0, ovvero che i lavoratori guadagnano 0”.

E qui , chi aveva posto la prima domanda, credendo di saperla lunga azzardò: “Però hai mangiato!”.

“È vero !”, rispose il pensionato. “Anche gli asini mangiano e non guadagnano!”.

Un tal don Carlo (Marx) lo diceva meglio : “Il salario è quanto basta per produrre e riprodurre lavoratori (la prole). Sempre per il padrone, s'intende: il padrone dell'asino”.

Landini in campo!

Capita spesso di confrontarci con lavoratori che, avendo perso la memoria delle lotte del proletariato, sperano che qualcuno tolga loro le castagne dal fuoco. Ed ecco che eleggono a difensore dei lavoratori chi grida e “comprende” i loro lamenti. E chi è l'urlatore di turno se non Landini ?

Tutti lo ricordano quando gridava a Marchionne: “Volete l'aumento di produttività? Parliamone”. Cioè: sono d'accordo, ma va fatta insieme. Oppure:

“Volete la moderazione salariale? Parliamone”. Cioè: sono d'accordo, ma va fatta insieme. “Ma non toccate la Costituzione!!”, urlava: “quindi è il rivoluzionario che fa per noi!”, dicevano. “Lo vogliamo segretario Generale della CGIL!”, gridavano. Amen, e così fu .

E giunse il 7 ottobre 2023.

Grande manifestazione generale della CGIL a Roma, in cui i lavoratori si rallegravano pensando finalmente alla lotta. E le cose sembravano andare per questo verso, poiché l'altoparlante diffondeva la canzone di Modugno “Malarazza”: “Ti lamenti, ti lamenti, di che ti lamenti? Piglia lu bastone e tira fori i denti!”, diceva. Ohibò, finalmente si menano le mani!

Ma ascoltiamo Landini, il “rivoluzionario”: “Non siamo qui per lottare, ma per cambiare...”, ecco le sue prime parole dopo il saluto ai convenuti. Poi, si capisce anche che “cambiare” significa “non cambiare di una virgola la Costituzione”, che, essendo “la più bella del mondo”, va difesa cacciando “fori i denti”.

La lezione fondamentale fu dunque: “Per cambiare non bisogna lottare!”. Mancava solo che aggiungesse: “Pregate!”. Però urlava... e si sa, le teste di legno fan sempre del chiasso.

Lavoratori, Landini ha reso evidente il suo ruolo di pompiere delle lotte. L'unica strada che ci resta per migliori condizioni di vita e di lavoro, o almeno per non peggiorare, È QUELLA DI SEMPRE: LA LOTTA AMPIA E PROLUNGATA!

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