DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Bordiga: Il progetto di risoluzione presentato dalla piccola commissione è molto diverso da quello che noi ci aspettavamo. La questione della stampa non è risolta come noi desideravamo. Alla minoranza è stato fatto un trattamento non corrispondente alla sua forza e al suo valore nel partito. È sulla seconda parte del progetto che noi discordiamo nettamente.

Zinoviev: La prima parte del progetto della nostra risoluzione è molto importante e da essa dipende tutto il resto. Il significato della prima parte è che l’I.C. sostiene i comunisti contro i massimalisti.

Zinoviev considera la minoranza non come una frazione, che vorrebbe che nemmeno ci fosse. Dato che la minoranza si trova sulla linea dell’I.C., ad essa è stata data la stessa importanza della maggioranza. Del resto [frase monca]. Bordiga si lascia ipnotizzare dalla situazione attuale. Fra qualche mese la situazione sarà molto cambiata: la I.C. combatterà i massimalisti e Serrati stesso. Non è vero che nella Commissione per la fusione i comunisti siano in minoranza; il rappresentante dell’I.C. deve essere certamente considerato un comunista. Non si può chiedere l’applicazione dei 21 punti prima della fusione, ma all’atto di essa. Occorrerà certamente compilare delle liste di proscrizione fra gli iscritti al P.S.I. e ritirare qualche mandato di deputato: ma questo lo farà la Commissione per la fusione. Il nome del Partito non deve preoccupare; fra qualche mese cambierà di nuovo. L’Internazionale si propone di fare un blocco con i migliori elementi per combattere il serratismo.

 

Commissione Italiana

29.XI.1992

(originale in francese)

Bordiga. Io penso che la maggioranza della Delegazione italiana debba ancora riunirsi.

Non do una risposta ufficiale prima di aver consultato i compagni: solo voglio fare alcune osservazioni circa le affermazioni del comp. Zinoviev.

Io non ho detto che la prima parte della risoluzione sia una cosa secondaria. Ho detto unicamente che, poiché dobbiamo ancora avere delle spiegazioni, non abbiamo esaminato tutta la questione, e ci riserviamo di dare una risposta ufficiale dopo queste spiegazioni sul punto 3.

La mia opinione personale è che questa prima parte è così ben fatta che se ne dovrebbe trarre la conclusione che la fusione non deve avvenire. Faccio i miei complimenti al comp. Zinoviev che l’ha redatta. Politicamente, essa è davvero molto importante; ma sono appunto le condizioni che vengono poi che distruggono tutto l’effetto politico delle considerazioni sul ruolo del Partito socialista italiano.

Per quel che concerne la questione della minoranza, voi dite che non vi sono due frazioni, ma non c’è che una questione, cioè che il Partito è contro il parere dell’Internazionale su determinati punti. Ma in Francia è la stessa storia. I dirigenti del Partito sono contro le direttive dell’Internazionale in modo molto grave; io mi permetto anzi di ritenere che finora lo sono stati in modo ben più grave dei nostri dirigenti italiani, e voi lo sapete benissimo. Eppure, voi dite: non si può violare la rappresentanza proporzionale; non si può dare alla sinistra una piccola maggioranza nel Comitato Direttivo. La sinistra francese accetta le direttive dell’Internazionale e il fronte unico, essa ha tutti i meriti della nostra minoranza; il centro ha delle colpe molto più gravi della nostra maggioranza. Ma, per la Francia, si vuol stabilire la parità fra maggioranza e minoranza.

La mia opinione personale è che si tratta di una questione sulla quale non possiamo passare.

Noi solleviamo formalmente la questione. Non possiamo accettare, prima di averne riferito al nostro Partito, la strana situazione in cui è posta la frazione responsabile della sua attitudine e della sua condotta, nei confronti di compagni che sono anche – lo voglio ammettere – dei buoni comunisti quanto noi, ma non più di noi.

Quanto alla commissione dei 5, ci si dice che in questa Commissione i due terzi previsti dalle 21 condizioni saranno rispettati, perché vi saranno 4 comunisti contro 1 massimalista. Ora io dichiaro che ringrazio il comp. Zinoviev della risposta data alla nostra domanda. Abbiamo compreso come si vogliono applicare le 21 condizioni: è proprio questo che volevamo sapere.

