DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

(in francese)

16 Settembre 1922

Copia: Alla Commissione del programma

A Gramsci

 

Cari compagni,

Il Comitato Centrale del nostro partito nella sua ultima riunione si è occupato del problema del programma del Comintern pronunciandosi in questo senso: che un programma generale del Comintern è indispensabile, e che un tal documento deve avere i caratteri tracciati dal compagno Bucharin nella prima seduta della grande commissione: critica del capitalismo e della crisi capitalistica, inquadrata nella concezione marxista della storia e della società – condizioni fondamentali dell’emancipazione proletaria e metodi fondamentali dell’azione proletaria rivoluzionaria (rovesciamento del potere borghese, uso della violenza) – Compiti economici del potere proletario – Critica generale delle altre scuole proletarie (riformismo, sindacalismo, anarchismo, […]).

I problemi che il compagno Radek vorrebbe comprendere nel programma devono formare oggetto delle tesi sulla tattica del Comintern e dei programmi d’azione delle sezioni nazionali, che troverebbero un programma politico e di principio comune nel programma dell’Internazionale. Non si devono separare i problemi tattici dal programma, dice evidentemente Radek. Per l’appunto, per ottenere ciò, è necessario non fare materia di programma ogni risorsa tattica che conviene in un dato tempo e luogo, ma “limitare” il campo dei motivi tattici ai limiti fondamentali che scaturiscono dal programma. A nostro parere il programma è necessario per una ragione di “organizzazione”, esso deve costituire il corpo di opinioni OBBLIGATORIO per ogni membro dei partiti comunisti. Evidentemente, per la questione che Radek presenta, bisogna richiedere una disciplina nell’azione, ma non si potrebbe imporre un credo.

Se il Comintern e il IV Congresso rinunciano, come si propone, a redigere un programma, l’impressione sulle masse non sarà favorevole, tanto più che un tale programma esiste, disperso nei diversi documenti fondamentali dell’I.C. e dei suoi Congressi, e si farebbe credere che il Comintern ha modificato le sue direttrici fondamentali, ciò che sarebbe un grande pericolo.

Per ciò che concerne il programma del nostro partito, la Commissione si è riunita una prima volta, ed il materiale del suo lavoro si trova nel protocollo che vi inviamo.

Va osservato che la commissione, all’unanimità, ha voluto pronunciarsi per il punto di vista adottato dal nostro C.C. sulla questione del programma dell’I.C. ed ha deciso di non cambiare il piccolo programma dei principi fondamentali che il nostro partito si è dato all’atto della sua costituzione, in attesa che il programma generale dell’I.C. ne prenda naturalmente il posto. È dunque un puro programma d’azione, più generale e dettagliato dell’attività del partito, quello che la nostra commissione sta per varare.

Fino ad ora tra i compagni Bordiga e Graziadei, membri italiani della grande commissione, non si è svolto nessuno scambio di vedute al proposito. Essi si incontreranno prossimamente e anche l’opinione di Graziadei vi verrà resa nota.

Vi preghiamo di dare lettura di questa lettera alla prossima seduta della grande Commissione del programma, anche nel caso in cui questa abbia già preso delle risoluzioni sugli argomenti di cui ci siamo qui occupati.

Con saluti fraterni.

 

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