DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

4 novembre 1922

 

Presenti: Longo, Ravera, Gramsci, Scoccimarro, Germanetto, Gorelli, Marabini, D’Onofrio, Giulianini, Azzario, Lunedei, Natangelo; intervengono in ultimo Tresso, Bordiga, De Meo, Peluso.

 

Natangelo dichiara che nella riunione precedente per confusione ha votato la proposta Bordiga, mentre intendeva votare contro.

Scoccimarro: Pone la questione se si debba invitare la minoranza per discutere le proposte di condizioni per la fusione da farsi alla Commissione.

Azzario: Propone di discutere tra la maggioranza e di invitare la minoranza dopo.

Arcuno dichiara di votare contro la proposta. Dice che con questo fatto la maggioranza si pone sullo stesso terreno politico della minoranza, ed insieme ad essa condivide la responsabilità delle trattative. Dichiara di disinteressarsi dei lavori della Commissione.

Scoccimarro: Dice che se si può concepire che per qualche persona esista una impossibilità di partecipare ai lavori della fusione, ciò non si può accettare come sistema per tutti.

Azzario: contesta gli apprezzamenti di Arcuno, nega ogni responsabilità della maggioranza nella fusione, ma accetta la responsabilità delle trattative.

Gramsci: Dice che tutti sono responsabili di quello che fa anche una sola parte della Delegazione: in questa questione non si possono scindere le responsabilità disinteressandosene.

Scoccimarro: Dice che è indisciplina non partecipare ai lavori della Commissione per il fatto di essere dissenzienti. Solleva un’altra questione: la minoranza non può porre delle condizioni proprie per la fusione, ma deve accettare per disciplina quelle che propone la maggioranza.

Marabini: Dà un grande valore alla proposta Scoccimarro. Dice che bisogna andare di fronte ai massimalisti tutti uniti.

 

Le due proposte Scoccimarro vengono approvate da tutti, tranne che da D’Onofrio e Lunedei, che si astengono, e da Arcuno che vota contro.

 

Scoccimarro: Propone di interrogare l’Internazionale per vedere se è d’accordo con le nostre proposte; in caso affermativo dovremo essere noi a fare le proposte, e l’Internazionale le dovrà sostenere. La proposta è approvata da tutti tranne che da D’Onofrio, Arcuno e Lunedei.

Scoccimarro: Crede utile che la fusione debba avvenire immediatamente. Le modalità pratiche di essa si determineranno poi. Ora discutiamo solo le condizioni politiche. Dà lettura delle condizioni formulate (Vedere Allegato). Le condizioni vengono approvate. Si stabilisce che non si debba rinunciare a nessun punto. Si fa notare però che molte condizioni si possono realizzare con l’applicazione severa dello statuto.

Sulla questione dei poteri che hanno i delegati massimalisti, Gramsci propone di chiedere almeno un impegno personale ai massimalisti qui presenti. In via particolare si potranno fare degli accordi con la frazione Maffi. Se i serrati ani facessero delle riserve al ritorno in Italia, noi dovremo stabilire che la frazione Maffi si ricostruisca immediatamente e si scinda dal P.S.I.

Bordiga dà lettura di una lettera del P.C.R. alla delegazione italiana. Si stabilisce di rispondere, come propone Bordiga, di accettare l’invito in essa contenuto. Bordiga è incaricato di redigere la risposta.

 

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