DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

lottePiacenza: confermati i domiciliari agli attivisti del S.I. Cobas.

Bologna e Ferrara: sentenze e condanne ai danni di organizzatori sindacali, lavoratori e solidali, per "picchetti" (violenza privata!), per vertenze risalenti al 2014.

Genova: perquisizioni e indagini ai danni dei lavoratori che bloccarono le navi piene di armi.

Torino: perquisizioni e accuse a lavoratori, sindacalisti non allineati, militanti NoTav, stufi di ascoltare le frottole della sinistra borghese al Primo Maggio 2019.

Ovunque: ai lavoratori extra-europei in lotta, fogli di via, ritiro e sospensione del permesso di soggiorno e altre vessazioni.

Un po' in tutta ItaIia: incriminazioni, perquisizioni, fermi ai danni di "pericolosissimi" anarchici con la passione per petardi e mortaretti e di "sospetti" nostalgici del riformismo armato accusati di spedire in giro proiettili e minacce...

Come sempre, non possiamo che esprimere totale solidarietà a queste vittime del dominio borghese, molte o poche possano essere tra loro e noi le differenze politiche o le valutazioni sindacali: un abisso ci separa comunque del Capitalista Collettivo, le sue istituzioni, i suoi organi. E non ci meraviglia la sproporzione tra i fatti contestati e gli atti repressivi.

La crisi economica apre la strada a quella sociale e potenzialmente politica. Anche se per il momento lo Stato, attraverso i suoi organi sindacali, caritativo-assistenziali, il riformismo di ogni risma, imprigiona ancora la nostra classe soffocandone la forza, i funzionari della borghesia sanno di dover “strangolare nella culla” ogni dissenso, ogni vertenza, ogni seppur minima lotta che, in una situazione via via esasperantesi, potrebbe "dare il là" alla ripresa di un ben più vasto movimento, per lo meno di difesa economica.

Queste odiose democratiche persecuzioni sono solo una fievole eco di quelle che stanno subendo in ogni parte del mondo i nostri fratelli e le nostre sorelle di classe, soprattutto quelli coinvolti dalle guerre "nazionali” scatenate dagli Stati imperialisti.

Non esistono scorciatoie: la strada è lunga e piena di ostacoli, ma anche questi episodi indicano la via, il metodo, per la ripresa del movimento proletario.

Bisogna organizzarsi territorialmente e centralmente per difendersi daII'attacco del Capitale, rifiutando sia le gabbie e galere di ogni tipo rappresentate dalla prassi di sindacati e sindacatini del tutto integrati nel sistema, sia le demagogiche fumisterie di chi vuole approfittare della combattività proletaria per costruirsi una carriera "politica" istituzionale. Agli attacchi anti-proletari della classe dominante, rispondiamo con un’unità sempre più estesa e combattiva nelle lotte e con il lavoro di organizzazione del partito comunista internazionale.

 

26/3/2021

 

Primo trimestre 2021: vendette preventive

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NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
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  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
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