DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La provincia di Belluno raccoglie ancora, tra i suoi confini, la più alta concentrazione nazionale di fabbriche legate alla produzione d’occhiali, nonostante una riduzione del numero delle aziende verificatasi nel 2008. Al 31 dicembre 2007, gli stabilimenti erano 485, così suddivisi: 5 leader, 107 medio-piccoli e 373 artigianali; con il 2008, si chiudono 44 aziende, 9 medio-piccole e 35 artigianali, e 806 lavoratori restano a casa: 650 della media e piccola impresa, 96 dalle aziende leader e 60 dagli artigiani. La Confindustria bellunese riassume la situazione con la seguente tabella.

 

Dati sul distretto occhialeria di Belluno (dal 2006 al 31/12/2008)

 

                NUMERO AZIENDE                NUMERO OCCUPATI

 

Anno

2006

2007

2008

2006

2007

2008

Diff.

Aziende industriali leader

5

5

5

8.360

8.596

8.500

-1,1%

Aziende medio-piccole

114

107

98

3.450

3.430

2.780

-19%

Aziende artigianali

411

373

338

800

780

720

-7,7%

Totale

530

485

441

12.610

12.806

12.000

-6,3%

 

(Fonte: Confindustria Belluno Dolomiti)

 

In questo quadro di crisi, la Luxottica, il maggior gruppo produttore e distributore d’occhiali nel mondo, che occupa 7.800 operai (più della metà in provincia), lancia una proposta “rivoluzionaria”: non denaro in più nella busta paga, ma un pacchetto d’aiuti nel campo della sanità, dell’istruzione, dell’acquisto di beni a largo consumo per le famiglie dei propri lavoratori. Il valore dell’intesa si aggira sui 2,6 milioni d’euro annuali; avvio dell’operazione, dal 2009.

L’azienda vuole che il progetto coinvolga, in ogni passaggio, i sindacati; anzi, dal gruppo dicono: “Vogliamo fare tutto con loro, non solo il progetto, ma anche condividere la gestione a dimostrazione del costruttivo rapporto esistente a livello nazionale e territoriale tra Luxottica e rappresentanze dei lavoratori”.

La Cgil, assecondata da Cisl e Uil, plaude con compiacimento all’iniziativa e per bocca della Filtea-Cgil di Belluno afferma: “E’ un ottimo battesimo delle nuove strategie di contrattazione collettiva previste dagli accordi nazionali appena firmati. Miglior inizio non ci poteva essere.

Miglior inizio ed esempio per tutti: la collaborazione tra il Capitale ed il Lavoro è l’obbiettivo dichiarato e la funzione principale dei sindacati “tricolori”. Di fronte ai licenziamenti, al lavoro sempre più precario, a una progressiva riduzione del salario (diretto e differito), si difendono le “leggi” del mercato (e del profitto!), deviando gli interessi dei lavoratori verso un “salario indiretto” demagogico e già “speso in anticipo” dove vuole l’azienda. E facciamo bene attenzione: nell’accordo stipulato, il beneficio di questa “Luxottica Card” verrà elargito solo a chi si adeguerà a precisi parametri che permetteranno di raggiungere “standard di produzione” ben fissati – in accordo, naturalmente, col sindacato: siamo pur sempre in regime democratico!

Di fronte ai padroni che licenziano centinaia di migliaia di lavoratori, a una crisi economica sempre più feroce, al precario sempre più precario, questi sindacati non sanno fare altro che chiedere ai lavoratori di lavorare sempre più, in modo che il padrone recuperi le quote di profitto perse con la crisi dei mercati. Ma questo, a lungo andare, non risolve la crisi della produzione capitalistica; anzi, la peggiora sempre più, perché la crisi è di sovrapproduzione, un ingolfamento di merci invendute e di profitti mancanti.

Per rompere con questo collaborazionismo, la lotta deve tornate nelle mani dei lavoratori e uscire dalle angustie dei recinti aziendali e di settore, per allargarsi con obbiettivi chiari e praticabili all’insieme di tutti i “venditori di forza lavoro”.

 

La vista non migliora
 

La nostra indagine sulla salute dell’occhialeria continua. Dopo la Luxottica, multinazionale numero uno nel mondo, un’altra grande azienda a due lenti nel mercato mondiale, la Safilo, naviga in cattive acque e non “vede” bene il proprio futuro.

L’azienda prevede il taglio di 780 posti di lavoro in Friuli e Slovenia, salvando per ora Longarone (località bellunese). Martedì 17 marzo 2009, si sono svolte assemblee nelle fabbriche e la Filtea- Cgil dichiara con enfasi: “La situazione è delicata”, e invita i bellunesi a non gioire troppo: “Se non c’è un piano serio, anche lo stabilimento di Longarone è a rischio”.

I sindacati tricolori sono d’accordo nel ritenere che “Non si possono perdere 780 posti che equivalgono a 2000 persone se si considerano le famiglie che sono alle spalle”. E sulla questione bellunese la Filtea-Cgil aggiunge: a Longarone c’è l’intenzione di puntare su alcuni filoni come la commercializzazione e la modellistica. Ma c’è un altro elemento: finché si punterà soprattutto sui tre marchi importanti (Dior, Gucci e Armani), c’è “il rischio che gli stabilimenti si saturino”.

Da buoni materialisti, abbiamo noi la soluzione al problema: invitiamo tutti i bonzi sindacali, di tutte le tre sigle, a ???? e, se questo non bastasse, per uscire dalla crisi, proponiamo una ripresa della lotta di classe e armare il proletariato di un buon paio d’occhiali da vista per vedere bene la sua meta: la dittatura del proletariato.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2009)

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