DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Circolare numero 20

Roma, 1 novembre 1922

A tutte le federazioni

Cari compagni!

Lo sbigottimento che la reazione ha gettato nelle file proletarie non coglie il nostro partito impreparato. I comunisti sono tutti al loro posto, convinti che l’ebbrezza della facile vittoria del fascismo non soffoca ma ravviva la speranza del proletariato nella immancabile riscossa.

Il Partito Comunista mantiene alta la fiaccola di questa speranza, e la agita, e ne illumina tanto il proletariato cosciente, quanto quello pavido ed arretrato.

In un’ora buia come questa che viviamo, può sembrare temerario e bluffi stico affermare che noi vinceremo. Ma i comunisti, che non sono demagoghi (la demagogia è assurta oggi al governo dello Stato borghese d’Italia), non sono neppure amanti del bluff. Vinceremo se saremo uniti, se sapremo rafforzare la nostra organizzazione di partito.

Noi vi preghiamo, compagni segretari federali, di dare alle sezioni ed ai compagni tutti la sensazione non artificiale che il Partito Comunista vive, ed agita i suoi principi, ed usa i suoi mezzi di lotta.

Il Partito Comunista vive!

È certo che questa non è l’ora dei vigliacchi. Noi vedremo, forse, allontanarsi da noi taluni e passare al nemico. Noi subiremo forme assai dure di persecuzione. Siamo ben preparati a subire le vicende della lotta. Attendiamo la reazione "legale" con serenità.

Gli organi centrali del partito si preoccupano del passaggio dell’organizzazione nostra verso forme più compiutamente illegali; e anche su questa materia vi daremo presto le disposizioni necessarie. Ma noi esigiamo da tutti i dirigenti federali e locali eguale serenità, e l’accettazione entusiastica del lavoro di organizzazione interna che andrà decuplicandosi.

I fedeli si sperimentano oggi. I veri rivoluzionari si vagliano nella lotta, nella serenità e nella fermezza con le quali sanno affrontare i pericoli.

Salute al proletariato martire!

Evviva il Partito Comunista d’Italia, il nostro giovane e forte partito che ride dei disagi e dei pericoli individuali, e che si libera dei vili; che tiene con le mani insanguinate la bandiera della rivoluzione italiana!

Per i nostri caduti giuriamo di combattere a vita e a morte!

Per il Comitato Esecutivo

 

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