DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Come al solito, dopo tante parole roboanti e la solita manifestazione ecumenica (sindacati, sindaco, preti, ecc.), il silenzio è calato sulla situazione dei lavoratori e lavoratrici della Wärtsilä di Trieste, da noi brevemente descritta nel n.4 di questo giornale. Un nostro affezionato lettore ha seguito la vicenda e ci ha inviato queste corrispondenze.

Primi di ottobre 2022

Dopo la sentenza che ha riconosciuto la condotta antisindacale del gruppo, l'azienda ha totalmente cambiato il consiglio di amministrazione, il quale, in serata, ha dichiarato che non impugnerà la sentenza; blocca quindi il piano di licenziamento degli operai dello stabilimento (450 persone circa) rispettando la sentenza del Tribunale, chiedendo formalmente un tavolo di confronto con i sindacati e le istituzioni per trovare un accordo.

Al momento non è dato sapere molto di più. Se, da un lato, gli operai sono necessariamente e formalmente reintegrati nei loro posti di lavoro, c'è da aspettare quali piani alternativi saranno messi in campo dal gruppo.

Nel frattempo, immediatamente dopo la sentenza a favore dei lavoratori, si è sbloccata la consegna alla Daewoo di 12 grandi motori per navi già prodotti secondo commessa e rimasti in porto. 

Pare che già lunedì prossimo si aprirà questo tavolo richiesto dal gruppo con i sindacati e le istituzioni locali. Al momento quel piano/mannaia per i lavoratori è stato effettivamente scongiurato. La vertenza vera si aprirà la prossima settimana

8 novembre 2022

Sul fronte Wärstilä, la situazione vede poche novità sotto tutti i punti di vista. 

La novità di qualche giorno fa è stata che il governo non destinerà la quota di finanziamenti prevista per la Wärstilä secondo il famigerato PNRR se l'azienda non recederà dal suo piano di dismissione del sito produttivo di Trieste (non avevo idea che ci fossero delle milionate di euro previste pure per dei gruppi industriali di tali dimensioni!). Dal canto loro, proprio ieri dopo un altro incontro fra i vertici del gruppo e le rappresentanze sindacali, il piano invece è stato confermato. I rappresentanti sindacali, attraverso i media, hanno lanciato appelli al governo e alle istituzioni di fare il possibile per salvare il sito e i suoi lavoratori. Stop. Non posso riferirvi di altre iniziative da parte dei lavoratori, pare tutto silente per ora.

 

17 novembre 2002
Ieri si è tenuto un incontro a Roma, sedi governative, fra i vertici Wärtsilä e sindacati. Il gruppo ha proposto di mantenere fino alla primavera prossima la produzione a Trieste come ultimo termine; pare abbiano intenzione, poi, di mantenere degli uffici commerciali e un centro ricerche e sviluppo ma confermando lo spostamento della produzione in Finlandia. La proposta al momento non è stata accettata dai sindacati perché restano in attesa di novità da alcuni gruppi che pare abbiano manifestato degli intessi sull'acquisto del sito produttivo (non si sa nulla in merito a questi grandi gruppi). La base, gli operai, sono in attesa di sviluppi, non si segnala alcuna iniziativa pubblica, nessuna iniziativa di lotta, il tutto è in effetti in stallo.

Naturalmente, continueremo a seguire la cosa.

 

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