Per conto mio, dico che la realizzazione delle 21 condizioni si avrebbe quando si dessero i due terzi, non solo nella Commissione, ma in tutti gli organi del Partito, ai comunisti del partito attuale. Non mi occupo, naturalmente, della questione del rappresentante dell’Internazionale, che è fuori discussione. Ritengo che ci si dovrebbe dare la possibilità di avere i 2/3, e che questi 2/3 siano dati alla frazione attualmente responsabile del PCI. È solo su questo terreno che si può parlare di garanzie.

Non mi soffermo sulle altre questioni. La delegazione dirà la sua opinione collettiva. Non posso impegnarla con queste dichiarazioni, con queste osservazioni personali.

Gli altri punti, dice il comp. Zinoviev, sono delle condizioni secondarie, si vedrà in seguito, ecc. Ma, se queste questioni saranno trattate soltanto nei pourparlers e non verranno enunciate chiaramente, non sarà che una causa anche maggiore di conflitti nel nuovo Partito. Quando l’intervento dell’Esecutivo sarà invocato dalla sinistra, le altre frazioni, evidentemente, protesteranno, dicendo che quegli impegni non esistevano al momento in cui si è organizzata la fusione.

È necessario precisare nei dettagli che cosa si farà col gruppo parlamentare, col Comitato sindacale, con la stampa.

Zinoviev ha parlato della stampa, dell’Avanti! Su questo punto, io metto per un momento da parte la mia opinione negativa circa la fusione, e osservo: l’importante è sapere come saranno composte le redazioni della stampa.

Si vedrà se occorre cambiare il nome dell’Avanti! L’importante è sapere come sarà composta la redazione dell’Avanti! Ci si dice che esso sarà l’organo centrale, perché tutta la stampa comunista è stata soppressa. Ora la questione è molto semplice. O l’Avanti! Resta quel che è, l’organo di un Partito che non è comunista, e si permetterà che sia pubblicato; o lo affiderete ai comunisti, ed esso subirà la stessa sorte degli altri giornali. Ma la questione è di sapere come sarà composta la redazione del nuovo Avanti! È inammissibile che fra i redattori della nuova stampa ci siano dei non-comunisti. Perché? Prendiamo il comp. Maffi, che è un buon comunista. Non si tratta di accettare o no certe risoluzioni dell’I.C. È una questione di preparazione, di addestramento, di educazione. Noi abbiamo dei compagni che hanno compiuto la loro preparazione nell’arco di due anni: oggi sono dei redattori comunisti capaci; gli altri dovranno attendere a lungo prima di divenirlo per la stessa via.

Zinoviev. Nella nostra proposta diciamo: La redazione deve essere nominata dall’Esecutivo per il primo anno.

Bordiga. Evidentemente è una condizione favorevole che la redazione debba essere nominata dall’Esecutivo. Ma io ritengo, poiché la questione deve essere ben chiarita agli occhi del Partito, che queste condizioni debbano essere annunciate fin da ora dall’Internazionale. Evidentemente, quando chiediamo qualche cosa, è l’Internazionale che decide; ma noi crediamo necessario che l’Internazionale annunci le sue decisioni su questo punto. È assolutamente necessario.

Per il resto, sono questioni di dettaglio. Ma è questo che veramente importa. Il modo stesso con cui comincia a presentarsi praticamente la fusione, dimostra nel modo più evidente che la fusione ci riserva dei pericoli, non ci promette che cattive conseguenze. Lo si vede praticamente, in base all’esperienza del lavoro in tutti gli organi del Partito: le conseguenze saranno cattive.

Tutta la buona volontà dell’Internazionale, e tutta la buona volontà invocata da parte nostra, non potranno modificare lo stato di cose in cui ci mettete.

Questa discussione sui dettagli della fusione, a mio parere, non fa che provare l’esattezza di ciò che il P.C. ha sempre sostenuto, cioè che non è mediante la fusione, ma attraverso una procedura ben diversa, che si deve lottare per la conquista delle masse operaie in Italia.

Non ho bisogno di aggiungere che la mia opinione non è affatto cambiata.

Bucharin. Bordiga ha il sospetto che l’I. voglia fare il blocco con Serrati: ciò è insensato. Il piano formulato per la fusione è tale da dare al P.C. tutta la egemonia.

