DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Mosca, 7 dicembre 1922

 

Per la questione italiana restava solo a votare il manifesto. Lo definirà la piccola Commissione del 7 all’inizio dei suoi lavori. Noi abbiamo detto che non ne accettiamo i concetti politici, ma quanto al testo abbiamo solo pregato di togliere la curiosa frase “il tempo delle scissioni è finito” 1. Pare che Serrati chiederà molte modifiche.

Per le elezioni dell’Esecutivo2, in assenza di ogni vostra designazione, avevamo pensato di proporre Gramsci e Gennari. All’ultimo momento si seppe che ci voleva anche un supplente. Pensammo allora di proporre Togliatti, e andai a parlare a Zinoviev per vedere il da farsi, quando questi mi mostrò la lista già predisposta da una apposita commissione. Vi figuravo io come supplente, oltre a Gramsci e Gennari. Quando la lista fu letta la minoranza restò assai male, e Tasca chiese perché non avevamo riunita la delegazione. Gli chiarii che non si aveva avuto il tempo materiale di pensarci. Egli fece capire che, pur non avendo nulla da dire sui nomi, avrebbe atteso che uno della minoranza fosse eletto al C.E. Non mi risulta, ma pare verosimile, che la minoranza abbia fatto qualche passo infruttuoso in tal senso. Io esitai ad accettare, ma lo feci poi in considerazione del fatto che le nomine sono provvisorie fino al prossimo esecutivo allargato il quale dopo la fusione rifarà i nomi per l’Italia. In tale riunione, se ci dovessi venire, preferirei esservi come eletto dal Congresso mondiale anziché inviato dal partito. Per questo accettai. Decideremo poi insieme il da farsi dopo.

La Commissione italiana finora non si è riunita. Dell’Esecutivo allargato mandiamo rapporto a parte.

Per esso la delegazione designò i tre delegati del partito, oltre ai permanenti, previsti dalle decisioni del congresso sulla organizzazione del C.E. Scegliemmo Scocci Polo e Tasca. La minoranza ne voleva due ma fu messa a tacere con ovvi argomenti. Poi pretese di cambiare Tasca con Bombacci, cosa che giudicammo poco regolare. Tuttavia vennero entrambi alle uniche due sedute dell’Allargato, e fu indicato ufficialmente Tasca… con punto interrogativo. Mentre scrivo è adunato il Presidium con Gennari e Gramsci.

Salutissimi

Bordiga

 

1 La frase fu invece mantenuta, e il Manifesto venne pubblicato già il 9 dicembre sui giornali italiani (Vedi Documento Due Manifesti per la fusione)

).

2 Nella 32ma ed ultima seduta del Congresso, si dovette decidere la composizione del prossimo Esecutivo (1 presidente, 24 membri e 10 supplenti). Una Commissione aveva presentato ai congressisti una lista, nella quale si riconfermava presidente Zinoviev. Al partito italiano veniva concesso di presentare nuovi nominativi dopo il Congresso del partito, “che però dovevano essere accettati dall’Esecutivo” (Protokoll des 4 Kongresses, cit., pag. 967).

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