DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Questione italiana

Zinoviev spiega per quale ragione la questione italiana non sia stata discussa nel Plenum. La commissione italiana aveva tenuto due sedute, nelle quali ci si era convinti che da parte dei compagni italiani, nessuno escluso, c’era la più leale volontà di eseguire effettivamente le indicazioni del Comintern. Perciò si è deciso in Commissione di non discutere la questione nel Plenum, ma di dare mandato al Presidium per la liquidazione dei piccoli malintesi ancora esistenti con la delegazione italiana.

Come sapete, il nostro partito fraterno italiano ha iniziato tra i primi la battaglia per il fronte unico sul terreno economico. Tuttavia, esso non volle utilizzare questa tattica sul terreno politico. Nel corso della discussione noi abbiamo avuto la sensazione, che è già confermata dall’esperienza del nostro partito italiano, che una tale distinzione sia impossibile. Ora il nostro partito ha risposto affermativamente ad un nuovo invito da parte degli altri partiti operai. La nostra richiesta al partito italiano ora consiste in questo, che esso rinunci alla sua peraltro debole opposizione, e che esso non solo accetti nella pratica e disciplinatamente la tattica del fronte unico, ma anche che la applichi in tutti terreno della lotta operaia. Noi chiediamo anche che il nostro partito fratello italiano faccia propria la parola d’ordine del Governo operaio. Noi abbiamo in Italia una situazione per cui né il governo borghese, né i partiti riformisti, che al momento hanno ancora la maggioranza, sono stabili. C’è una crisi perdurante, che costituisce lo sbocco di tutte le crisi. Ne consegue una guerra civile che si trascina, una incredibile offensiva del Capitale – detto in generale in modo obiettivo – una situazione rivoluzionaria, un grande fermento entro la classe operaia. Ci sono due gruppi tra i socialisti: quello con Turati è per la coalizione con la borghesia, l’altro, che ha capo Serrati, oscilla di qui e di là, è contro un’aperta coalizione, ma non ha un altro programma. I riformisti propongono in questa situazione una concentrazione di sinistra, una coalizione con la borghesia. Noi diciamo ai lavoratori italiani: Turati desidera una collaborazione con la borghesia, noi desideriamo invece una coalizione di tutti i lavoratori.

Non si tratta di una coalizione parlamentare, si tratta di una battaglia rivoluzionaria. Noi non vogliamo escogitare un modo per una combinazione parlamentare, bensì un modo per raccogliere i lavoratori rivoluzionari alla lotta, al rovesciamento del governo borghese. In Sassonia e in Turingia abbiamo proprio ora una combinazione parlamentare.

Noi diciamo, ad esempio, che in una provincia italiana le elezioni hanno prodotto un risultato, che i due gruppi dei serratiani e dei turatiani hanno la maggioranza, e dipende dai comunisti se lì si viene a formare un governo fascista o serratiano! Naturalmente non è non cedermo il potere al governo fascista, ma provvisoriamente daremo l’appoggio con i nostri voti ad un governo operaio.

Una volta Plechanov ha dato una definizione: ha detto: la propaganda è quando una quantità di idee viene spiegata ad un piccolo gruppo di persone; l’agitazione è quando solo una singola idea viene spiegata a grandi masse. Noi crediamo di combattere il riformismo in Italia nel modo migliore con questa parola d’ordine e con essa possiamo raccogliere grandi masse intorno alla nostra bandiera. Per questo è necessario che noi prendiamo l’iniziativa nella lotta contro i fascisti e proponiamo in ogni luogo di lavoro di costituire comitati locali comuni assieme agli altri partiti operai ed organizzazioni per la lotta contro il fascismo. Al contrario: la tattica del fronte unico non esclude l’acuirsi della nostra battaglia. Si può affermare che quanto più essa viene applicata con successo, tanto più dura diventa la nostra battaglia contro i socialisti.

Il governo operaio è esso stesso, ciò che è la dittatura del proletariato. È un sinonimo del governo dei soviet, è più semplice per i semplici operai, e perciò noi vogliamo servirci di questa formula. Se l’Esecutivo allargato accoglie la nostra proposta, raggiungeremo i migliori risultati, senza creare difficoltà al nostro fraterno partito italiano.

La proposta della commissione viene accettata all’unanimità.

 

 

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