DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Roma. Nel corso del mese di febbraio, la sezione è intervenuta con la nostra stampa e i nostri volantini a una serie di iniziative e manifestazioni. Venerdì 3 febbraio, è stata alla libreria Anomalia in occasione della presentazione del libro di Maria Rita Prete 41 bis Il carcere di cui non si parla Ed. Sensibili alle foglie: presenti 25 persone, abbiamo distribuito due nostri recenti volantini (“Memphis, USA - Altri nodi vengono al pettine” e “Toccano uno, toccano tutti”), che affrontano il tema della repressione e che sono stati accolti con interesse. Il giorno dopo, sabato 4 febbraio, alla manifestazione per Cospito contro il 41 bis organizzata dagli anarchici, senza bandiere e striscioni di altre organizzazioni, ci siamo trovati gli unici a volantinare: presenti un migliaio di persone. Molti i giovani, interessati al volantino “Toccano uno, toccano tutti”: è stato così possibile parlare e confrontarsi velocemente e sinteticamente. Parecchi esercizi commerciali con le saracinesche abbassate e corteo tallonato dalle forze dell’ordine, circondato da poliziotti in tenuta antisommossa, con diversi mezzi blindati posizionati lungo il percorso. Sabato 25 febbraio, manifestazione “contro guerra, carovita e governo”: il corteo, partito da p.zza San Giovanni Bosco (periferia Sud-Est di Roma), si è concluso a ridosso dell’aeroporto militare di Centocelle, sede del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze) dal quale dipende l’Italian Joint Force Headquarters. Una manifestazione di apparati: presenti soltanto sigle sindacali (Cub, Si Cobas di Roma e di Napoli, Movimenti di lotta disoccupati 7 novembre, TIR (Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria), Comitato di lotta Viterbo, Comitato di lotta Villa Gordiani) e organizzazioni politiche (FGC, FC, PCL, Carc, Classe contro classe, FIR (Frazione Internazionalista Rivoluzionaria), IMA Europe (International Migrans Alliance)) con i loro striscioni e bandiere. Oltre alle sigle firmatarie dell’iniziativa (promotori) c‘erano ISKRA, n+1, Collettivo Quadraro, Reti di immigrati, tra cui un folto gruppo di lavoratori/trici peruviani/e. In tutto circa 300 persone. Nell’occasione, abbiamo distribuito il Supplemento sulla guerra, pubblicato di recente.

Altre manifestazioni contro la repressione e contro la guerra. Alcuni compagni della sezione milanese hanno partecipato ad alcune manifestazioni contro la repressione e in solidarietà a Cospito, tenutesi tra febbraio e marzo a Torino, Milano e Modena in un clima di scatenata militarizzazione, diffondendo il volantino “Toccano uno, toccano tutti” (pubblicato sul n.1/2023 di questo giornale e disponibile in rete). La sezione milanese ha poi partecipato, con ampia diffusione del Supplemento di cui sopra, alla manifestazione del 25/2 indetta contro la guerra in corso dal sindacalismo di base, con la stessa partecipazione del cartello romano (a eccezione dei collettivi locali) e con la medesima piattaforma.

Conferenza Pubblica a Cagliari. L’11 marzo, la sezione locale ha tenuto una conferenza pubblica sul tema: ”Siamo alla vigilia della ripresa della lotta di classe? Che fare?”. Il pubblico, com’è ovvio nel periodo in cui ci troviamo immersi, non è stato numeroso: ma l’attenzione dei presenti e la loro partecipazione attiva ci confortano e giustificano i nostri sforzi: è anche attraverso questi lavori verso l’esterno che il Partito prepara la classe e prepara se stesso. Il titolo potrebbe sembrare ammiccare ai cercatori di scorciatoie e vie facili e voler entrare nel merito della questione (spinosa e fuorviante!) dei tempi e dei modi della ripresa classista. Ovviamente, lo svolgimento della conferenza ha solo tratto spunto dalla numerosa serie di episodi che, a scala mondiale, negli ultimi anni hanno visto la nostra classe costretta a scuotersi dal torpore di un secolo di controrivoluzione, per scendere nuovamente in piazza e cercare di difendersi. Ma, partendo da ciò, l’incontrro  è poi passato a riproporre il nostro invariante programma di partito, al di là dei tempi e dei modi attraverso cui questo potrà realizzarsi. Premeva in particolare rigettare le tesi disfattiste che, concentrate nei limiti dell’oggi e del particolarismo nazionale, immaginano impossibile una ripresa della lotta di classe. A questo proposito, abbiamo ricordate le parole del Manifesto del Partito Comunista (1848):

 “il proletariato, con lo sviluppo dell'industria, non solo si moltiplica; viene addensato in masse più grandi, la sua forza cresce, ed esso la sente di più. Gli interessi, le condizioni di esistenza all'interno del proletariato si vanno sempre più uniformando, man mano che le macchine cancellano le differenze del lavoro e fanno discendere quasi dappertutto il salario a un livello ugualmente basso. La crescente concorrenza dei borghesi fra di loro e le crisi commerciali che ne derivano rendono sempre più oscillante il salario degli operai; l'incessante e sempre più rapido sviluppo del perfezionamento delle macchine rende sempre più incerto il complesso della loro esistenza; le collisioni fra il singolo operaio e il singolo borghese assumono sempre più il carattere di collisioni di due classi. Gli operai cominciano con il formare coalizioni contro i borghesi, e si riuniscono per difendere il loro salario. Fondano perfino associazioni permanenti per approvvigionarsi in vista di quegli eventuali sollevamenti. Qua e là la lotta prorompe in sommosse.

Ogni tanto vincono gli operai; ma solo transitoriamente. Il vero e proprio risultato delle lotte non è il successo immediato, ma il fatto che l'unione degli operai si estende sempre più. Essa è favorita dall'aumento dei mezzi di comunicazione, prodotti dalla grande industria, che mettono in collegamento gli operai delle diverse località”.

Queste parole, scolpite sulla pietra, sono oggi ancora più incisive e taglienti, poiché confermate da ormai due secoli di movimento del reale e soprattutto rese visibili ai ciechi, fatte proprie e metabolizzate nel vivo dell’esperienza sulla propria pelle, man a mano che la crisi erode le riserve. Al di la delle varie ipotesi sulle possibilità di estinzione del genere umano in seguito ad eventi cosmici o per il carattere distruttivo del capitalismo imperialista, resta una certezza scientifica la tendenza deterministica al ripetersi, su un livello più alto, della traiettoria a noi nota dello scontro tra classi.

La conferenza ha infine ricordato che, se il procedere sociale ininterrotto dell'asservimento del sindacato allo Stato borghese è inscritto nella dinamica delle determinazioni oggettive della fase imperialistica del capitalismo, sono pure inscritti in essa l'erompere mondiale della crisi economica e l'esplodere della ripresa generalizzata della lotta di classe, per lontana che appaia oggi. È dunque nostra certezza scientifica la reversibilità del processo che da tanti decenni separa la classe dal suo partito e le fa sembrare inverosimile o addirittura impossibile il comunismo. Dunque, come scriviamo nell’opuscolo Partito di classe e questione sindacale: “La vera, duratura e fondamentale conquista di una simile ripresa sarà il ritorno sulla scena storica, come fattore agente, dell'organizzazione severamente selezionata e centralizzata del partito: ma a essa si accompagnerà necessariamente anche la rinascita di organizzazioni di massa, intermedie fra la larga base della classe e il suo organo politico”.

 

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