DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La precipitosa “ritirata” dall'Afghanistan degli Stati Uniti che, dopo decenni di “esportazione della democrazia” (dubbie alleanze, finanziamenti e addestramenti di equivoci gruppi e fazioni: in una parola, le basi stesse del caos odierno), riscoprono la propria ricorrente quanto fantomatica “vocazione all'isolazionismo”. Il pietoso fuggi-fuggi delle potenze occidentali che, accorse ieri nel Paese in gran numero per concludere “buoni affari” dietro lo scudo a stelle e strisce, si ritrovano oggi, di colpo, senza protezione. L'ennesima prova dell'inesistenza dell'Europa in quanto soggetto politico unitario e invece accidentato terreno di scontro di osceni egoismi nazionali, del resto inevitabili nel regno del Capitale e del Profitto. La lunga mano di Cina e Russia protesa verso una regione di estremo interesse geo-politico ed economico, con le sue terre rare, il suo petrolio e gas, il suo talco e, sì, il suo oppio, materia prima preziosa per il rimbambimento generale. Il ruolo di servi sanguinari svolto da clan, signori della guerra, frazioni borghesi locali, sempre pronte ad affidarsi e affittarsi a questa o quella potenza imperialistica e a cambiar di casacca non appena il vento spira da un’altra parte. A questo bel quadretto, si aggiungono poi altre tensioni che continuano a gonfiarsi ed esplodere nel vicino Medio Oriente o che si sprigionano nel non lontano Mediterraneo (come quelle, recentissime, fra Algeria e Marocco)...

In tutto ciò, l'eterna tragedia di popolazioni civili, incalzate da guerre, spartizioni, invasioni, cambi di regime e di alleanze, spietate repressioni di ogni genere, difficoltà di sopravvivere giorno dopo giorno, fame e carestie, e respinte da tutti – quei tutti che, le mani ben gocciolanti di sangue dopo aver saccheggiato e martoriato territori e popolazioni in infinite “missioni di pace e civiltà”, ora versano lacrime di coccodrillo sulla “triste sorte dei profughi”.

Che altro dire, se non che si sta scrivendo un altro rivoltante capitolo nella storia infame dell'imperialismo, fase suprema del capitalismo?

Questo mostro a tante teste va eliminato una volta per tutte, se si vuole evitare che, dal moltiplicarsi e acuirsi di focolai di guerre locali, l'agonia del capitalismo, modo di produzione storicamente superato e in crisi profonda, esploda in una nuova ecatombe collettiva, un terzo conflitto mondiale.

Il nemico è in casa nostra: sono le rispettive borghesie nazionali, assetate di profitto e in accanita concorrenza reciproca. Che i proletari si uniscano e si preparino per combatterle e abbatterle! Come sempre, noi comunisti siamo e saremo al loro fianco, mostrando la necessità urgente di tornare a praticare il disfattismo anti-patriottico nei confronti dell’economia nazionale e dei crescenti coinvolgimenti militari delle rispettive borghesie e lavorando al rafforzamento e radicamento del partito rivoluzionario, in grado di guidarli alla presa del potere e all’esercizio della dittatura del proletariato, verso il comunismo.

                                                                                                                                 25/8/2021

 

Afghanistan: le lacrime di coccodrillo dell'imperialismo

 

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  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
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