DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Uno svolto storico non sarà mai rivoluzionario, ma rimarrà a tutti gli effetti controrivoluzionario, se il partito rivoluzionario di classe nella sua unità operativa di teoria, principi, programma, tattica, organizzazione sarà male sviluppato, teoricamente traballante, deficitario.

Come abbiamo imparato da V.I. Ulianov detto Lenin, maneggiando L’estremismo, malattia infantile del comunismo (condanna dei futuri rinnegati: il testo più sfruttato e falsato da oltre quarant’anni da tutte le carogne opportuniste e la cui impudente invocazione caratterizza e definisce la carogna), una situazione di crisi profonda della società borghese è suscettibile di sfociare in un movimento di sovvertimento rivoluzionario allorché gli strati superiori non possono vivere alla vecchia maniera e gli strati inferiori non vogliono vivere alla vecchia maniera, cioè quando la classe dirigente non riesce più a far funzionare il proprio meccanismo di repressione e di oppressione e la maggioranza dei lavoratori abbia pienamente compreso la necessità del rivolgimento.

Ma siffatta coscienza dei lavoratori non può esprimersi che in un partito di classe: radicato ed esteso tra i proletari incatenati in ogni Stato borghese, in definitiva è esso il fattore determinante della trasformazione della crisi borghese in catastrofe rivoluzionaria di tutta la società.

Dunque, è e sarà necessario, affinché la società esca dal marasma in cui piomberà e che la classe dominante è impotente a sanare perché, per le sue stesse caratteristiche, non può nemmeno scorgere la nuove forme adatte a scarcerare le forze di produzione e avviarle verso nuovi sviluppi e una nuova e diversa organizzazione sociale, è e sarà necessario che esista un organo di pensiero (teoria/principi/programma) e azione (tattica/organizzazione) rivoluzionario collettivo che convogli e diriga la volontà sovvertitrice delle masse.

Il non voler vivere alla vecchia maniera delle masse, la volontà di lottare, l’impulso ad agire contro il nemico di classe, presuppongono, nell’ambito dell’avanguardia proletaria chiamata a svolgere la funzione di guida delle masse, la sistematica difesa di una salda teoria rivoluzionaria.

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