DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La Piccola Commissione elaborò un progetto di fusione che sottopose alla Delegazione italiana. La maggioranza della Delegazione italiana adottò la seguente

 

Risoluzione

La maggioranza della Delegazione del PCI, in presenza della risoluzione della Piccola Commissione e delle dichiarazioni di questa nelle sedute successive,

conferma l’opinione fino ad oggi sostenuta a proposito della fusione del PSI e del PCI;

riconferma la risoluzione di rinunciare a sostenere con discorsi nel Plenum del Congresso le sue opinioni;

assicura che in tutte le circostanze essa sosterrà che le decisioni del IV Congresso devono essere accettate ed applicate senza discussione dal PCI.

Esaminando l’insieme delle condizioni per la fusione comprese nella risoluzione ed emergenti dalle dichiarazioni della Piccola Commissione, considera particolarmente grave l’assenza di garanzie per la composizione delle redazioni della stampa del nuovo partito, e la condizione di parità stabilita per la maggioranza e la minoranza del PCI nella Commissione che dovrà presiedere alla fusione. Per questi motivi la maggioranza della Delegazione italiana non può dare la sua adesione alla risoluzione proposta dalla Piccola commissione e – essendo convinta che le modalità per le quali si prepara la fusione espongono il movimento rivoluzionario in Italia ai più grandi pericoli – constatando che il fatto di stabilire una parità tra maggioranza e minoranza del PCI corrisponde a mettere la maggioranza dirigente del movimento comunista in Italia e il suo contributo all’azione comunista nel campo nazionale ed internazionale in una condizione di inferiorità non nel senso della proporzionalità democratica, ma nel senso politico,

domanda che la Commissione suddetta sia costituita senza la rappresentanza della maggioranza,

e domanda pure che si autorizzi la convocazione del Congresso del PCI.

 

Seconda risoluzione della maggioranza della Delegazione del PCI.

La maggioranza della Delegazione del Partito Comunista d’Italia al IV Congresso dell’IC, dopo aver esaminato ancora una volta la risoluzione proposta dalla Piccola Commissione,

conferma di nuovo la sua decisione di astenersi dal fare discorsi nella seduta del Plenum del Congresso e d’impegnarsi a sostenere la disciplina incondizionata del PCI ai deliberati del IV Congresso mondiale;

prendendo in considerazione fra tutte le altre condizioni soprattutto l’assenza di garanzie sulla questione della stampa e l’attenuazione dell’impegno di escludere Vella e la sua frazione dal partito unificato;

delibera di leggere nella seduta del Congresso una brevissima dichiarazione in questo senso e che si asterrà dal voto.

La maggioranza della Delegazione italiana dichiarando che la questione del trasferimento dei poteri che la Centrale del PCI tiene dal Congresso del Partito a un nuovo organismo non è una questione che rientra nel mandato e nella competenza della Delegazione stessa, data la sua convinzione assoluta che tutto il Partito eseguirà in qualsiasi eventualità, senza discuterli, gli ordini dell’Internazionale:

delibera di assumere la responsabilità di accettare che nella Commissione della fusione entrino i compagni Gramsci e Scoccimarro,

e rinnova contemporaneamente la preghiera di autorizzare che il Congresso del Partito Comunista d’Italia sia convocato al più presto possibile.

 

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