DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Berlino. Per ragioni di spazio, non abbiamo potuto riferire in maniera completa le molte iniziative sviluppate dai compagni della sezione di lingua tedesca. Provvediamo adesso. Il 28 aprile, la sezione ha tenuto un incontro pubblico dal titolo “Combattere il fronte di guerra della 'sinistra' del Capitale! La nostra solidarietà è la lotta unica e anticapitalista contro tutti i governi dell'UE, di USA, Ucraina e Russia, e i loro complici”. Ecco, molto sinteticamente, la relazione tenuta ai presenti: La “sinistra” del Capitale mostra il suo volto ripugnante soprattutto nelle guerre. Mentre nell'attuale conflitto ucraino una parte, da una prospettiva che si presume “anti-imperialista”, si schiera a volte apertamente, a volte più discretamente, con l'aggressore russo, la variante liberale e apertamente statalista della “sinistra” non solo è scivolata completamente nella frenesia della propaganda nazionalista e guerrafondaia, da cui siamo bombardati quotidianamente in modo sempre più penetrante attraverso i media fedeli al regime e caratterizzati da un'informazione unilaterale e selettiva e da fake news, ma proprio i "Verdi", che, un tempo emersi, tra gli altri, dal cosiddetto movimento pacifista, sono diventati (compresi i loro attori “di sinistra”, come Hofreiter e Co.) i principali guerrafondai della Germania. Già coinvolti nell'invasione della Jugoslavia da parte della NATO nel 1999 come partito di governo in una coalizione rosso-verde, i Verdi stanno ora forzando un'ulteriore escalation del conflitto ucraino sostenendo “l'Ucraina”, ovvero un esercito che in parte è composto da forze apertamente fasciste e che dal 2014 è coinvolto in numerosi crimini di guerra nell'Ucraina orientale, con l'invio di armi sempre più pesanti: che ovviamente vengono usate anche contro la popolazione civile senza alcuna esitazione e in cui i coscritti ucraini servono come ignara carne da cannone per scatenare una guerra tra la NATO e la Russia, guerra in cui l'Occidente non vuole sporcarsi le mani, ma... “si limita” a fornire armi, consiglieri, logistica, “rapporti di intelligence”, ecc.  L'obiettivo dichiarato di entrambe le parti in questa guerra è chiaro: mentre la Russia vuole consolidare ed espandere la propria posizione imperialista e sottomettere altri Paesi al dominio russo (con Putin che sogna un... nuovo impero zarista), l'Occidente (e la nazione leader, gli Stati Uniti) propaganda apertamente un cambio di regime in quel Paese, conduce una spietata guerra economica e opera una neutralizzazione dell'esercito russo, per sbarazzarsi finalmente di un concorrente. E, mentre la Russia non fa mistero delle sue ambizioni imperialiste, l'Occidente cerca di vendersi come... garante della democrazia! In realtà, entrambe le parti non sono affatto inferiori l'una all'altra quando si tratta di far valere i propri interessi imperialisti attraverso guerre, crimini di guerra, massacri e montagne di cadaveri, fino al pericolo di una nuova guerra mondiale. Pertanto, entrambe le parti devono essere combattute in egual misura, e prima di tutto la "propria". Pertanto, la vera solidarietà può solo significare la "fraternizzazione" di tutti gli oppositori della guerra all'interno della classe operaia internazionale: non abbiamo una patria da difendere, ma combattiamo insieme ai NOSTRI fratelli e sorelle in Occidente, in Ucraina, in Russia contro i nostri governi guerrafondai, contro le "nostre patrie". Rifiutiamo le forniture di armi e l'intervento dell'Occidente, cosi? come ci opponiamo all'aggressione da parte della Russia, perché non servono all'autodifesa proletaria e al rovesciamento rivoluzionario o cosiddetta alla “pace”, ma alla continuazione spietata di una guerra tra banditi. Non esistono imperialisti “buoni”, nemmeno quando mostrano una faccia democratica!

Nei mesi successivi, la sezione berlinese ha poi tenuto, oltre alle iniziative per il Primo maggio di cui abbiamo reso conto nel numero precedente di questo giornale, altri incontri pubblici (30/6: “La guerra e la posizione classista proletaria”; 28/7: “Crisi, guerra, inflazione e azione concertata: respingere l'attacco generale contro la classe proletaria!”) e, il 2/7, è intervenuta a un corteo di gruppi della “sinistra radicale” con il volantino che ripubblichiamo in altra parte di questo giornale.

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