DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

A Bagnoli della Rosandra, frazione di San Dorligo della Valle (Trieste), quasi al confine con la Slovenia, la multinazionale finlandese Wärtsilä Italia, colosso nella produzione di sistemi di propulsione per il trasporto navale e per la produzione di energia che nel 1999 aveva acquistato da Fincantieri la Grandi Motori Trieste, decide di chiudere il suo rapporto con l’Italia, di “delocalizzare” in Finlandia e, di conseguenza, di licenziare 451 lavoratori e lavoratrici (e altrettanti dell’indotto). Questi scendono immediatamente in sciopero e bloccano gli stabilimenti, dove sono pronti per la spedizione dodici motori navali acquistati dalla sud-coreana Daewoo, del valore di milioni di euro. Il gigantesco cargo Uhl, noleggiato dalla multinazionale sud-coreana, giunge intanto nella rada di Trieste, pronto a dare inizio ai complessi lavori di carico dei motori. I portuali triestini si riuniscono in assemblea e decidono di bloccare ogni operazione di carico dei motori, in solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici minacciati di licenziamento. Mentre scriviamo (28/8), il braccio di ferro è in corso e manifestazioni di solidarietà sono giunte da altri settori del mondo del lavoro triestino. Indipendentemente dal fatto che la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici di Wärtsilä Italia e l'azione dei portuali triestini siano in mano ai sindacati tricolore (e dunque vedremo quali saranno gli sviluppi futuri, sia del blocco del porto sia dei licenziamenti; sarà anche interessante vedere se si mobiliteranno le maestranze degli altri siti Wärtsilä a Genova, Taranto e Napoli...), si tratta di un bell'esempio di solidarietà di classe, da additare a tutti i proletari e da estendere a situazioni simili.

A quanto pare, i portuali sono alla ribalta di queste settimane di fine estate che forse preludono a un “autunno caldo”: infatti, anche i portuali di Livorno e Piombino sono in agitazione, con la minaccia di uno sciopero duro a settembre. E, come ricordiamo in un altro articolo, il vento di lotta spira forte anche oltre Manica, con l’azione decisa dei portuali britannici di Felixstowe... Cara, splendida vecchia talpa!

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  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
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  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
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  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
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  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
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