Zinoviev. Per ragioni strategiche non conviene formulare ora le condizioni pratiche della fusione. Noi ci proponiamo di eliminare i capi massimalisti e di assimilare le masse operaie. È naturale che l’I., che vuole la fusione, chiami a farla chi vi è favorevole. Nella situazione attuale dell’Italia gli opportunisti non verranno certamente nel P.C. La proposta del Comintern non è una mascherata, ma un vero blocco che essa vuol fare col P.S.I. Nella situazione attuale è una pazzia rifiutare la possibilità di inquadrare 15 o 20 mila operai per timore di prendere con essi qualche capo opportunista.

(La seduta viene interrotta per partecipare allo spettacolo in onore dei delegati).

 

30.XI.1922 Continuazione della seduta

 

Bordiga. Chiede che vengano spiegati meglio gli intendimenti con cui si intende applicare i 21 punti, dopo di che la maggioranza si riunirà e deciderà.

Gennari. Occorre sapere se negli organi centrali del nuovo partito i due terzi saranno comunisti provenienti dal vecchio partito. Per noi deve essere sicuro che l’Avanti! verrà diretto e redatto da comunisti: è inconcepibile che esso rimanga ancora nelle mani di Serrati. Sulla questione sindacale bisogna stabilire ben chiaro che i massimalisti devono seguire le direttive dell’I.S.R. Se non abbiamo dichiarazioni precise su questi punti non possiamo prendere decisioni.

Zinoviev. Vi sono delle questioni che saranno decise dal congresso, altre dalla Commissione per la fusione, parte qui, parte in Italia. In questa commissione l’I. sosterrà tutte le proposte comuniste. I due terzi della nuova direzione saranno dei comunisti del vecchio partito. La questione della maggioranza e della minoranza non è così importante come la si vuole presentare. Noi chiediamo che l’Avanti! abbia una direzione comunista; ma non possiamo scartare subito Serrati; egli è restato il vero capo dei massimalisti. Alla direzione noi proporremo Serrati e un comunista. La questione dell’Avanti! è delle più gravi: noi faremo di tutto per scartare Serrati, ma ciò non possiamo fare ora. Il minimo che si può ottenere ora è Serrati e un comunista alla direzione dell’Avanti! E dobbiamo chiedere una spiegazione chiara ai massimalisti se sul terreno sindacale sono per Mosca o per Amsterdam. Ma dobbiamo distinguere fra propaganda per Mosca e scissione da Amsterdam.

Bordiga. Nella situazione attuale, dare ancora un posto di direzione a Serrati equivale a pregiudicare tutto il movimento rivoluzionario: con ciò non voglio escludere che Serrati possa divenire un buon comunista. Bisogna impegnare i massimalisti ad uscire da Amsterdam quando abbiano conquistato una grande maggioranza nei sindacati.

Gennari. Nello stesso P.S.I. vi è un forte gruppo di […] liquidare Serrati: Maffi, dei serratiani stessi. Se vi era la possibilità di eliminare Serrati, perché non farlo? Io credo che sia troppo dire a Serrati che egli può continuare con la sua propaganda per Amsterdam. Non dobbiamo dimenticare la propaganda fatta da Serrati contro Mosca. Noi possiamo ottenere dai massimalisti queste garanzie: Allontanamento di Serrati dall’Avanti!; redazione solo comunista dell’Avanti! Vi è ancora la questione della parità fra maggioranza e minoranza. La minoranza è molto piccola. Al Congresso di Roma essa apparve come insignificante.

Scoccimarro. È necessario prendere subito delle garanzie. Domani non toglieremo Serrati dall’Avanti!che a costo di un’altra scissione. Se lasciamo Serrati all’ Avanti! perderemo a sinistra dei buoni elementi per prendere dei cattivi a destra. La questione dell’ Avanti!è per noi fondamentale.

Graziadei. Noi non abbiamo nessuna stima personale per Serrati. Lasciar Serrati all’Avanti! è un grave danno: crediamo che oggi si possa chiedere il suo allontanamento. All’I. tocca trovare la formula per allontanare Serrati dall’ Avanti!. In ogni caso, noi crediamo che il condirettore comunista debba creare a Serrati una tal situazione da costringerlo a lasciare l’ Avanti!

Zinoviev. Nella piccola commissione abbiamo discusso di dare due posti alla maggioranza e uno alla minoranza. Ma dando tre posti ai comunisti bisogna darne tre ai socialisti. La minoranza noi la consideriamo come la rappresentante dell’I. mentre la maggioranza è in questo momento l’incontrario. Per l’ Avanti! risolveremo la questione così: un massimalista e un comunista: se i massimalisti ci propongono Serrati noi non rifiuteremo.

 

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